/ blogging

Come ho creato un Blog da 300.000 euro e 5 lezioni che ho imparato negli ultimi 3 anni di lavoro.

10 min

Come ho creato un Blog da 300.000 euro

In questo post vedremo assieme alcune lezioni che ho imparato dopo aver creato un blog valutato 300.000 euro. Parleremo di pricing, strategie per rimanere competivi sul mercato, modalità da seguire per trovare lavoro e altre cose che oggi reputo fondamentali.  Sei pronto? Si comincia! 

Si lo so. Il titolo è volutamente provocatorio.

L’altro giorno per divertimento ho chiesto una valutazione del mio blog ad una società estera che si occupa di compra/vendita di siti web e questo è il valore che hanno assegnato al mio blog.

il-business-dei-blogAd ogni modo negli ultimi 12 mesi il giro d’affari che è scaturito da dariovignali.net sfociando nei diversi progetti annessi (Marketers, InstagramOnFire, Affilobook, MarketersBook, TrafficAcademy, ecc…) ha raggiunto una cifra che si aggira sulle centinaia di migliaia di euro l’anno.

Un risultato che, per me, ha dell’incredibile. Soprattutto considerando che sono passati poco più di tre anni dall’apertura di questo blog.

Così, oggi, voglio lasciarti alcune riflessioni che ho fatto in questo periodo.

Già, perché questo è un periodo molto importante.

Settembre coincide con quello che, per me, è l’inizio di un nuovo anno lavorativo.

Si torna dalle vacanze, si incolla il culo alla sedia, e ci si mette a produrre risultati. Costi quel che costi.

Ed eccomi qui a scrivere un nuovo post che, a differenza di quelli precedenti, non è una guida definitiva a qualcosa.

Proprio così, questo è un post su alcune mie riflessioni di business e – nel business – non c’è niente di definitivo.

Prima di cominciare però voglio lasciarti un piccolo disclaimer. Leggilo tutto.

DISCLAIMER URGENTE, PERICOLOSO E DANNATAMENTE IMPORTANTE.

imparare-il-copywritingSedici Settembre 2016, ore 20:09.

L’umanità si sta scontando contro un terribile mostro.

Io, e pure tu che stai leggendo, ne siamo vittima.

Questo mostro, che vive dentro di noi, nasce ed è alimentato dall’impostazione a feedback-rapido che ci viene imposta dalla maggior parte degli strumenti a cui ricorriamo al giorno d’oggi.

Notifiche push, notifiche istantanee, tweet a 140 caratteri, comunicazione visual piuttosto che scritta.

Il nome di questo mostro si chiama deficit dell’attenzione ed è il motivo per il quale difficilmente riusciamo ad ottenere risultati in svariati ambiti della nostra vita.

Siamo talmente abituati a voler un risultato immediato che difficilmente riusciamo a finire un libro, a rimanere costanti al nostro piano d’allenamento, a concludere la nostra dieta o a portare avanti tutti gli step necessari per lanciare un progetto imprenditoriale.

Anche quando leggiamo un post (come quello che hai davanti) abbiamo la tendenza a saltare di frase in frase, di titolo in titolo, cercando di trarre gli elementi fondamentali del discorso impiegando il minor effort possibile ed evitando tutto ciò che reputiamo superfluo.

Ci sono addirittura servizi come Blinkist o Getabstract che cercano di riassumere interi libri di business e crescita personale in una decina di pagine.

L’obiettivo è quello di permettere l’ingestione del maggior numero possibile di libri nel minor tempo possibile.

La verità? Non funziona.

I giri di parole, gli aneddoti e le storie che vengono eliminate dai libri per dare luce a questi riassunti sono proprio il genere di contenuti che permettono al nostro cervello di costruire connessioni con le nostre conoscenze pregresse.

Senza queste connessioni è pressoché impossibile memorizzare le informazioni contenute all’interno dei libri e generare nuove idee o strategie applicabili alla nostra realtà.

Il succo della questione è questo: leggi questo intero post consapevolmente e probabilmente ne trarrai qualcosa.

Se non hai tempo, o preferisci tornare alla tua home di Facebook il prima possibile, abbandona ora questa lettura!

Fine del disclaimer.

Questa era la prima lezione, ora passiamo al resto.

2 – Spingi il piede sull’acceleratore e Fregatene dei cartelli stradali. Gli Zombie sono dietro di te.

rimanere competitivi sul mercato

Immagina per un momento di essere nel bel mezzo di una strada desolata.

Pochi mesi fa è scoppiata un’epidemia terrificante e la maggior parte della popolazione mondiale si è tramutata in zombie.

Sei rimasto solo, hai rubato un auto e stai viaggiando su una strada di campagna.

Dietro di te gli zombie corrono per poterti raggiungere.

Davanti a te i cartelli stradali ti dicono di rallentare, dare la precedenza e rispettare un’andatura sotto i 50km/h.

Lo sai che dovresti accelerare, è naturale, ma non lo fai.

La mente continua a dirti di seguire quei cazzo di segnali stradali.

creare-un-blog-che-guadagniQuesta storiella si ripete di giorno in giorno, anche nella nostra realtà senza zombie. Soprattutto in Italia.

La crisi-zombie è dietro di te, il governo ti dice di dare la precedenza agli altri e il mondo universitario si raccomanda di non superare i 50km/h.

La verità è che il mondo aziendale sta talmente cambiando che, a momenti, nemmeno gli hire manager hanno una vaga idea delle competenze che dovrebbero assumere.

Il Mercato si è fatto veloce, il mondo del lavoro si sta rivoluzionando e le aziende stanno rimanendo indietro. In pochi sanno esattamente cosa fare.

La definiamo crisi ma si chiama cambiamento.

Il digitale ha dato origine a questa catastrofe che molti (io stesso) definiscono “opportunità”.

Il problema è che in pochi sanno che, per coglierla, bisogna mettere il piede sull’acceleratore e smetterla di dare ascolto alle regole stradali.

Le regole non funzionano più. Nella maggior parte degli ambiti lavorativi nemmeno l’università sa più come aiutarti a trovare lavoro.

Probabilmente stai studiando cose che, quando uscirai dal tuo percorso educativo, saranno vecchie e non più competitive.

La tua carriera dipende da te, i tuoi successi dipendono da te, il tuo fallimento dipende da te.

Sei solo, mettitelo in testa.

Non importa che tu voglia trovare lavoro o intraprendere la via imprenditoriale. Sei dannatamente solo.

Vuoi raggiungere il tuo successo? Bene, è compito TUO!

• I libri che ti possono aiutare non sono quelli che ti consigliano i professori.

• Le notizie che ti possono motivare non sono quelle che troverai nei telegiornali.

• La competitività necessaria a trovar lavoro non l’otterrai mai facendo semplicemente quello che ti viene raccontato dal mondo universitario.

Inizia a studiare oggi.

Non quello che ti dicono, ma quello che TI SERVE.

 

3 – Vai a Pesca nell’Oceano Blu.

diventare-professionisti-competitivi

Ci sono due oceani.

Quello rosso – dove risiede il 99% delle persone – e quello Blu, dove ci sta solamente l’1%.

Nell’oceano rosso ci sono milioni di persone che si fanno il culo per pescare i pochi pesci rimasti.

Nell’oceano Blu ci sono pesci a sufficienza per tutti quei pochi che ci pescano.

Non bisogna essere ricchi o straordinariamente intelligenti per entrare nell’esclusiva community dei fortunati che pescano nell’oceano Blu.

Bisogna imparare a guardare ALTROVE.

Se continui a guardare e fare quello che fan tutti non potrai che continuare a ottenere ciò che ottengono tutti. Che, solitamente, è troppo poco.

(Soprattutto in mancanza di pesci).

strategie-di-pricingTi basterà andare in edicola e comprare qualsiasi edizione della rivista Millionaire per renderti conto di come, la maggior parte di chi sta avendo successo, ha intrapreso percorsi imprenditoriali alternativi o specializzazioni professionali atipiche.

Io stesso, lavorando nel mondo aziendale, mi imbatto nella grande mancanza di professionisti (realmente) capaci ed eccellenti in ambito digitale.

(Ps: se sei un super-esperto di funnel, email marketing, copywriting e advertising ti prego contattami, ti sto cercando da anni!)

Prima di continuare, se questa lettura ti sta piacendo, ti chiedo di fare click su +1. A te costa un secondo del tuo tempo, per me invece è molto importante. Grazie davvero :)

 

4 – Torna indietro nel Tempo, Riprendi in mano i tuoi Temi di Italiano e Impegnati di Più!

farsi-assumere-da-un-hire-manager

Non importa quello che fai o che desideri fare nella vita.

Ti serve un pubblico.

1) Per stupire chi ti dovrà assumere
2) Per raccogliere più persone attorno alle tue idee.
3) Per raccogliere più clienti attorno ai tuoi prodotti.
4) Per ottenere più download della tua app.
5) Per ottenere più consensi quando ti candiderai in politica a 50 anni.
6) Per avere maggiore credibilità.
7) Per migliorare la tua autostima professionale.

Si insomma, ti serve un pubblico. Chiamiamola Audience.

Viviamo in un mondo dove la percezione è tutto.

Il Marketing è il tuo coltellino svizzero e l’audience è la dimostrazione del tuo valore.

Devi imparare a venderti. Non importa mentire, ma la prossima volta che avrai davanti il tuo futuro datore di lavoro, la donna dei tuoi sogni, il ragazzo che hai sempre voluto o il finanziatore che pagherà la realizzazione della tua startup DOVRAI saperti vendere al meglio delle tue capacità.

Il mio consiglio? Lascia parlare i risultati.

La maggior parte dei consumatori sarà più propenso a comprare un prodotto che gli è stato suggerito da un amico.

La maggior parte dei ragazzi o ragazze sarà più propenso a provare attrazione per una persona di cui ha sentito parlare positivamente dai propri amici.

Un hire-manager propenderà sempre ad assumere raccomandati o persone di cui può valutare i risultati pregressi.

Negli anni ho potuto parlare con diversi dipendenti assegnati all’assunzione delle risorse umane.

Ti basti pensare che, prima di assumere nuove persone, cercano in rete ogni informazione possibile e che la maggior parte dei curriculum vengono scartati automaticamente da un software denominato TSA.

Oggi giorno avere un blog o un sito web capace di dimostrare le proprie competenze, i propri risultati e le proprie capacità influisce DRAMMATICAMENTE sulle tue possibilità di trovare lavoro come dipendente o freelance. (Vuoi sapere come realizzare un blog straordinario? Iscriviti qui.)

Il punto è questo: ti serve una piattaforma e ti occorre radunare un pubblico attorno ad essa.

Per piattaforma intendo:

1) Un blog
2) Un canale youtube
3) Podcast

La piattaforma ti serve per raccontare, sotto forma di post o video, quella che è la tua storia e quelle che sono le tue competenze. Pubblicare guide, informazioni, micro-pensieri è dannatamente importante al giorno d’oggi.

Il pubblico è invece l’insieme di persone che si raccoglierà attorno ai contenuti che pubblicherai. Il tuo seguito sarà l’evidenza delle tue capacità, l’elemento fondamentale di dimostrazione della tua competitività professionale.

Non ti dico altro, il mio blog è pieno di queste informazioni (basta che tu ti iscriva alla Newsletter).

Quello che mi preme far passare invece (e adesso mi ricollego ai temi d’italiano) è l’importanza del copywriting.

Il copywriting è la capacità di scrivere (e anche parlare nel nostro caso) in modo da ottenere l’attenzione del nostro pubblico.

Per essere ancora più solenni, potremmo dire che imparare il copy significa imparare a comunicare efficacemente.

È proprio qui che la maggior parte delle persone pecca di presunzione.

Tutti sono convinti di saper comunicare in maniera effettiva.

La verità?

Quasi nessuno è capace di comunicare in maniera effettiva.

Non saper comunicare in maniera efficace e non conoscere appieno il copywriting significa non saper scrivere un curriculum persuasivo, una sales-letter che venda, una lettera d’amore che strappi qualche lacrima, lo script di un video cover-letter che spacchi, un menu di un ristorante che massimizzi il fatturato, un post di un blog che venga letto fino alla fine.

Un copy fatto bene ha la capacità di stravolgere le emozioni di chi legge, raccogliere centinaia di migliaia di euro per una campagna di crowdfunding, creare empatia con il nostro pubblico, creare attrazione e attenzione nella mente dell’hire-manager che ci sta valutando.

A scuola ci hanno insegnato a scrivere come se dovessimo pubblicare una qualche versione dei promessi sposi. Il mio invito invece è quello di imparare invece a scrivere come se dovessi preparare uno speech capace di farti diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America.

In questo articolo ti ho spiegato come scrivere un post seguendo strategie di copywriting che ti portino risultati.

 

4 – Non giocare all’asta al Ribasso o i Pakistani ti Distruggeranno. (Leggi anche se cerchi lavoro da dipendente).

dariovignali-intervista

Non è un post discriminatorio, anzi.

I Pakistani sono dei lavoratori fenomenali, dei grandiosi programmatori e persone dal grande cuore.

I Pakistani (e i vicini Indiani) sono però il più temibile nemico di ogni freelancer Italiano.

Ci sono web-agency Italiane di scarso livello che ti possono chiedere fino a 4000€ per realizzare un blog di un’attività.

Poi, collegandosi a siti come odesk o elance, si scopre che nel mondo ci sono migliaia di freelancer Pakistani che possono fare la stessa identica cosa per una sola banconota da 100€.

Bene…

“Le agenzie Italiane di scarso livello se lo meritano” alcuni penseranno.

trovare-lavoro-con-linkedinIl problema però si presenta quando un bravo (e giovane) professionista Italiano si butta sul mercato.

La sua tendenza sarà sempre quella di farsi pagare il meno possibile, per riuscire a rimanere competitivo. (Non sono mai facili le scelte in fatto di pricing)

Il problema è che, ragionando in questi termini, non se ne esce vivi.

In termini di posizionamento il problema è questo:

1 – Se costi troppo poco entrerai nel mercato di chi vuole pagare il meno possibile.

Questo genere di cliente non sta a guardare la qualità dei lavori (spesso nemmeno sa riconoscerla) e propenderà sempre per assumere il freelance meno costoso (i nostri amici Pakistani).

Non potrai mai farti pagare quello che si fa pagare un Pakistano perché, vivendo in Italia, i costi e le tasse non te lo permettono. Finirai quindi per lavorare poco, per poco, impegnandoti poco e migliorandoti poco.

2 – Allo stesso tempo, farsi pagare tanto senza essere conosciuti è una pessima strategia.

Non puoi competere con le grosse balene bianche del mercato. Loro sono grandi, non passano inosservate e la loro “dimensione” professionale giustifica il prezzo che si fanno pagare.

Certo, magari la tua competenza può essere maggiore della loro, ma questo poco conta… È un gioco di percezione, ricordi?

3 – La soluzione definitiva.

Quello che devi fare è operare in simbiosi con i grossi player del mercato e crescere una fan-base che massimizzi la tua “dimensione professionale”.

Due modalità quindi (da seguire entrambe):

1) Lavorare gratis per grosse aziende, player affermati del mercato e clienti dotati di visibilità.

Tutto questo ha un unico obiettivo: crearti un curriculum o un portfolio professionale da paura.

Una volta che avrai lavorato con i migliori non potrai passare inosservato.

Sarà a quel punto che alzerai (drammaticamente) i prezzi producendo marginalità.
Nel mondo del blogging, i nuovi player propongono ai grandi blogger di scrivere gratuitamente un articolo per il loro blog in cambio di un link verso il proprio.

È così che si acquistano nuovi visitatori e visibilità in poco tempo. La maggior parte dei capitani, prima di diventare capitani, hanno pulito i ponti delle barche altrui.

2) Creare il tuo blog, sito web o canale youtube e raccogliere un grosso seguito attorno alle tue competenze è una strategia che funziona dannatamente bene.

Credo di essere un ottimo esempio: non ho nessuna laurea in digital marketing (e nemmeno in marketing) ma ogni giorno vengo contattato da piccole e grandi aziende che richiedono la mia consulenza.

A nessuno importa della laurea quando i risultati parlano da se.
Fai in modo da produrre risultati ancor prima di laurearti.

BONUS AGGIUNTIVO SUL PRICING (ANEDDOTO)

Quando credi che il tuo livello di esperienza sia alla pari dei migliori player del mercato e che la percezione che le persone hanno di te sia quella di un professionista non aver paura di alzare i prezzi.

Troppo spesso l’umiltà, la timidezza o la parola “crisi” ci rendono schivi all’idea di chiedere di più, pretendere di più, avere di più.

Giusto qualche tempo fa ragionavo su quanto mi disturbasse il fatto di dover interrompere le mie giornate lavorative per fare un’ora di consulenza su Skype per un corrispettivo di soli 67€ + IVA.

Finivo sempre per rispondere alle email di richiesta ripetendo che purtroppo non avevo tempo.

Per concentrarmi sui miei progetti e interrompere una volta per tutte il flusso di richieste di consulenza ho portato i prezzi a 150 euro l’ora.

Il risultato? Lo stesso numero di richieste, a più del doppio del prezzo.

Ricordati sempre di fare dei test sul prezzo dei tuoi servizi o dei tuoi prodotti, potresti rimanere colpito da quello che puoi scoprire.

Sei un dipendente? Ragiona sul tuo ruolo in azienda.

Se il tuo ruolo è insostituibile e la tua competenza acquisita in anni di lavoro non è rimpiazzabile potresti rimanere sorpreso del potere contrattuale che possiedi. L’aumento è alle porte.

Un abbraccio,

Dario.

PS: L’articolo ti è piaciuto e vorresti altri contenuti simili? Se non l’hai ancora fatto ti chiedo di fare click su +1. Per me è molto importante, a te costa un secondo del tuo tempo.

 

Puoi anche condividere il post con i pulsanti sociali che trovi qui a lato (in basso al centro da Mobile).

torna su