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Offsite Link Tracking: la guida definitiva al marketing dei link (+Metodi di Profitto e coupon)

21 min

offsite link tracking

In questa super guida scoprirai strategie e tecnicismi sconosciuti alla maggior parte degli internet marketer Italiani.

Imparerai cosa sia e come si faccia Offsite Link Tracking e come questo possa generare straordinari risultati se attuato in maniera efficace.

Sei pronto? Si comincia!

Ps: non capirai molto di questo post se non hai già letto qualcosa riguardo le affiliazioni. Nel caso, ti consiglio questi tre post:

Ok, si parte!

Diciamocelo, siamo uomini e, come uomini, amiamo compiacerci per i nostri risultati.

Sei d’accordo?

Sul web i risultati oggetto del nostro desiderio sono tanti: vogliamo più visitatori, più iscritti, più conversioni, più vendite, più utenti di ritorno, più likes, più share, più tweet, più commenti, più commissioni e –perché no?– anche maggiori fatturati.

Vogliamo però anche minore bounce rate, meno hater, minori spese e, soprattutto, minori tragedie.

Per ottenere tutti questi risultati tentiamo decine di strategie diverse, proviamo di tutto e lo facciamo male.

Del resto la credenza comune vuole che facendo un po’ di tutto si ottenga un po’ di tutto.

La realtà è che si finisce per non ottenere un bel niente.

Basti pensare che tante volte nemmeno ci fermiamo a misurare i risultati e gli effetti dei nostri sforzi.

Che cosa drammatica!

Lascia che te lo dica.

L’analisi delle proprie metriche è FONDAMENTALE per stabilire cosa funzioni e cosa no.

Attenzione però, oggi non sono qua a parlarti di Google Analytics.

Non perché io creda che GA non sia importante (anzi, è essenziale), ma perché su Google Analytics è già stato detto (quasi) tutto.

Questi due libri leggendari sono più che sufficienti per farsi una cultura al riguardo:

Oggi voglio invece parlarti di offsite tracking che, nel nostro caso, coincide con il link tracking.

Già, proprio così, il tracking si suddivide in tracking on-site e tracking off-site.

Il tracking onsite è ciò a cui ricorriamo ogni volta che apriamo Google Analytics per tenere sotto controllo le metriche del nostro sito web.

Probabilmente le metriche più importanti già le conosci:

  • Visitatori unici: qual è il numero di visitatori che hanno visualizzato il tuo sito?
  • Pageviews: qual è il numero totale di pagine che sono state visualizzate nel periodo di rilevanza?
  • Bounce Rate: qual è il tasso di visitatori che abbandonano il tuo sito dopo aver visualizzato una sola pagina?
  • Opt-in: Quanti visitatori hanno effettuato l’opt-in iscrivendosi alla tua newsletter? (Abbiamo visto come settare il goal con GA nella guida al direct email marketing)
  • Utenti nuovi / di ritorno: quanti sono i nuovi visitatori e quanti quelli che sono già stati sulle tue pagine precedentemente?
  • Pagine/Sessione: quante sono le pagine che vengono visualizzate (in media) da ogni visitatore?
  • Durata sessione media: qual è il tempo medio che ogni visitatore passa sul tuo blog o sito web?

Di metriche ce ne sono tante altre, mi sono limitato a citare quelle a cui si fa riferimento più spesso.

Tutte queste metriche sono riportate all’interno della nostra dashboard di Google Analytics.

Beh, se ancora non stai utilizzando appieno il potenziale di Google Analytics stai sbagliando di grosso!

Google Analytics è un Software potentissimo, di cui spesso e volentieri si utilizza solamente il 2% delle sue capacità.

Il motivo? Semplice: nessuno le conosce, nessuno ha voglia di studiarle.

…e per fortuna! Altrimenti saremmo tutti bravi internet marketer ;-)

Mi piace ripeterlo:

[Tweet “Nell’autostrada dell’eccellenza non c’è mai traffico”]

Ora che abbiamo parlato di onsite tracking voglio raccontarti cosa sia l’offsite tracking, quindi presta attenzione!

Il post di oggi sarà un po’ più tecnico del solito, ma credo che questo sia un bene. Se arriverai in fondo a questo post sarai sicuramente ancor più PRO di quanto hai iniziato la lettura :-)

Offsite link tracking: cos’è e come funziona

Per offsite link tracking si intende la misurazione delle metriche e dei risultati derivanti da strategie dotate di un “ecosistema obiettivo” esterno (ed estraneo) alle proprie pagine web.

Ok, mi sono spiegato da cani, ma non è semplice. 

Ci riprovo: l’offsite tracking consiste nella misurazione di metriche e risultati di eventi che si verificano al di fuori delle proprie pagine web.

Già meglio! Vero?

Vediamo di capirci qualcosa!

L’asset principale di tali strategie coincide quasi sempre con un semplice link.

Il protagonista delle nostre analisi di offsite tracking è invece il nostro TrackerIl mio tracker tutto-fare preferito è Clickmeter, ma riparleremo della scelta del software più avanti nella guida.

Iniziamo subito a spiegare l’utilità dell’offsite tracking dei link con un semplice esempio.

PS: l’Offsite tracking link serve ad un sacco di cose. Nel primo esempio lo vedremo applicato ad una campagna di affiliazione, ma a seguire lo vedremo anche in altri contesti.

ESEMPIO DI SITUAZIONE IDEALE:

Ipotizziamo di essere due grandi affiliate marketer (Se non sai cosa sono le affiliazioni leggiti prima questo post sull’affiliate marketing) :-)

Il nostro mercato di riferimento (su cui ci sentiamo ferrati e competenti) è quello del web marketing e della SEO.

Il nostro obiettivo? Metterci in tasca “qualche” soldino.

Per prima cosa andiamo a caccia di qualche buona offerta di affiliazione.

Per quanto riguarda il mercato SEO, mi sembra interessante il programma di affiliazione di SEMRush, ma anche quello di Market Samurai non è male.

Certo, ci sono tante altre ottime offerte, ma questi due tool li utilizzo in prima persona e mi sento di poterli suggerire a chiunque si avvicini al mondo della SEO.

Le due offerte si compongono così:

Offerta Semrush

SemRush mi paga il 40% di commissione su ogni vendita e mi offre una buona soluzione di Revenue sharing.

Cosa significa? Significa che ogni mese gli utenti che avranno acquistato SemRush rinnoveranno il loro abbonamento per l’utilizzo del tool e io continuerò a intascarmi il 40% di commissione.

Ecco che i miei guadagni continueranno ad aumentare man mano che porto nuovi iscritti a SemRush. Sono guadagni di tipo cumulativo, che finiranno per generare uno stipendio passivo mese dopo mese.

  • PRO: Nel lungo termine guadagnerò (molto) di più.
  • CONTRO: Il prezzo del pacchetto base di SeRush è costoso (parte da 99$ al mese), non tutti avranno la disponibilità economica per sostenere un abbonamento del genere. Farò quindi molta fatica a generare conversioni (acquirenti) e dovrò investire molti più soldi per ottenere grandi quantitativi di traffico in modo da aumentare la probabilità di conversioni.

Offerta Market Samurai

Market Samurai non è certo un tool tanto completo quanto SemRush, ma è la mia scelta personale quando si parla di Keyword research.

Market Samurai mi paga il 48% di commissione su ogni vendita (circa 45 euro). Il prezzo di Market Samurai è di 97$ e non prevede abbonamenti mensili.

PRO: Market Samurai è un tool straordinario e il suo costo è veramente basso. Si tratta di 97$ per averlo per sempre contro i 69$ mensili (828$ annuali) di SEMRush. Proprio per questo sarà più semplice generare vendite e conversioni.

CONTRO: I contro di Market Samurai sono il suo basso prezzo e la formula di pagamento una-tantum. Dobbiamo infatti considerare che nel momento in cui smetteremo di generare vendite smetteremo di guadagnare, mentre con SEMRush – anche smettendo di promuoverlo – continueremo a ricevere le nostre commissioni sugli abbonamenti mensili delle persone che abbiamo fatto iscrivere in passato.

Ma allora che Offerta scegliere?

Beh, diciamocelo, un vero internet marketer ha sempre la risposta pronta a questo genere di domanda :-)

ENTRAMBE! 

[Tweet “Sul web bisogna testare qualsiasi cosa prima di poter trarre ipotesi o conclusioni.”]

Andremo quindi a testare entrambe le offerte per poi individuare la vincitrice.

Aspetta però, manca ancora qualcosa. Non credi?

Si, difatti ci siamo registrati al programma di affiliazione di SemRush e a quello di Market Samurai, ma non ci siamo ancora chiesti da dove pescare le persone a cui proporre questi tools.

Facciamoci chiara una cosa: la nostra campagna di affiliazione la faremo all’estero, in lingua inglese, non certo in Italia dove non ci sono soldi, acquirenti e persone interessate.

Il mercato Italiano è ridicolo se confrontato a quello globale.

Detto questo, che si fa?

Sì, che fare per recuperare il traffico estero e far si che qualcuno faccia click sui nostri link di affiliazione?

Abbiamo tre possibilità:

  1. Comprare il traffico su Facebook, Adwords o altri network.
    Certo, l’idea è buona. Il problema è che troppo spesso e volentieri si finisce per non riuscire a ottimizzare la campagna: la spesa in traffico supera il guadagno e il ROI (Return on Investment) rimane negativa. Insomma, un fallimento. Certo, ci sono altre fonti di traffico come Advidi o Buzzcity che, grazie ai circuiti di Advertising Mopub, Flurry ecc, sono estremamente cheap (poco costosi). Il rischio di pagare troppo per guadagnare troppo poco però è sempre dietro l’angolo, meglio quindi evitare per il momento l’advertising
  2. Creare un nuovo blog sull’argomento in lingua inglese e fare SEO.
    Potremmo riapplicare lo stesso modello di dariovignali.net all’estero: creare un blog, scrivere contenuti sul web marketing, inserire i nostri link di affiliazione e guadagnare. Il problema è che, anche in questo caso, dovremmo portare traffico verso il blog. Per farlo ci sono due possibilità: la prima, fare advertising (che abbiamo escluso), la seconda, fare SEO ripartendo da zero con un nuovo blog in lingua inglese, idea che escludiamo a priori.
  3. Fare media Buying. Questa è la nostra scelta. Ma cosa significa fare Media Buying? In questo caso significa andare alla ricerca di piccoli blog in tema (che parlino di web marketing, blogging, SEO ecc) e chiedere ai loro amministratori se ci concedono uno spazio banner in cambio di qualche decina di euro al mese. Non tutti sono esperti di Affiliazioni, non è quindi poi così difficile trovare qualche blogger disposto a lasciarci inserire un banner sul suo sito web in cambio di una manciata di banconote da 10 euro.

Ok, ora abbiamo compreso come ottenere il traffico e abbiamo pure i nostri due link di affiliazione.

Quello che andremo a fare sarà realizzare un banner, inserirlo nel blog inglese, pagare al suo amministratore una fee mensile e sperare che qualcuno ci clicchi sopra, si interessi a Semrush o Market Samurai e proceda all’acquisto. ($$$)

In questa maniera, se i nostri guadagni saranno maggiori della nostra spesa, potremo dire di aver generato un profitto e aver raggiunto una ROI positiva.

Calma però, abbiamo un solo banner e due link di affiliazione. Come possiamo assegnare allo stesso banner due link diversi che portino a pagine diverse? Con il nostro tracker ovviamente!

Difatti Clickmeter permette la creazione di link-rotator, ossia link di A/B testing

Vediamo subito come si fa (potete farlo pure voi per imparare dato che Clickmeter fornisce una versione gratuita):

Dalla dashboard di Clickmeter facciamo click su “Crea nuova Campagna”

1. Creare un tracking link

Inseriamo a piacere un nome e una descrizione che identifichino la nostra campagna:

2. Offsite tracking link

Facciamo click su “Crea nuovo Link Rotator”.3. Creare un tracking link per split test

A questo punto compiliamo il modulo come segue:

Campagna: la campagna creata nello step precedente.

Rotator link: nel primo campo seleziono il dominio che voglio utilizzare per creare il link che andrò poi a inserire nel banner sul blog ospitante.

Io per tutti i link (di affiliazione e non) ospitati sul mio blog uso go.dariovignali.net. Per farlo mi è bastato andare sul mio pannello di controllo di Siteground, creare il sottodominio go.dariovignali.net e associarlo al mio account Clickmeter nelle impostazioni.

Se dovessi fare veramente una campagna di questo tipo probabilmente registrerei il dominio mybestseotools.net (ad esempio) e lo assocerei al mio account clickmeter.

Nel secondo campo inserisco invece (a mio piacimento) la seconda parte del link che andrò a creare.

Nome descrittivo: sta a noi scegliere la descrizione del link, lo vedremo solamente nel pannello di controllo di Clickmeter.

Modo di reindirizzamento: il nostro obiettivo è quello di far si che il 50% della gente che farà click sul nostro banner venga reindirizzata al nostro link di affiliazione market samurai e il 50% a quello di SEMrush. Proprio per questo sceglieremo il modo “Pesato“.

Appariranno i campi dei due URL di destinazione dove inseriremo i rispettivi due link di affiliazione. Daremo il valore di 50% ad entrambi link, così che il traffico venga equamente “splittato” su entrambe le offerte.

4. Creare un tracking link per una campagna di affiliazione

A questo punto facciamo click su “Crea Rotator” e otterremo il nostro Link Rotator, che non è altro che un offsite tracking link:

5. A cosa serve un tracker

Questo link porterà il 50% di voi sulla landing page di SEMrush e il 50% su quella di Market Samurai (Ovviamente con i miei link di affiliazione, :-).

Molto semplice no?

best seo tools banner per tracking linkA questo punto dovremo creare un banner che possa andare bene per entrambe le offerte: di certo non possiamo nominare nel banner uno dei due tools se poi l’utente finisce sulla landing page di vendita dell’altro. Anche nominare entrambi potrebbe creare solamente confusione.

Ecco che un banner come quello che ho creato per l’occasione (qui a destra) potrebbe andare piuttosto bene. Del resto recita:

Sai qual è il miglior tool per la SEO?
NE SEI CERTO?
(Allora) controlla questo!

Piuttosto generico, non trovi?

Che uno arrivi sulla landing di Market Samurai o su quella di SEMrush poco cambia, l’annuncio rimane contestuale.

Ora, se ancora non ti è chiaro, lascia che ti spieghi un semplice concetto: il lavoro di affiliate marketing che stiamo facendo è del tutto offsite!

Proprio così, non abbiamo controllo su quello che accade sul blog in cui è ospitato il nostro banner. Di sicuro non possiamo chiedere al nostro “amico” blogger di farci accedere al suo Google Analytics per controllare in quanti hanno fatto click sul nostro banner.

A loro volta, SEMrush e Market Samurai non ci offrono dati interessanti riguardo a quanti (e quali) visitatori hanno visitato le loro pagine dal nostro banner.

Anche in questo caso Clickmeter ci salva. Difatti clickmeter riesce a darci un infinità di dati essenziali sul nostro link rotator e sulle persone che hanno fatto click:

  • in quanti hanno fatto click
  • da quale paese provengono
  • il loro sistema operativo
  • il tipo di browser
  • indirizzo IP
  • ecc..

Proprio per questo Clickmeter è definito offsite link tracker: il tool ci permette di fare il tracking dei dati di chiunque faccia click su un nostro link ospitato su un sito che non è il nostro (offsite).

Dove sia ospitato il link poco conta: può essere messo su Facebook, sul proprio sito o in un guest post, ma il tracker sarà comunque in grado di tracciare i risultati.

Differenze principali tra Google Analytics (onsite tracking) e Clickmeter (offsite link tracking):

  • Google Analytics fa il tracking dei visitatori che visitano le pagine del nostro sito.
  • Clickmeter fa il tracking dei visitatori che fanno click sui nostri link (anche se questi non si trovano sulle pagine del nostro sito).

ALT.

Prima di perderci probabilmente vorrai sapere come collaudare il test dell’esempio precedente.

Beh, l’esempio è piuttosto semplice, si tratta di una semplice campagna di direct affiliate marketing.

Prendo il traffico, lo faccio passare per il mio tracker e lo porto sui miei affiliate link, se la gente compra guadagno delle commissioni.

Ecco il workflow:

  1. Ci accordiamo con il blogger per ottenere uno spazio banner per XX euro al mese sul suo blog.
  2. Gli forniamo il banner creato e il nostro tracking link (https://go.dariovignali.net/seocampaign)
  3. Il blogger inserirà il banner con il tracking link
  4. Il 50% dei visitatori che faranno click sul link verrà reindirizzato alla landing di vendita di Market Samurai e il 50% a quella di SEMrush
  5. Dopo una o due settimane guarderemo quale tool ha generato maggiori vendite e profitti.
  6. Imposteremo quindi il 100% del peso del nostro tracking link sull’affiliate link del tool che ha portato più risultati. (Del resto è piuttosto inutile portare avanti entrambe le offerte se una è meno profittevole).
  7. Se al termine del primo mese stiamo guadagnando continuiamo la campagna così com’è e cerchiamo di scalare il traffico anche su altri blog. Se invece siamo in perdita possiamo A) abbandonare la campagna B) Ottimizzarla cambiando banner (e controllando su CM che aumentino i click) o cambiando offerta di affiliazione (forse le landing di SEMrush e di MarketSamurai non convertono a sufficienza).

Se non hai compreso appieno il funzionamento del link tracker, l’immagine seguente ti chiarirà un po’ le idee.

Questo è ciò che avviene (nel giro di millesimi di secondo)quando un utente fa click sul nostro tracking link:

Funzionamento del link tracker

Link Tracking: altri utilizzi per Blogger, Webmaster, Aziende e Affiliate Marketer

Ti ho appena mostrato come si utilizza il link tracking in una breve campagna di direct affiliate marketing, vediamo ora altre esempi di utilizzo estremamente efficaci:

1. Offsite tracking link per il Guest Posting

data analysisOk, devi assolutamente sapere una cosa fichissima: con il tracker puoi cambiare la destinazione dei tuoi tracking links ogni volta che lo desideri.

Facciamo un rapido esempio.

Ipotizziamo che tu abbia pubblicato diversi guest posts su diversi blog famosi.

Alla fine dei guest posts hai messo un bel link che porti i lettori degli altri blog sulle tue pagine web.

Dopo un anno ti rendi conto che i diversi guest posts sono ancora vivi e vegeti: continuano a ricevere un buon quantitativo di traffico dai motori di ricerca.

Qual è il problema? Il problema è che i link puntavano su una pagina del tuo sito che non esiste più, oppure ad una landing page di optin (di iscrizione alla newsletter) che non converte poi così bene.

Nel tempo hai realizzato altre landing page di opt-in estremamente efficaci e vorresti cambiare i link dei guest posts per far si che puntino alle tue nuove landing page.

Beh, senza tracking link l’iter diventa un poco complesso: dovrai contattare ogni singolo blogger (o webmaster) e chiedergli di sostituire il vecchio link con quello nuovo.

Con un buon tracker (es clickmeter) le cose andrebbero in maniera diversa.

Ogni volta che pubblichi un guest post ti basterebbe creare un nuovo tracking link per inserirlo al termine del post.

In questo modo avresti la possibilità di modificare la destinazione dei link di tutti i tuoi guest post in qualsiasi momento futuro, direttamente dal pannello di controllo di Clickmeter.

Il tutto senza dover contattare gli amministratori dei blog su cui sono ospitati i tuoi Guest posts.

Un altro caso potrebbe essere quello dell’apertura di un nuovo sito.

Ipotizziamo che tu chiuda il tuo vecchio sito e ne apra uno nuovo con dominio differente.

Ti basterebbe accedere al pannello del tuo tracker per cambiare la destinazione di tutti i tracking link dispersi per la rete che puntavano al tuo vecchio sito e far si che puntino a quello nuovo.

Non male, vero?

2. Addio a MagicLinks e lunga vita ai tracker professionali.

network di affiliazioneMolti blogger e affiliate marketer consigliano l’utilizzo di Pretty Links.

Pretty links è un plugin wordpress che permette la creazione di shortened URLs e viene utilizzato sopratutto per i link di affiliazione.

Il classico esempio? Quello di Amazon.

Se sono iscritto al programma di affiliazione di Amazon posso ottenere un URL di affiliazione per ogni prodotto.

Quando i miei visitatori si connettono al mio URL e acquistano qualcosa io guadagno il 10% di commissione.

Il problema è che gli URL di affiliazione di Amazon (ma anche molti altri) sono troppo lunghi.

Sul mio blog posso nasconderli attribuendoli come link a una parola (esempio), ma sui social network questo non è possibile.

Con Pretty Links e Clickmeter posso invece creare uno shorten URL (che non è altro che un tracking link) con l’URL di Amazon come destinazione. Esempio con Clickmeter:

Creare un tracking link di affiliazione

Come puoi ben vedere il link di affiliazione ad Amazon diventa go.dariovignali.net/contagioso.

Ovviamente è molto più elegante e professionale rispetto all’intero URL di Amazon e, tra le altre cose, ci consente di tracciare il numero di click e di inserirlo sui social network senza rendere palese che si tratti di un link di affiliazione.

Probabilmente starai pensando che con bit.ly puoi fare le stesse identiche cose.

ERRORE!

Bit.ly ha la brutta abitudine di comportarsi in modo sleale:

  • spesso e volentieri sostituisce i tuoi link affiliati con i suoi (ad esempio nel caso di amazon)
  • quando riesce toglie i dati di referral in modo che il link venga ripulito e tu non possa prendere commissioni
  • in alcuni casi mostra un pop-up di avviso di pericolo a chi fa click sui tuoi link di affiliazione

Stessa cosa avviene per Google shortener e altri servizi. Se non ci ci credi ti basterà fare qualche ricerca su Google!

Insomma, Bit.ly &CO sono proprio da escludere, a meno che tu non debba condividere dei semplici post sui tuoi canali sociali.

Un altro punto a favore di Clickmeter è la quantità di opzioni che permette di attivare per singolo tracking link:

opzioni

Prendiamo ad esempio la possibilità di mascherare gli URL.

mascherare URL di affiliazione con un tracking link

Cosa si intende? 

Si fa riferimento alla possibilità di nascondere l’url di affiliazione dalla barra degli url del browser, in modo che le persone che visitano il link non possano rimuovere il tuo codice affiliato.

Difatti, molte persone, per orgoglio e vendetta personale, tendono a eliminare il codice di affiliazione o i cookies quando devono connettersi ad uno dei tuoi links di affiliazione, cosicché tu non riceva alcuna commissione!

Simpatici, vero? :-)

In questo modo la gente, invece di vedere un url come questo

optimizepress link

Vedrà una cosa di questo tipo:

optimizepress cloacked

L’URL quindi rimane go.dariovignali.net e il codice di affiliazione rimane nascosto.

Ma veniamo al punto.

Perché sconsiglio Pretty Links e consiglio Clickmeter?

Sul piano delle funzionalità è semplice: Clickmeter è un tracker avanzatissimo con decine e decine di funzionalità in più (in questo caso ne stiamo valutando solamente una).

Ma il confronto decisivo per me avviene sul piano della sicurezza.

Ipotizziamo che un domani WordPress si aggiorni e Pretty Links diventi incompatibile per qualche ora. Hai idea di cosa accadrebbe se tutti i tuoi links smettessero di funzionare?

Smetteresti di guadagnare.

Lo scenario peggiore accadrebbe se Pretty Links venisse ritirato dal mercato e tu dovessi sistemare tutti i tuoi links. Hai idea di che lavoro sarebbe?

Tieni conto che capita che questi links non possano essere cambiati. Ne è un esempio quando si scrive un libro cartaceo e si desidera guadagnare con le affiliazioni o inserire normali link a contenuti digitali. Infatti, anche in questo caso si inseriscono dei shortened link nel testo che rimandano ad un url.

Nel mio libro potrei scrivere: “per provare questo tool vi consiglio di connettervi a go.dariovignali.net/tool1”.

Ovviamente se il link non è raggiungibile faccio una figura pessima e ci perdo pure possibili guadagni.

Ecco un’altra situazione: il tuo sito potrebbe andare down a causa del malfunzionamento del server e tutti i tuoi tracking link in giro per la rete smetterebbero di funzionare. (Sito down –> Pretty Links down).

Senza tenere conto che Pretty Links, come tutti i plugin, sovraccarica l’intero sito o blog wordpress che sia.

Insomma, potrei andare avanti per ore, il punto è che pretty links è il male fatto a plugin.

3. Hai mai pensato di creare il tuo programma di affiliazione?

supportoOk, ipotizziamo invece che tu abbia un’azienda o un blog che vende prodotti digitali (e non) sul web.

Decidi di stringere una partnership con alcuni blogger famosi del tuo mercato: per ogni vendita dei tuoi prodotti che sono in grado di generare gli corrispondi una commissione del 20%.

In pratica non stai facendo altro che creare il tuo programma di affiliazione.

Ecco che ti viene in aiuto Clickmeter, e la cosa si rivela piuttosto semplice:

  • Ti basterà creare un tracking link per ogni tuo affiliato. Come link di destinazione ci metti il tuo sito web (o una specifica landing page).
  • Sempre con Clickmeter procederai alla creazione di un pixel di conversione per ogni prodotto e per ogni affiliato. Questo pixel (codice html) lo inserirai all’interno delle tue pagine di conferma di acquisto.
  • All’interno del pannello di controllo del tracker ti basterà assegnare i diversi pixel di conversione ai link personali dei tuoi affiliati per far si che Clickmeter tracci ogni vendita generata da uno di loro.
  • Ai tuoi affiliati basterà usare il tracking link che gli hai fornito per generare traffico e vendite verso il tuo sito web e i tuoi prodotti.
  • A fine mese non ti rimarrà altro che controllare le statistiche sul tuo pannello di controllo di ClickMeter e pagare i tuoi affiliati. (con Paypal ad esempio).

Se invece sei alla ricerca di un software per creare un sistema capace di supportare decine e decine di affiliati ti consiglio shareasale, idevAffiliate, getambassador o Infusionsoft.

Clickmeter è perfetto se devi lavorare con pochi affiliati performanti e fidati.

4. Le statistiche del tuo software di email marketing fanno schifo. I tracking link invece non mentono mai.

Per fare direct email marketing utilizzo sia Mailchimp che Getresponse (il mio preferito).

Entrambi i software di email marketing sono estremamente buoni, ma non si può dire lo stesso dei loro sistemi di tracking.

Diamine, ci sono volte che segnano un open rate del 70% e un clickrate dello 0,1% e viceversa.

Inutile dire che in questi casi vi è qualcosa che non è andato a buon fine, ma la colpa è delle capacità di tracking dei due tools, non certo mia ;-)

Come faccio a saperlo? 

Semplice: ogni link che inserisco nelle mail è un tracking link di clickmeter. In questo modo riesco a controllare il numero effettivo di click.

Il vantaggio è duplice:

  • Nel caso io ricorra a email testuali e non html evito gli orrendi tracking link dei software di email marketing (che arrivano ad essere lunghi due righe)
  • Le statistiche dei click sono precise e suddivise per ogni singolo link

Senza tenere conto che i link del tipo go.dariovignali.net/xxx sono molto più fichi e attraggono l’attenzione del visitatore :-)

Infine un’altra chicca: la funzione di live streaming dei click di Clickmeter è veramente super. Nel momento in cui invio la newsletter inizio a vedere tutti i click che avvengono in tempo reale e le loro rispettive conversioni (nel caso di ipotetici prodotti in vendita).

Ovviamente la funzione non è riservata alle sole newsletters ma traccia in tempo reale tutti i tracking link che ho inserito sul mio blog o in giro per la rete.

Questa ad esempio è la schermata dei click che stanno avvenendo in questo preciso mentre scrivo:

Click in tempo reale

Il live streaming dei click è assolutamente necessario quando si fa una campagna di advertising e si vogliono dati certi e immediati. La velocità nell’aggiustare il tiro è quanto di più importante possa esistere nel momento in cui si muovono centinaia o migliaia di euro in advertising.

5. Geo redirects, e il traffico per cui pago non è mai sprecato!

tracking di una campagnaCi sono volte che io e il mio team di affiliate marketers facciamo campagne in Asia: li il traffico costa meno e la gente è abituata ad installare qualsiasi tipo di App.

Proprio per questo facciamo delle campagne CPA (cost per acquisition, dette anche CPI, cost per install) in cui ci vengono pagate piccole commissioni per ogni app gratuita che facciamo installare alla gente.

Ipotizziamo di cercare un offerta di affiliazione di questo tipo (CPA, App Install) sul network F5Media.

Troviamo due offerte che riguardano la stessa applicazione:

1) Go Keyboard – Android – CPI – PH, TH, MY che ci paga 0.40 cent per ogni installazione generata nei paesi PH (philippines), TH (Thailand), MY (Malaysia)

2) Go Keyboard – Android – CPI – Global che ci paga 0.25 cent per ogni installazione generata in qualsiasi paese

Perché mai dovrebbero esserci due campagne con payouts differenti?

Semplice: gli ideatori e i produttori dell’app vogliono incentivare le installazioni in quei specifici paesi dove l’app non è ancora popolare, ed ecco quindi che ci pagheranno di più per le installazioni in tali nazioni.

Ipotizziamo di scegliere Facebook come fonte di traffico per promuovere la prima campagna (quella da 40 cent di payout per i paesi selezionati).

Usare Facebook come traffic source è un po’ azzardato dato che il costo del traffico su Facebook è un po’ troppo alto per un payout così basso, ma pur di fare un esempio chiaro e sintetico mi permetterò questo lusso.

Ipotizziamo di mettere come url della campagna Facebook il tracking link generato con il nostro account Clickmeter e, come destinazione del tracking link, il nostro url affiliato che punta alla pagina di download dell’app.

In questo modo Clickmeter ci consentirà di tracciare i click e le conversioni (in un altro post vedremo come settare il pixel di conversione).

Ipotizziamo quindi di investire 800 euro nella nostra campagna Facebook.

Cosa accade?

Accade che qualche utente potrebbe condividere il post della promozione dell’APP. In questo modo anche i suoi amici potrebbero venire in contatto con la nostra offerta.

Ricordiamoci che il network di affiliazione F5MEDIA ci paga solamente per le conversioni (installazioni) generate verso i tre paesi in target (Filippine, Thailandia e Malesia).

Ma che accade allora se un utente della nuova zelanda entra in contatto con la nostra App e la installa?

Semplice: non ci viene pagata la commissione.

A meno che…

A meno che non facciamo un redirect geografico dei visitatori provenienti da altri paesi sulla campagna global!

Mi spiego meglio.

Con il nostro account Clickmeter possiamo fare una cosa di questo tipo:

Redirect geografico con tracking link

In questo modo, anche se un utente di uno stato non appartenente alle tre nazioni della prima campagna installa l’app, ci viene comunque riconosciuta la commissione.

Come? Reindirizzando l’utente e la sua installazione verso la seconda campagna che prevede il pagamento delle commissioni per qualsiasi paese.

Il tutto viene svolto grazie alla funzione di clickmeter grazie alla quale è possibile reindirizzare verso pagine diverse coloro che hanno fatto click a seconda della loro nazionalità.

Spero di essere stato sufficientemente chiaro ;-)

6. Acceleriamo: altri metodi di utilizzo di un offsite link tracker

Probabilmente ti chiederai: “Ma se faccio già uso di Google Analytics, ho veramente bisogno di un tracker come Clickmeter?

Lascia che ti risponda con un esempio riportatomi da Gianluca, CEO e fondatore di Clickmeter.

Ipotizziamo che questa settimana tu abbia notato un incremento del 50% nelle iscrizioni e nelle vendite medie settimanali del tuo blog o sito web.

Ovviamente la cosa è assolutamente strepitosa.

Dopo tre minuti di entusiasmo incontrollato inizi però a chiederti quale sia il motivo di tale aumento.

Ecco quindi che apri il tuo account di Google Analytics e scopri di aver avuto un picco di visite.

Ok, non fa una piega, ma da dove arrivano queste visite? Quale fonte di traffico ha generato tutte queste conversioni?

Quindi dal tuo pannello di controllo di GA fai click su “Acquisizione > Tutto il traffico > Canali” e scopri che circa il 70% del traffico è di tipo direct/none, che il 25% arriva da Google(organic) e che solo il 5% è dovuto ad altre fonti specifiche come Facebook, Twitter e altri siti web.

Questi dati non ti sono di grande aiuto, vero? Di certo non sono in grado di spiegarti quale azione di marketing ha generato tali risultati!

Ecco allora che apri il tuo account Clickmeter e fai click per vedere la lista dei tuoi link filtrata per gli ultimi sette giorni.

Ti viene quindi mostrata la lista dei tuoi link, ordinata dal link più cliccato a quello meno cliccato.

Non ci sono dubbi: le conversioni arrivano da un tweet che hai postato qualche giorno prima e che è andato virale.

Come fai a saperlo?

Semplice: nel link hai usato un tracking link e ora Clickmeter ti mostra il pauroso numero di click!

Questo dovrebbe incoraggiarti a scrivere posts e contenuti sullo specifico argomento del tweet, non credi? :-)

Bingo!

A seguire una serie di altre risorse interessanti su Clickmeter e il tracking (in inglese):

7. Conclusioni su Clickmeter, trackers e links. In più, un piccolo bonus per te!

Per quanto questo possa sembrare un post dedicato a Clickmeter, non lo è. Questo post è dedicato al link tracking.

Per spiegare l’utilizzo di un tracker dovevo usare un tool di esempio e la mia scelta è stata Clickmeter.

Ora probabilmente ti chiederai: “Perché Clickmeter?

Semplice: a differenza di tanti altri tracker clickmeter è completo e di facile utilizzo.

Per diverse campagne io e il mio team abbiamo utilizzato anche Voluum, che è un ottimo tracker.

Ma la sai una cosa? Voluum l’ho sempre lasciato utilizzare al tecnico del nostro team che si occupa del tracking.

Il problema è che Voluum è un bel po’ più complesso ed è troppo orientato alle campagne di affiliate marketing.

Clickmeter invece è super per quanto riguarda bloging, siti web, campagne di advertising, social media marketing e analisi dei risultati dei propri sforzi di marketing. Prevede pure un plugin wordpress!

Mica male!

Ecco invece un altro motivo che mi ha portato a scegliere Clickmeter:

L’azienda ha origini del tutto Italiane e una delle loro sedi è proprio a Roma e, anche se solitamente snobbo le aziende Italiane che offrono servizi per il web, Clickmeter eccelle per la sua qualità e per il suo successo internazionale.

Ecco un Post che è apparso sul sito di Amazon qualche tempo fa:

Gianluca fondatore del tracker clickmeter

Bando alle ciance: a chi consiglio clickmeter?

A tutti coloro che hanno i soldi per acquistarlo! :-)

coupon clickmeter

Scherzi a parte, la versione gratuita di Clickmeter è moooolto limitata: 1000 eventi (click) al mese sono veramente pochi e basterebbero solamente a chi ha un blog che ha aperto i battenti da qualche settimana o a chi desidera provare il tool e fare qualche esperimento.

Per il resto la versione base costa 29$ in abbonamento ed è piuttosto abbordabile. Ovviamente la consiglio a chiunque abbia un blog che in media guadagni almeno 500 euro netti al mese.

Per il resto credo che sia scandaloso che ci siano agenzie di web marketing che non utilizzino un tracker e non sappiano nemmeno cosa sia.

Se lavori in una web agency che non è munita di un buon tracker per tracciare gli sforzi di marketing e le campagne dei vostri clienti, allora corri dal tuo capo e rompigli le balle fino a che non ti apre un account Clickmeter ;-)

Ah, il momento giusto è ora!

Lo dico perché per questo post i ragazzi di Clickmeter mi hanno mandato qualche decina di coupon che danno diritto ad uno sconto del 20% sull’abbonamento del loro Tool!

Ovviamente chi prima arriva meglio alloggia :-)

Il codice da inserire nella pagina di acquisto per avere diritto allo sconto è “VIGNALI20” (senza virgolette). Affrettati prima che finiscano!

Un abbraccio,

Dario.

PS: non abbandonare il post prima di averlo twittato!!!! ;-)

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