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Perché dovresti (tornare) a scrivere.

3 min

Non ti dimenticare mai cosa ti ha portato dove sei oggi”.

Questa frase mi ha sempre fatto un certo effetto, come se una nota malinconica risuonasse dentro di me.

Sono tante le persone che si perdono. Perdono passioni, interessi e spesso anche i propri sogni.

Talvolta saliamo sulla ruota del criceto e col tempo l’inerzia della corsa diviene talmente forte da renderci impossibile fermarci.

Così corriamo, corriamo, corriamo.

Quando poi ci capita di fermarci e di guardarci indietro non riconosciamo più la strada per tornare verso casa.

Come imprenditore riconosco il rischio di tutto questo.

Non sono poche le storie di aziende o professionisti che hanno cominciato ad accumulare successi facendo qualcosa di fatto bene, per poi perdersi nel marasma delle tante opportunità.

Capita a volte che nella crescita ci sia decrescita, il problema è che ce ne accorgiamo troppo tardi.

Sai qual è la verità?

La verità è che nessuno dovrebbe mai perdere di vista il proprio punto di partenza, soprattutto quello professionale.

Il mio punto di partenza è sempre stato la scrittura. È la scrittura ad avermi forgiato consegnandomi gli strumenti che mi hanno permesso di fare ciò che ho fatto.

 

Ecco… Ultimamente mi è capitato di scendere dalla ruota del criceto e in parte lo devo anche ad Elio Amato, il direttore marketing di Marketers.

Qualche giorno fa Elio mi guarda e mi dice:

Dario, vuoi sapere qual è l’ads che ha convertito più di chiunque altra?

Ovviamente non potevo dire di no.

“Dimmi Elio“.

È stata la tua lettera: l’abbiamo presa e pubblicata su una landing, poi gli abbiamo portato traffico tramite le ads e sta performando molto più di tutto il resto“.

Una semplice lettera che ho scritto una sera davanti ad un calice di vino nella mia casa di montagna si è dimostrata essere la miglior pubblicità per il Marketers World.

Centinaia di persone hanno acquistato il biglietto dopo quella lettera.

No. Non era una newsletter.

No. Non era una dem pubblicitaria.

Era una vera e propria lettera.

Mi capita spesso di scrivere email che vorrebbero essere lettere, ma rare sono le volte in cui lo diventano veramente.

Il problema è che scrivo troppo poco.

Per me la scrittura è stata una grande amica.

Quando ero timido, scrivevo.

Quando mi sentivo perso, scrivevo.

Quando volevo spiegare qualcosa a qualcuno, scrivevo.

Che fossero pensieri, guide tecniche o parole d’amore ho sempre scritto.

Sono tanti gli studi scientifici che hanno dimostrato come scrivere, tenere un diario o mettere su carta i propri pensieri sia uno strumento di crescita personale migliore di tante sedute dallo psicologo.

Non solo…

Scrivere crea intelligenza.

Quando scriviamo è come se edificassimo ponti nelle nostre menti. Creiamo percorsi neuronali, connettiamo un’idea all’altra e lasciamo sedimentare i semi della nostra comprensione.

Vuoi comprendere davvero qualcosa? Scrivi qualcosa al riguardo.

Ecco… i periodi in cui mi sento più intelligente è perché semplicemente scrivo di più.

Certo, leggere molto fa la differenza. Ma leggere è un’attività passiva, scrivere invece rafforza la retorica, migliora la comunicazione e getta le basi per la propria conoscenza.

Non è un caso che chi scrive molto è spesso anche bravo a parlare.

Se oggi so parlare davanti alla fotocamera a braccio, senza preparare i video che devo girare, è perché parlo solamente di ciò che ho già scritto in passato.

Certo… negli ultimi anni ho scritto molto, ma il problema è che ho sempre scritto per gli altri.

Scrivere per vendere. Scrivere per stupire. Scrivere per costruire.

Invece bisognerebbe tornare a scrivere a se stessi, per se stessi.

Questo è il grande segreto di chi scrive dannatamente bene.

In un mondo dove tutti urlano per ottenere l’attenzione altrui sono convinto che la miglior forma di scrittura sia quella rivolta a se stessi invece che al prossimo.

Questa lettera infatti non è per te, l’ho scritta per me.

Ho deciso di condividerla qui, chissà che non sia utile anche a te.

Un abbraccio,

Dario.

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