Come superare la timidezza: le strategie (molto potenti) che hanno funzionato con me

“Come superare la timidezza” è un argomento che ha sempre avuto una enorme rilevanza nel corso della mia vita.

Da ragazzino infatti sono sempre stato molto timido e introverso.

Mi sono sempre sentito diverso e fuori luogo.

E posso dirlo? Un tempo mai avrei pensato che avrei fatturato milioni, viaggiato per il mondo e aiutato grandi imprenditori nel loro lavoro. 

Eppure, eccomi qui… Sono passati 10 anni dal momento in cui mi sono guardato allo specchio e ho pensato “ora basta, voglio uscire da questa gabbia psicologica!

Se non avessi seguito le strategie che a breve ti racconterò, posso garantirti che il Dario di oggi non esisterebbe.

Sarei rimasto il quattordicenne timido e impacciato, che si faceva problemi a parlare e ad essere sociale con qualsiasi estraneo.

Lascia che ti faccia una promessa: nelle prossime righe che leggerai, non troverai le solite 4 o 5 regolette che qualunque altro sito web o blog di self-help potrebbe darti, ma ti parlerò di alcune strategie pratiche e potenti.

Ti racconterò alcuni momenti significativi della mia esperienza personale, di come io stesso ho applicato ciò di cui ti parlerò e di come tutto mi abbia permesso di vincere la mia timidezza.

Sei pronto?

Cominciamo.

Perché la timidezza è un problema

Qualche tempo fa ho fatto un sondaggio all’interno del mio profilo instagram @dariovignali e ho chiesto alle persone che mi seguono se si sentissero più introverse o estroverse.

Il risultato?

Oltre il 70% ha risposto introverse.

Subito dopo, ho chiesto quanti tra gli introversi, si sentissero anche timidi o comunque impacciati nelle relazioni.

La maggior parte delle persone ha risposto che si sentono timide, anche se poi magari, la maggior parte delle volte, nemmeno lo sono realmente.

Questo perché molto spesso si tende a confondere e scambiare per sinonimi questi due termini.

Essere introversi non è un problema, ma anzi, è un punto di forza, una caratteristica.

La timidezza, invece, sì, è un problema.

Se ci pensiamo bene, quando ci capita di trovarci in contesti imprenditoriali o professionali, uno dei più grandi problemi è la nostra comunicazione paraverbale, ossia non ciò che diciamo ma come lo diciamo.

Come comunichiamo con il nostro corpo, con la nostra voce, il modo in cui noi stessi rappresentiamo quello che raccontiamo attraverso le nostre espressioni facciali e tramite i movimenti del nostro corpo.

Dario Vignali public speaking Marketers World

A proposito, ho scritto un articolo dove ti do potenti consigli e strategie su come parlare in pubblico senza paura

Il paraverbale, a livello comunicativo è fondamentale e conta parecchio, perché definisce il nostro carisma.

E se il tuo carisma è debole o ancora peggio, inesistente, è la fine.

Perché per superare la timidezza dobbiamo parlare di carisma?

Una persona timida è in qualche modo una persona che non è riuscita a far fiorire il proprio carisma, è come se avesse una comunicazione sbiadita, come se comunicasse costantemente in scala di grigi.

A noi tutti piace seguire le persone carismatiche.

A te piace.

A me piace.

Ci piacciono dannatamente tutte quelle persone che sanno parlare per loro stesse e che sono in grado di dare voce alle nostre argomentazioni mentali.

Quando ascoltiamo qualcuno e poi ci capita di dire dentro di noi: 

“Sì, è quello che penso anche io! Cavolo questa persona sta dicendo esattamente ciò che io non ho il coraggio di dire, sta dicendo ciò che io penso da anni!”

Questo tipo di comunicazione è quello che, in qualche modo, ci fa credere.

E credere, sta alla base di tutta l’esperienza umana.

Come esseri umani abbiamo costruito in passato e continuiamo a farlo anche adesso, un’intera società basata proprio sulla nostra capacità di credere a qualcosa di più.

Alla nostra capacità di comunicare e credere a concetti, idee e progetti.

Per far sì che gli altri credano, e quindi avere una comunicazione dannatamente efficace, dobbiamo essere i primi a credere in noi stessi.

Il problema della grande timidezza, è che genera un tipo di comunicazione inefficace, che molto spesso fa sembrare che non crediamo in noi stessi.

Non crediamo nelle nostre idee.

Non crediamo nella nostra capacità di fare qualcosa di grandioso.

Non crediamo nel produrre prodotti che meritino di essere acquistati o nell’elargire servizi che meritino di essere scelti da altri professionisti.

Se vado a un incontro di lavoro e sarò timido e impacciato, comunicherò una scarsa capacità di credere in me stesso.

E se non sono il primo a credere in me stesso, perché dovrebbero essere gli altri a credere in me?

Come sconfiggere la timidezza: le 7 strategie potenti che ho utilizzato

La timidezza è un segnale negativo per chi è là fuori a chiedersi quale professionista dovrebbe scegliere.

Quindi ci chiediamo: come è possibile scrollarsi di dosso la timidezza e diventare persone che, magari effettivamente sono introverse, ma che non sono timide?

Sappi che, se c’è una cosa che è vera, è che la timidezza può essere curata.

Può essere eliminata.

E come si fa?

Come in ogni cosa: bisogna uscire dalla propria zona di comfort.

Dobbiamo andare a distruggere, a sconfiggere, i nostri demoni.

1. Migliorare sé stessi con i feedback

Adesso ti dico la verità.

Se vuoi davvero crescere, migliorare, se vuoi davvero diventare una persona migliore e superare la tua timidezza devi affrontare le tue paure.

Devi, talvolta, anche immergerti nel dolore, per citare David Hawkins.

Questo che vuol dire, Dario?

Significa che dobbiamo necessariamente riuscire ad eliminare un’esperienza, o un insieme di esperienze negative, andando a sostituirle con dei feedback positivi.

feedback positivo

Nuove azioni, nuove esperienze positive, che vadano a sostituire quelle vecchie.

Inizia ad agire come una persona non timida.

Scoprirai che comportandoti come una persona non timida, starai meglio, sarai più felice e soprattutto, scoprirai che le persone là fuori non hanno niente contro di te, contro di noi, ma anzi sono ben disposte ad avere a che fare con noi e parlare in maniera piacevole e aperta.

Che poi, la cosa più incredibile, è che le persone effettivamente non vedono l’ora di parlare con noi!

Siamo noi, che pensiamo sempre il contrario.

E questo pensare di essere fastidiosi o poco divertenti, poco interessanti nei confronti delle altre persone, ci fa agire come timidi.

La verità è che tutti quanti abbiamo una paura matta di andare a rompere le scatole al prossimo, quando in realtà il prossimo è lì che aspetta un modo e una scusa per poter comunicare con qualcuno, per potersi sentire a sua volta interessante.

Questa ricerca costante di, in qualche modo, approvazione anche da parte delle altre persone non dovremmo mai sottovalutarla.

C’è uno studio piuttosto interessante, nel quale sono state studiate le zone del mondo dove le persone campano più di 100 anni, tra l’altro una di queste si trova anche in Sardegna.

Sto parlando dello studio sulle Blue Zone.

Sai qual è il focus comune di queste persone?

Hanno un ruolo sociale estremamente rilevante e appagante.

Per esempio, gli anziani giapponesi, sono i saggi dei villaggi e hanno la capacità e la responsabilità di istruire i giovani, di indicargli un percorso, una strada, e in qualche modo passargli la propria saggezza.

Ecco perché continuano a vivere così a lungo, danno una scusa alla loro mente per sentirsi rilevanti, per riuscire ad ottenere un senso di missione.

2. Iniziare a parlare con gli sconosciuti

Il punto è che quando ci ritroviamo a parlare con un estraneo e gli facciamo una domanda o gli chiediamo un aiuto, diamo a quella persona un senso di missione.

Quella persona si sentirà automaticamente rilevante e appagata nel poterci aiutare, nel poter parlare con noi.

In un articolo della rivista The Atlantic, è stata citata una ricerca secondo la quale quando parliamo con uno sconosciuto, il nostro cervello si attiva e sviluppa endorfine (gli ormoni del benessere) e serotonina (l’ormone della felicità).

superare la timidezza parlando con sconosciuti

Ci sentiamo più felici.

Ci sentiamo più soddisfatti.

Ci sentiamo importanti per qualcuno.

Tutto questo insieme di ricerche e dati, ci dice una sola grande verità: quanto è importante imparare a parlare con il prossimo, con gli sconosciuti.

Io stesso ho testato su di me questa pratica davvero potente, facendo un paio di esperimenti che all’inizio mi sono sembrati davvero folli, ma che hanno fatto la differenza per la mia timidezza.

Te ne parlo più approfonditamente ai punti numero cinque e sei.

3. Proviamo a uscire dalla nostra identità

Una delle più grandi difficoltà che abbiamo noi come individui, nei nostri contesti sociali, con le persone che già conosciamo, è quella di uscire dalla nostra identità.

Le persone che ci conoscono ci hanno messo addosso una maschera che è diventata nel tempo quella che noi stessi sentiamo di ricoprire.

Mi spiego meglio.

Se fino ad oggi sono stato timido con i miei amici, o con la mia cerchia sociale, con i miei colleghi, ecc. da domani sarà piuttosto difficile agire improvvisamente come una persona senza timidezza.

A quel punto, sembrerà di essere estranei con quelle persone che invece ci conoscono da sempre sotto altre spoglie: quelle della timidezza.

In questo modo diventa dannatamente difficile allenarsi a cambiare personalità, cambiare identità, proprio perché ci cristallizziamo nel modo in cui ormai quelle persone che ci conoscono ci vedono.

4. Superare la timidezza con i viaggi

Per poter giocare al meglio con la nostra identità e liberarsi della maschera di persone timide, viaggiare da soli è un toccasana.

Le persone non ci conoscono, non sanno realmente chi siamo.

Tempo fa, ho conosciuto un grande viaggiatore, il quale mi ha raccontato di un bellissimo esperimento che ognuno di noi può fare durante il proprio viaggio in solitaria: fingere di essere una persona che non siamo.

E perché mai dovrei fingere di essere una persona che non sono?

Per imparare a uscire dai limiti della nostra identità.

Più invecchiamo, più cresciamo, più crediamo di essere un tipo di persona e più iniziamo anche a credere di non poter diventare altro.

viaggiare da soli

Viaggiare e sperimentare nuove identità, ci aiuta a scoprire che magari potremmo essere un’altra tipologia di persona, che può anche piacerci di più, e soprattutto ci aiuterà a collezionare i feedback positivi di cui ti parlavo prima.

Impara ad estendere i confini della tua timidezza.

5. Sorridere alle persone che non conosciamo 

Come ti ho accennato all’inizio di questo articolo, anche io all’inizio della mia vita da adolescente sono stato un timido patologico.

Un esercizio a dir poco spettacolare nel quale mi sono imbattuto al tempo e che ho applicato da subito e per tutto il corso della mia vita, è stato quello di sorridere sempre alle persone che non conosco.

Quelle che mi passavano accanto sul marciapiede, quelle che incrociavo al supermercato o nei negozi, insomma chiunque.

All’inizio è stato difficile anche solamente incrociare lo sguardo di quelle persone.

Il segreto è partire con poco: quando ti trovi magari sul marciapiede e vedi un’altra persona di fronte a te che si sta avvicinando, alza gli occhi solo quando sarà a due o tre metri di distanza.

Incrocia il suo sguardo, sorridi e vai oltre.

Se ti abituerai a farlo ogni singolo giorno, magari di proposito, ti assicuro che piano piano migliorerai.

Diventerà una cosa sempre più facile, fino a quando ti ritroverai a sostenere lo sguardo di quella persona sconosciuta magari quando mancano già dieci metri.

6. Dire frasi senza senso agli sconosciuti

Un altro esercizio che ho fatto da ragazzino, l’ho letto su una rivista americana, è stata una cosa davvero assurda.

L’esperimento riguardava il dover andare in giro a dire cose completamente nonsense agli sconosciuti.

Pensa la follia, già era difficile parlare con qualcuno di completamente estraneo, immagina poi dire qualcosa di assurdo, di pazzo.

Non necessariamente deve essere qualcosa che infastidisca, in quella rivista per esempio suggerivano di dire frasi del tipo: “ricordati di essere felice”.

Mi ricordo che ho passato un pomeriggio intero, andando in giro in macchina, e appena incrociavo qualcuno di sconosciuto mi affiancavo, abbassavo il finestrino e dicevo: “la vita è una, ricordati di essere felice”.

È stato un esercizio e un esperimento sociale davvero particolare.

La cosa più bella è stata poter vedere le reazioni degli sconosciuti e in base a questo capire se potevano essere persone timide come me, che quindi reagivano in maniera strana perché si sentivano messi in imbarazzo, cercavano di capire cosa stesse succedendo.

C’erano altri invece che reagivano in maniera estremamente positiva e istantanea, sorridendomi a loro volta o dicendomi qualcosa di altrettanto bello.

Il pomeriggio che ho passato sperimentando questo ultimo esercizio è stato davvero significativo e interessante.

Ti rendi conto, anche se dici cose esagerate o imbarazzanti, di quale può essere lo scenario peggiore e soprattutto… che non esiste!

Puoi dire cose fuori dagli schemi, ma dall’altra parte non ci sarà mai una reazione pericolosa, nessuno ti insulterà e alla fine anche se qualcuno lo facesse, cosa succede?

Non succede assolutamente niente.

Questo genere di esperimenti, una volta portati avanti, ci fanno avere i feedback positivi necessari e in questo modo iniziamo a uscire dai confini della nostra identità, quell’identità che ci mettiamo addosso giornalmente, quell’identità che continuiamo a credere che ci appartenga.

In realtà, è semplicemente il risultato delle nostre esperienze.

Alla fine, diventa un loop positivo: cambiamo le nostre esperienze, cambiamo i nostri risultati e cambiamo la nostra identità.

E si riparte.

7. L’insegnamento finale per eliminare la timidezza

Dobbiamo darci degli obiettivi.

Dobbiamo darci una scadenza.

Dobbiamo sistematizzare la ricerca di contesti in cui possiamo andare contro la nostra finitezza

Dobbiamo allenarci ad uscire dalla nostra personalità.

Questo è il modo definitivo per eliminare la timidezza, ed è assolutamente possibile farlo.

Bisogna impegnarsi e bisogna, un passo dopo l’altro, imparare ad essere quel tipo di persona che, per esempio, quando entra in un bar fa delle domande al barista.

La timidezza ci chiude in un processo psicologico, in un feedback loop, totalmente negativo.

Sono timido, ma non vorrei esserlo, quando esco vorrei essere un’altra persona, ma mi comporto da timido. 

Dentro di me c’è un’altra persona, ma quella persona non la riesco a far uscire e questo mi fa incazzare perché in verità lo so che non sono così, che ho qualcosa da dire”.

Questo è il processo psicologico delle timidezza.

In conclusione: ti do altri 3 suggerimenti per superare la timidezza

In questo articolo, con le 7 strategie di cui ti ho parlato, ho cercato di darti una visione più dettagliata di come funziona la timidezza e di quanto possa essere invalidante se vuoi fare carriera nella vita professionale.

Ma anche se vuoi diventare una persona più carismatica nella tua vita quotidiana.

Ho messo a tua disposizione le mie esperienze personali, a dimostrazione del fatto che è davvero possibile sconfiggere definitivamente la timidezza.

Voglio darti ancora tre suggerimenti che ti saranno estremamente utili per la tua timidezza:

  • Per capire come diventare una persona più carismatica e applicare il tutto anche nella tua comunicazione, ti consiglio di guardare questo video.
  • Se vuoi confrontarti o cercare supporto in altre persone che come te amano, vivono o lavorano nel mondo digitale, e che sono riuscite a superare la loro timidezza o magari ancora ci stanno lavorando, ti suggerisco di entrare a far parte di Marketers Pro, la prima community privata di creators, marketers ed imprenditori digitali.
  • Raccontami nei commenti la tua esperienza, sarò felice di leggere ciò che pensi e magari potrai aiutare anche altri sconosciuti a fare il primo passo per eliminare la timidezza.

Un abbraccio,

Dario

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Dario Vignali

Ciao sono Dario! Ho fondato Marketers e altre aziende digitali mentre viaggiavo per il mondo.

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