Medium.com: la mia recensione del nuovo social media di Twitter

medium italiaIn questo post ti offro la mia recensione personale a riguardo di Medium.com, il social media di Twitter di cui tanto ho parlato.

Ti invito a leggere anche gli altri articoli che ho postato sul mio profilo medium.

Un po’ come il primo uomo sulla Luna, sono stato uno dei primi Italiani su Medium.com.

Lo ammetto, ero piuttosto emozionato.

Sono fatto così. Appena so che sta per uscire la nuova “chicca” del momento mi entusiasmo a tal punto da controllare in modo ossessivo la sua data di uscita.

Quando uscì Medium, era da mesi che andavo avanti: mi collegavo a medium.com giornalmente nella speranza che mi concedessero finalmente la prova del servizio.

Poi, finalmente, l’ho provato per la prima volta. Ed ecco quali sono state le mie opinioni a caldo, sul momento.

Medium a prima vista

Ci tengo a precisare che quello che sto scrivendo è frutto dei miei primi 20 minuti di navigazione su questa nuova piattaforma

Come definire Medium?

Medium non è altro che l’ennesimo social media, ma con la particolarità di essere dedicato al mondo dei blogger e di chi di scrittura se ne intende.

La sua organizzazione e le sue funzioni sono incredibilmente identiche a quelle di Pinterest, unica eccezione la fanno i contenuti, che sono prettamente testuali (o fotografici).

Le Collections

Al centro dell’universo ci sei sempre tu, con il tuo profilo.

Da questo partono tanti rami, le cosidette “Collections”, che come funzionamento sono identiche alle famigerate board di Pinterest, tanto per comprenderci!

Le Collections del tuo profilo le puoi coltivare tu, con i tuoi soli contenuti, o puoi farlo in modo più sociale condividendone la formazione con altri utenti Medium: in questo modo chiunque potrà pubblicare nuovi post nella tua collection.

Attraverso le collections c’è quindi la possibilità di farsi notare e trovare nuovi lettori.

Ma sopratutto attraverso queste si può realizzare qualcosa che sino ad oggi era impensabile per ogni blogger…

…realizzare un “blog” (se così si può definire) pluritematico!

Lo so, una tale brutalità suona quasi come una bestemmia per noi blogger.

Regola n°1 in ogni post sul come diventare blogger di successo: mai creare contenuti non pertinenti al tema del tuo blog, cura solo la tua passione primaria e rendila una fonte seria e professionale.

Probabilmente da oggi dovrai rimuovere queste convinzioni dal tuo modo di vedere la rete.

Su Medium – con le collections – puoi davvero parlare di ciò che vuoi: dedicate una collections al tuo lavoro, una al giardinaggio, l’altra alla crescita professionale. I tuoi utenti seguiranno solo le collections che gli interessano.

L’editor, il design, l’user experience

Medium è come lo vedi, non c’è nient’altro.

Non è come un CMS simil wordpress con una dashboard completa, o un editor di testo ricco di settari.

Vedi-ciò-che-scrivi!

Questa è la filosofia di Medium.

Comunque sia l’effetto è sorprendente: una leggibilità del font più che rara e un design minimale capace di dare risalto al contenuto degno di Steve Jobs.

Qualche tecnicismo

Un consiglio a tutti i masticatori di SEO: mettetevi il cuore in pace.

Proprio così, non vi è ancora modo di sapere come saranno trattati da Google i contenuti postati su Medium.com.

Medium supporta le statistiche, che sono già integrate negli strumenti offerti all’utente (Nulla di paragonabile a Google Analytics)

Con Medium non è possibile modificare il design del profilo o inserire widget di qualsiasi tipo: tutto è incentrato sulla qualità dei contenuti.

Medium.com è il miglior amico per chi, come me, apprezza i valori del content marketing.

Qual è il futuro del blogging

È evidente come l’uscita di Medium lasci immaginare un panorama nel mondo dei blogger piuttosto diverso da quello attuale.

Sicuramente se una società importante e benvista nel web come Twitter si è lanciata in un progetto di questo tipo è perché ha intravisto qualche possibile scenario futuro per medium.com

Avevo già fatto qualche considerazione sull’evoluzione del blogging dopo l’avvento dei social media e della microinformazione.

È ovvio che una piattaforma come Medium, supportata da un social network come Twitter potrebbe riscuotere un grosso successo:

ma siamo in grado di abbandonare il nostro blog o sito personale per buttarci su un social network che potrebbe chiudere da un giorno all’altro mandando in fumo anni di SEO sul nostro blog precedente e vanificare ogni impegno di costruzione di una community?

La mia risposta personale

Ok, faccio fatica alle parole che sto per dirti.

Nel blogging sono ancora un tradizionalista: due colonne, widget nella sidebar, newsletter per i lettori, tag e categorie.

Però mi sto anche rendendo conto di come stia cambiando in breve tempo il panorama e di quale sia la migliore soluzione per rimanere al passo coi tempi.

Vuoi sapere come vedo il futuro dei blogger?

Contenuti in valigia e continuo movimento!

Non sarà più il nome del tuo blog a contare, ma ciò che scrivi.

La Google Authorship farà da padrona dell’informazione e i tuoi lettori affezionati vi seguiranno ovunque scriviate tramite la condivisione dei vostri contenuti sui profili dei social media.

Se saremo furbi cercheremo di convincere il flusso di persone che ci seguono a iscriversi alla nostra newsletter cosicché – ovunque andremo – saranno sempre in grado di trovare i nostri contenuti.

La SEO? Addio.

Queste sono le mie personali considerazioni.

Sono curioso di sapere le tue.

Dario.

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Dario Vignali

Ciao sono Dario! Ho fondato Marketers e altre aziende digitali mentre viaggiavo per il mondo.

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