Molti hanno una newsletter, pochi fanno email marketing veramente.
In questa guida ti spiegherò quale sia la miglior strategia di direct email marketing per generare risultati e produrre profitti con la tua newsletter.
Scoprirai anche come sia possibile rientrare dai tuoi investimenti e come impostare una serie efficace di autorisponditori: automatizzare il proprio business spesso porta a GRANDIOSE conseguenze!
Giusto per tirarmela un po’: questo è il post sull’email marketing più lungo e completo che sia mai stato scritto in lingua italiana ;-)
Sei pronto? Si comincia!
PS: prendi fuori carta e penna per prendere appunti, questa guida sull’email marketing sarà piuttosto lunga! ;-)
La maggior parte della gente che crede di fare Email Marketing lo fa nel modo sbagliato
Nel primo capitolo di questa guida ti avevo spiegato come creare una newsletter di successo e guadagnarci 16.000 euro in una settimana.
Dopo il primo post tanti lettori, presi dall’entusiasmo, sono corsi su GetResponse e hanno creato il proprio account.
La verità però è che la maggior parte di questi ha abbandonato l’idea di creare una newsletter dopo poco e tanti altri nemmeno ci hanno provato.
È la solita storia.
Sei in crisi con la tua ragazza o con il tuo compagno e chiedi il parere dei tuoi amici.
I tuoi amici ti danno ottimi consigli.
Purtroppo però non c’è nulla di più deprimente di un buon consiglio, così finisci per convincere te stesso che il tuo lui/lei è diverso e che i consigli dei tuoi amici – nel tuo caso – non potrebbero mai funzionare.
Allo stesso modo, molti blogger o internet marketer credono che la newsletter – nel loro caso – sia assolutamente priva di senso.
Cazzata. La Newsletter è uno strumento indispensabile per chiunque lavori o porti avanti un progetto sul web.
Mi spiace vedere come diverse persone – autoproclamatesi esperte di web marketing – snobbino uno degli asset più importanti dell’intera rete.
Non vorrei risultare melodrammatico, ma non ci rimane che twittare l’aforisma della giornata :D
[Tweet “L’internet marketing è come il sesso: tutti credono di essere bravi a farlo”]
Ogni blogger, internet marketer o webmaster dovrebbe saper bene che, per lavorare in maniera efficace, puntando a risultati certi, servono alcuni strumenti INDISPENSABILI.
In ordine di importanza:
- Una connessione a internet super-veloce
- Un computer potente che non faccia perdere tempo
- Un hosting performante
- WordPress unito a uno dei migliori template
- Un sistema di Newsletter marketing
- Un software di Tracking (Io utilizzo Clickmeter per il blog e Voluum per le campagne)
- Un software per creare landing page (OptimizePress è ottimo)
- Un tool di A/B testing (Optimizely è molto buono, ma per risparmiare utilizzo la funzione rotator di ClickMeter o quelle integrate in Leadpages, OptinMonster o Unbounce)
Come puoi ben vedere, la newsletter viene subito dopo gli strumenti strettamente necessari per strutturare la propria presenza sul web.
Se vuoi delle ottime motivazioni per creare la tua newsletter rileggiti il primo articolo. Se invece l’hai già creata ma ti sembra di non fartene un tubo, questo è il post che aspettavi!
Nota bene, ti sconsiglio di leggere questa guida senza aver letto la prima parte, potresti non capire diverse cose.
Consigli di Direct Email Marketing: la strategia più efficace per generare profitti e ottenere risultati
Lascia che ti dica una cosa. Se non hai ancora tratto vantaggio dall’email marketing è perché non hai ancora strutturato una strategia efficace.
La strategia più efficace è una e una sola. Ne dubitavi?
Sino a oggi sul blog ne ho parlato in maniera disordinata, facendo riferimento solamente ad alcuni anelli della catena.
Oggi, rimettendo assieme gli anelli, ti mostrerò la strategia completa.
Sei pronto? Eccotela:
Newsletter marketing = Lead Generation + Lead Nurturing + Asset’s Growth + Conversions = Profits
Ok, in inglese suona fichissima, vediamola ora in Italiano:
Email marketing = Nuovi iscritti alla Newsletter + Educazione degli iscritti + Crescita di altri canali + Conversioni = Profitti
Ammettiamolo, suona malaccio. Se il marketing utilizza termini inglesi un motivo c’è :-)
Twittala subito al tuo pubblico e proseguiamo con la lettura!
[Tweet “Scopri la miglior strategia per i tuoi sforzi di #email #marketing!”]
Scomponiamo ora la strategia nei suoi step elementari e analizziamoli uno ad uno.
1. Lead Generation: il primo elemento di conversione del tuo piano strategico di email marketing
Alzi la mano chi conosce la lead generation!
Se non l’hai alzata può significare due cose: o non mi prendi sul serio, oppure non conosci la lead generation (e questo è molto grave, almeno quanto il non prendermi sul serio!)
E allora chiediamocelo… Cos’è la Lead Generation?
La lead generation consiste nella generazione di iscritti alla tua newsletter (optin), ed è il primo passo verso la qualificazione del tuo traffico.
Cosa intendiamo per qualificazione del traffico? Intendiamo una prima scrematura dei tuoi visitatori.
Lasciami spiegare.
A meno che non scrivi per hobby, il tuo sito web o il tuo blog DEVE avere un obiettivo.
L’obiettivo, che chiamiamo conversione finale, può essere riferito all’acquisto di un prodotto o alla richiesta di preventivo per qualche servizio.
Ovviamente ci sono altri tipi di conversioni: se sei un politico dotato di blog personale, il tuo obiettivo potrebbe essere quello di generare nuovi voti grazie alla tua strategia di email marketing.
È importante comprendere che non tutti i visitatori sono in-target con il proprio obiettivo.
Tra l’altro…
[Tweet “Lo sapevi che il 90% dei tuoi visitatori lasciano il tuo sito per non tornare mai più?”]
Proprio così. La maggior parte dei visitatori che arrivano sul tuo sito lo abbandonano per cercare risposta alle proprie domande altrove.
Compreso questo, possiamo procedere con un esempio.
Ipotizziamo che il mio blog guadagni dalla vendita di un corso di email marketing.
Non è detto che la ragazze che arrivano sul mio blog cercando “diventare fashion blogger” siano interessate alle mie (e nostre) “stronzate da nerd”.
Anzi, è molto facile che non lo siano affatto, ed è proprio per questo che non si iscrivono alla mia newsletter.
Devi però considerare che a me, del fatto che si iscrivano o meno, poco importa, perché difficilmente acquisterebbero il mio fantastico corso di email marketing.
Insomma, alla fine dei giochi non me ne viene in tasca niente. (Sono pure fidanzato caspita!)
A questo punto avrai capito che alcuni lettori sono più importanti di altri.
La qualificazione di un visitatore, ossia la sua iscrizione alla tua newsletter, si traduce in un nuovo prospect.
Se ti stai chiedendo cosa sia un prospect la risposta è piuttosto semplice: un prospect non è altro che un potenziale cliente che in futuro potrebbe acquistare i tuoi prodotti, il tuo libro o i tuoi servizi.
Un avido Internet Marketer vede la propria lista di prospects (iscritti alla newsletters) come un vero ATM (Bancomat). Basta trovare la giusta strategia (o il suo giusto PIN) per prelevare il più possibile. (Brividi!)
Ora, lascia che te lo dica…
Non beccherai mai un becco di un quattrino finché la tua strategia di email marketing sarà limitata al mandare un’email di notifica quando esce un nuovo post sul tuo blog! MAI.
E pensare che il 70% dei “marketer” Italiani si limita proprio a questo.
Torniamo ora alla Lead generation.
La domanda che sorge spontanea è “come massimizzo i miei sforzi di lead generation?“.
Giusto. Come puoi attrarre il maggior numero di visitatori, farli interessare ai tuoi contenuti e farli iscrivere alla tua newsletter?
Con i Freebie ovviamente!
Un esempio di Freebie è il solito ebook che ti viene regalato in cambio della tua iscrizione alla maggior parte dei blog di web marketing.
Se chiedete un suggerimento al tipico Internet Marketer Italiano per aumentare gli iscritti alla vostra Newsletter vi dirà semplicemente “Cacciagli un bell’ebook in regalo ed è fatta!”.
E invece NO.
Secondo recenti ricerche è emerso che al popolo del web – degli ebook gratuiti – non gliene frega più niente.
Difatti, sempre secondo una ricerca di Harvad (già citata nel post “come creare una newsletter“), difficilmente la gente legge ciò per cui non ha pagato.
Gli ebook gratuiti vengono scaricati, messi in una cartella e dimenticati per sempre.
Come affermano i ragazzi di Leadpages, i migliori freebie non sono gli ebook, bensì piccoli report di due o tre pagine contenenti strumenti e informazioni utili e velocemente consultabili.
Un altro errore comune è quello di creare un solo freebie e renderlo disponibile nella propria sidebar in cambio dell’iscrizione alla newsletter.
I Freebie dovrebbero essere tanti, dedicati a diversi argomenti e inseriti all’interno dei post più letti.
Ecco cosa dovresti fare:
- Aprire Google Analytics
- Scoprire e segnare quali siano le pagine o i post più letti del tuo sito web
- Produrre un PDF di due o tre pagine per ognuna delle pagine segnate
- Inserire all’interno di ogni PDF contenuti, risorse, strumenti o idee inerenti alla pagina corrispettiva
- Rendere disponibili al download i PDF sulle corrispettive pagine. Ovviamente, in cambio dell’iscrizione degli utenti alla tua newsletter.
Certo, ci vuole un po’ di tempo, ma solamente così otterrai enormi risultati.
Riassumendo, potremmo quindi dire che la lead generation ha il compito di massimizzare il tasso di conversione del numero di visitatori che si iscrivono alla nostra newsletter.
Lo si può fare in diversi modi:
- Aumentando i form: ossia aumentando i moduli di iscrizione alla newsletter contenuti nel nostro sito
- Diversificando i form: inserendone ad esempio uno nella sidebar, una in una optin page, una al termine dei post, una nella hellobar e una in un pop-up di exit intent (di cui abbiamo parlato nel post precedente)
- Aumentando i freebie: lo stesso freebie non può interessare tutti i visitatori. Aumentando i freebie aumenterai il tasso di opt-in
- Aumentando il traffico: aumentando il traffico verso il tuo sito web aumenteranno pure le iscrizioni alla tua newsletter
- Diversificando i freebie: non limitarti ai semplici PDF, prova invece con registrazioni audio o video tutorial.
Ricorda sempre che nella lead generation non devi mai perdere di vista l’opt-in rate, ossia la percentuale dei visitatori che ogni giorno si iscrivono alla tua newsletter.
Tutto chiaro? Chiudiamo il paragrafo sulla lead Generation con una semplice infografica:
2. Lead Nurturing: come far esplodere l’open-rate e i profitti delle tue email!
Ok ci siamo, ora posso sfogarmi.
Come dicevo, la maggior parte della gente che afferma di fare email marketing non ha nemmeno un’idea di cosa sia l’email marketing.
Il 99% dei blogger si iscrivono a MailChimp per ottenere un account gratuito e poi si limitano a inviare ai propri iscritti gli ultimi post pubblicati.
Risultato: i lettori cancellano la loro iscrizione in favore di un semplice abbonamento al feed RSS del blog e l’open rate cala sotto il 5%. La lista è da buttare.
Il 99% delle aziende invia newsletter a solo titolo promozionale: nuove offerte, saldi, nuovi arrivi.
Risultato: le persone iniziano ad associare alle mail e al brand dell’azienda un’emozione negativa. La cancellazione dalla lista diviene d’obbligo.
Vuoi vedere delle newsletter impostate veramente bene? Allora iscriviti a Freeletics, Buzzfeed o Mr Porter.
Prima di continuare chiariamo tre concetti basilari:
- Quando parlo di lista intendo la lista di iscritti alla newsletter
- L’open rate è il tasso di apertura delle email che invii alla tua lista
- Il CTR, detto Click Through Rate è il tasso di click delle tue newsletter.
Se hai 100 iscritti e invii una newsletter e solamente in 10 su cento la aprono significa che hai un open rate del 10%.
La tua newsletter potrebbe contenere un link che punta verso un post del tuo blog o verso una pagina promozionale dei tuoi prodotti.
Se su 10 persone che hanno aperto la tua mail solo 3 fanno click sul link significa che hai un CTR del 3%.
Tutti i software di email marketing integrano il tracking dell’open-rate delle newsletter. Giusto per farti un esempio, ti allego uno screenshot del mio pannello di controllo di Getresponse:
Ora, sia chiara una cosa, tra gli obiettivi dell’email marketing vi è quello di mantenere alti nel tempo CTR e open rate delle newsletter.
Un open rate scarso significa meno click. Un minor numero di click significa minori visite alle tue landing page o ai tuoi post.
Tutto questo si traduce in MINORI PROFITTI.
C’è un’altra implicazione piuttosto importante:
se il tuo open rate è inferiore al 40% significa che stai sbagliando qualcosa.
Se continuerai a sbagliare, il tuo open rate continuerà a diminuire drasticamente.
I lettori è più facile perderli che trovarli. Gli iscritti alla newsletter invece sono quasi impossibili da recuperare: una volta che una persona si abitua a non aprire le tue newsletter, difficilmente tornerà a farlo!
Dal momento che riportare in vita una lista morta è pressoché impossibile, è importante imparare subito a fare email marketing come si deve!
Sai fare Lead Generation?
Non basta!
La lead generation corrisponde solamente ad 1/4 delle capacità richieste per fare email marketing.
Ancor più difficile della lead generation è il lead Nurturing.
Per lead nurturing si intende il “nutrimento”, ossia l’educazione, dei tuoi iscritti (Lead).
Cosa significa nutrire o educare i propri lead?
Significa prenderli per mano e condurli nel tuo mondo, raccontandogli chi sei, quali siano i tuoi valori e perché dovrebbero seguirti.
Il primo passo per fare lead nurturing è avvicinare i lead ai nostri contenuti.
Come? Mostrandogli quali siano i post o le pagine del nostro sito web che andrebbero lette per prime.
Mi spiego meglio con l’esempio di Tommaso.
Tommaso è un ragazzo liceale che non desidera altro che creare il proprio business sul web.
Scovando dariovignali.net sui social arriva sulla home del mio blog.
Purtroppo gli articoli presenti nella home del mio blog sono troppo tecnici e Tommaso dovrebbe sfogliare diverse pagine prima di trovare un post alla sua portata.
Tommaso decide così di abbandonare il sito, ma prima di farlo si affretta a iscriversi alla newsletter.
Il nostro amico liceale aveva notato il form di iscrizione nella sidebar o magari in fondo a ogni post del blog, ma decide di iscriversi solamente quando sta per andarsene.
Proprio così, perché quando Tommaso va per chiudere il pannello del browser viene attivata sul blog la tecnologia di exit-intent di OptinMonster.
Optin-monster lancia così un pop-up che il nostro liceale non può ignorare: Tommaso decide quindi di inserire la sua email e scaricare il report in PDF in cambio della sua iscrizione alla Newsletter.
GetResponse si attiva e automaticamente inserisce Tommaso all’interno del funnel di autorisponditori.
Gli autorisponditori sono lo strumento più potente che esista in termini di direct email marketing.
Il motivo è semplice: ci consentono di automatizzare l’intera strategia e di ottenere risultati anche mentre si dorme. Tra poco vedremo come funzionano.
Tommaso, iscrivendosi alla mia lista, inizia a ricevere le mie mail automatiche.
La prima mail gli spiega da dove iniziare a leggere e da quali contenuti dovrebbe partire.
Questo semplice trucchetto fa sì che in media, ogni iscritto alla mia newsletter, apra e legga almeno 10 post del mio blog.
Inutile dire che questa singola strategia fa schizzare alle stelle le mie pageviews mensili.
La mail successiva, che Tommaso riceve il giorno seguente, contiene un semplice sondaggio GetResponse: in cambio della risposta al sondaggio, il nostro amico liceale potrà ottenere dei contenuti più specifici ai suoi interessi.
Il sondaggio gli chiede semplicemente quali siano i suoi argomenti preferiti.
In questo modo riesco ad avere statistiche dettagliate e costanti nel tempo capaci di indicarmi quali siano le preferenze dei miei lettori.
Seguendo le indicazioni del sondaggio posso produrre infoprodotti che il mio pubblico sia intenzionato a comprare e scrivere contenuti che il mio pubblico sia intenzionato a leggere.
Nel frattempo Tommaso continua a divorare i contenuti che gli vengono dati in pasto dal mio autorisponditore e pian piano divene sempre più esperto.
A loro volta le mie email automatiche continuano a inviare contenuti sempre più difficili e interessanti.
La storiella di Tommaso è utile per capire come sia possibile trasformare un visitatore pronto ad abbandonare per sempre il nostro sito web in un lettore appassionato.
Con il passare del tempo Tommaso e tutti i nuovi iscritti alla Newsletter continuano a ricevere i miei autoresponditori.
Ma come funzionano gli autorisponditori?
Gli autorisponditori permettono la creazione di una sequenza di email automatizzate capaci di seguire una diversa linea temporale per ogni utente iscritto.
Mi spiego meglio con un esempio:
L’utente1 si iscrive e riceve l’email che il mio autorisponditore invia automaticamente al primo giorno di iscrizione.
Il secondo giorno, l’utente riceve l’email automatizzata prevista per ogni utente iscritto da due giorni.
Durante il secondo giorno però si iscrive un secondo utente, l’utente2.
All’utente2 viene recapitata l’email che l’autorisponditore prevede per il primo giorno. L’email viene recapitata solamente all’utente2 poiché l’utente1 l’ha già ricevuta il giorno prima.
Il giorno successivo l’utente1 riceverà l’email automatica prevista per il terzo giorno.
L’utente 2 invece riceverà l’email automatica prevista per gli utenti iscritti da due giorni, la stessa email che l’utente1 ha ricevuto il giorno precedente per intenderci.
È come se tutti gli iscritti alla newsletter viaggiassero attraverso lo stesso percorso di email automatiche, ma ognuno secondo diverse linee temporali.
È molto più semplice di quello che sembra.
La sequenza di email automatiche del primo mese può essere impostata così (screenshot di Getresponse):
Quello che vedi è il calendario degli eventi che avvengono dal momento che un nuovo visitatore si iscrive alla Newsletter:
- Il primo giorno riceve un email con il sondaggio
- Il secondo giorno un email motivazionale
- Ecc…
Così avviene per ogni iscritto alla Newsletter!
Getresponse -a mio avviso – offre il miglior servizio di autoresponding, ed è proprio per questo che l’ho consigliato sino ad oggi.
Certo, altri servizi come MailChimp prevedono piani gratuiti, ma ho due ottimi motivi per sconsigliarli:
- i loro piani gratuiti non sono forniti di autorisponditori
- I loro piani a pagamento sono più costosi di quelli GetResponse.
Inoltre, GetResponse ha funzioni di automazione più avanzate e offre un minor rischio di trovare le proprie newsletter recapitate nella cartella SPAM dei propri iscritti.
Infine, creare autorisponditori con GetResponse, è talmente semplice che ce la potrebbe fare anche mio padre.
Ora, parliamoci chiaro: senza autorisponditori è piuttosto difficile fare Lead Nurturing. Per farlo dovresti salvare delle mail preimpostate e inviarle in sequenza a ogni nuovo iscritto, il tutto manualmente.
La faccenda si fa complicata, non credi?
A questo punto la paura è una sola: dover spendere un tot al mese per l’abbonamento a GetResponse o ad altri tool di email marketing.
A breve ti mostrerò come sia possibile rientrare dall’investimento e guadagnarci pure, non avere fretta.
Fermiamoci invece sull’aspetto centrale: come si fa Lead Nurturing in maniera EFFICACE?
Prima di tutto serve un blocco note e un po’ di tempo da dedicare alla cosa.
Si inizia con lo studio della propria audience:
- Chi sono i miei lettori?
- A che livello di esperienza appartengono?
- Che cosa cercano?
- Cosa suscita il loro interesse?
Una volta che avrai dato risposta a queste domande, il tuo compito diverrà piuttosto semplice.
Il mio consiglio è quello di non inviare più di 2 o 3 mail la prima settimana e di diminuire nel tempo fino ad inviarne una o due ogni sette giorni.
I primi autorisponditori devono essere dedicati al tuo WHY. Ne abbiamo parlato ampiamente nell’articolo su come si guadagna con un blog.
Il tutto ruota attorno alla tua capacità di comunicare al lettore chi sei, quali sono le tue passioni e perché dovrebbe seguirti.
Inoltre, dovrai fornirgli una roadmap, un percorso da seguire nella lettura dei tuoi articoli preesistenti.
Come abbiamo visto nell’esempio di Tommaso, non è detto che i tuoi lettori abbiano la giusta esperienza per comprendere le nozioni contenute negli ultimi post che hai pubblicato sul tuo sito web.
Ci sono diversi vantaggi nell’implementare gli autorisponditori all’interno della propria strategia di internet marketing:
- I visitatori si fidelizzano in minor tempo e divengono più propensi ad un futuro acquisto dei tuoi prodotti
- Le pageview del tuo sito crescono drasticamente
- I vecchi post, inviati tramite gli autorisponditori, godono di lunga vita (invece di rimanere dimenticati negli archivi del tuo blog).
- I tuoi lettori ripongono maggiore fiducia verso la tua autorevolezza
Non male, vero?
ATTENZIONE PERÒ
Per fare Lead Nurturing bisogna farsi il culo (detta come va detta).
Non basta buttare giù tre o quattro righe o inviare semplicemente i vecchi posts ai nuovi iscritti.
Ogni autorisponditore deve contenere al suo interno una storia / un aneddoto / una nuova nozione.
Gira e rigira il concetto è sempre lo stesso: devi generare VALORE.
Un’altro utilizzo che faccio degli autorisponditori è quello di linkare al loro interno articoli che non sono ospitati sul mio blog. In questo modo posso portare visitatori anche ai miei post ospitati su altre piattaforme, come ad esempio su un post sui social, su un gruppo Facebook o un articolo di Medium.
Ma ipotizziamo per un momento che tu NON abbia un autorisponditore e che un nuovo utente approdi sul tuo sito web e inizi a consultarlo.
Potrebbe rimanere sulle tue pagine anche per venti minuti e iscriversi alla tua Newsletter. Ma poi, una volta abbandonato il tuo sito, se ne dimenticherebbe per qualche tempo.
Molto probabilmente se ne dimenticherebbe fino alla prossima newsletter che gli invierai manualmente.
Con gli Autorisponditori le cose vanno MOLTO diversamente: anche se non hai tempo di pubblicare contenuti, i tuoi nuovi iscritti continueranno a ricevere un piacevole flusso di riflessioni, contenuti e suggerimenti capaci di alimentare il loro interesse nei tuoi confronti senza che tu debba fare assolutamente niente.
QUESTO SIGNIFICA FARE EMAIL MARKETING.
Un altro aspetto importante per creare una sequenza di autorisponditori efficace è porsi delle domande sul loro ipotetico argomento.
Per quanto possa sembrare scontato, l’argomento dei tuoi autorisponditori è di vitale importanza.
Presta attenzione.
[Tweet “Nell’email marketing c’è una sottile linea che divide l’essere utili dall’essere odiosi”]
vediamo come evitare di superarla.
Se ad esempio possiedi un blog che riguarda i viaggi in Africa, potresti decidere di creare la tua sequenza di auto-risponditori.
Ci sono due problemi però:
- Non tutte le persone che si iscriveranno alla newsletter saranno interessate agli stessi luoghi dell’Africa
- Molte persone, una volta terminato il loro viaggio, non avranno più interesse a ricevere notizie su luoghi in cui non hanno intenzione di tornare.
Il rischio è di vedere decine di persone disiscriversi quotidianamente dalla tua Newsletter.
Anche nel mio caso non è detto che tutti gli iscritti alla mia newsletter siano interessati al blogging, molti sono interessati ad altre discipline dell’internet marketing, quindi devo stare ben cauto a scegliere l’argomento appropriato per i miei autorisponditori.
Quindi, quale diamine è la soluzione?
GO GENERAL!
La miglior strategia che puoi fare è identificare un argomento parallelo a quello del tuo blog, che possa interessare tutti gli iscritti della tua newsletter.
Io, ad esempio, ho una forte passione per il business e la crescita professionale.
Dunque nelle mie newsletter non faccio altro che:
- Citare aneddoti della mia vita
- Parlare di impresa e business
- Scrivere riguardo a strategie di crescita professionale
Questi argomenti hanno una cosa in comune: interessano il 90% dei miei lettori.
In questo modo riesco a mantenere un altissimo open-rate e un CTR più che soddisfacente!
Molte mie newsletter non sono nemmeno finalizzate a portare i lettori sul blog: contengono riflessioni, pensieri e strategie fine a se stesse.
È come se scrivessi interi post e, invece che pubblicarli sul blog, li inserissi tra i miei autorisponditori.
C’è un vantaggio essenziale in tutto questo:
- Se pubblicassi questi post sul blog prima o poi verrebbero dimenticati negli archivi dei contenuti passati
- Pubblicandoli invece tra i miei autorisponditori ogni giorno vengono letti dai nuovi iscritti.
Torniamo all’esempio del blog sull’Africa.
Sarebbe impensabile impostare autorisponditori con guide di viaggio sul continente Africano: tutti coloro che non sono più in viaggio verso l’Africa smetterebbero di aprire le mail e si disiscriverebbero dalla newsletter.
Allora che fare?
Semplice, bisogna guardare alla newsletter e agli autorisponditori come un secondo blog, con argomenti diversi.
Se fossi il proprietario del blog sull’Africa probabilmente utilizzerei la newsletter per inviare consigli generici di viaggio, travel tips, travel hacks e le recensioni dei migliori migliori strumenti per andare all’avventura.
Anche se gli iscritti al blog sono appena tornati a casa dal loro Safari, non è detto che in futuro non vorranno fare un secondo viaggio in qualche altra parte del mondo.
Ecco allora che potremmo utilizzare la Newsletter e gli autorisponditori per continuare a farli sognare con contenuti generici, adatti ad ogni meta e viaggiatore.
Alcuni esempi:
- I migliori tools da campeggio
- 7 Mete per il 2015
- Otto coltelli che ogni vero uomo dovrebbe possedere
- La guida del viaggiatore solitario
- Manifesto al viaggio: perché è importante non smettere di viaggiare
- La migliore strumentazione da viaggio secondo Bear grylls.
E ora arriva la fatidica domanda. Come ci si guadagna?
Beh, ti invito a riguardare la lista dei contenuti che hai appena letto.
L’autorisponditore “migliori tools da campeggio” potrebbe contenere al suo interno i link di affiliazione agli stessi prodotti in vendita su Amazon.
Se non sai cosa sono le Affiliazioni e come ci si guadagna ti consiglio di leggere le due guide per guadagnare con le affiliazioni Amazon e guadagnare con l’Affiliate Marketing.
Allo stesso modo potresti impostare un autorisponditore per la terza settimana che invii al lettore un post privato con gli 8 coltelli che ogni vero uomo dovrebbe possedere. Ovviamente senza dimenticare di inserire i link di affiliazione.
Nel periodo estivo potresti addirittura inviare i link a tutti i migliori pacchetti di viaggio per l’estate, ognuno con il suo link affiliato.
Ora, lascia che te lo dica.
Ci sono solamente due tipi di persone che non riescono a guadagnare con la propria Newsletter:
- Chi non ci prova
- Chi utilizza un tool di email marketing gratuito non dotato di autorisponditore.
Dico davvero, se generi più di 5 o 6 iscritti al giorno alla tua newsletter è praticamente impossibile che tu non riesca a guadagnare abbastanza per ripagarti i 12 euro di abbonamento a GetResponse.
Se veramente non ce la fai significa che stai sbagliando qualcosa. In tal caso ti invito a rileggere questo post nel corso del tempo e ad aggiustare il tiro.
Ora, prima di chiudere il paragrafo sul lead Nurturing, devo assolutamente spiegarti una cosa.
Vengono definiti Selly Sell tutti gli autorisponditori e Newsletters che contengono link affiliati, promozioni o contenuti che hanno l’obiettivo di vendere qualcosa ai tuoi iscritti.
Ci sono tre regole da seguire SEMPRE.
Prima Regola
Evita di inviare autorisponditori Selly Sell durante la prima settimana di vita dei tuoi iscritti, sarebbe un errore che pagheresti caro.
Prima semina, poi raccogli.
Prima pensa a inviare contenuti, pensieri e suggerimenti di valore. Devi conquistare l’attenzione e la fiducia dei tuoi lettori prima di potergli vendere qualcosa!
Poi, la settimana successiva, potrai inviargli i primi Selly Sell.
Seconda Regola
Mai e dico mai inviare un Selly Sell dopo l’altro. Ogni 3 Newsletter o autorisponditori, solo uno dovrebbe contenere materiale di vendita.
Puoi prendere ispirazione da questa grafica prodotta dai ragazzi di Affilorama:
Terza Regola
Mai e dico mai vendere cose che non compreresti.
Mai proporre cose che tu stesso non utilizzi.
Mai fregare i lettori.
Consiglia solo strumenti che tu stesso utilizzi e per cui tu stesso hai pagato.
Chiudiamo il paragrafo dedicato al Lead Nurturing con un’infografica riassuntiva.
3. Asset’s Growth: raggiungi il tuo pubblico in ogni dove grazie all’email marketing!
Alcuni anni fa ho deciso di creare un gruppo privato riservato per gli iscritti alla Newsletter del mio blog.
Per farlo ho realizzato il gruppo su Facebook e ho inviato una newsletter alla mia lista consigliando a tutti quanti di iscriversi.
In poche ore ho totalizzato più di 600 membri e dopo appena poche settimane eravamo già in mille (oggi siamo oltre 150.000!)
È così che è nata la community di Digital Marketing più grande d’Italia: con un’email automatica di invito al gruppo e un autorisponditore.
Adesso la tecnica è un po’ più affinata ma ti assicuro che è proprio così che tutto è iniziato.
Avere una lista corposa di iscritti alla Newsletter significa possedere un “cannone spara traffico” da poter orientare dove si desidera.
Avere autorisponditori attivi significa far crescere i propri profili sociali automaticamente, anche mentre si dorme.
La stessa tecnica che ho utilizzato per aumentare gli iscritti al gruppo la potrei replicare per far crescere i miei followers su Medium.com, su Periscope, o su qualsiasi altro asset di traffico.
È proprio questo il punto: utilizzare la propria newsletter per far crescere altre fonti di traffico da poter utilizzare in futuro.
Se non l’hai già fatto corri subito a creare il tuo impero di traffic source! ;-)
4. Conversions: generare profitti dalle proprie strategie di Email Marketing
Non è necessario aggiungere tanto altro: nel paragrafo dedicato alla Lead Nurturing ti ho già spiegato quanto possa divenire profittevole l’utilizzo degli autorisponditori.
Allo stesso modo, in passato, abbiamo visto come sia possibile guadagnare decine di migliaia di euro con il lancio di singoli infoprodotti.
Le conversioni derivano dalla trasformazione finale del tuo lead in cliente.
Le conversioni possono coincidere con più eventi:
- Un lead acquista un tuo servizio
- Un lead acquista un prodotto affiliato
- Un lead acquista un tuo prodotto
- Un lead richiede un preventivo
Le possibilità sono infinite.
Quando un lead raggiunge la conversione, questo viene definito GOAL.
Sta a te definire quali siano i Goal del tuo blog, del tuo sito web o della tua Newsletter.
Il Goal del mio blog, ad esempio, è quello di generare il maggior numero di Lead possibile.
Ogni Internet Marketer che si rispetti deve imparare a tracciare i propri GOAL.
Nel caso delle affiliazioni faccio il tracking delle conversioni con Clickmeter.
Nel caso delle campagne di affiliazioni faccio il tracking con Voluum.
Entrambe le affermazioni meritano un post a se stante.
Un altro tool spesso sottovalutato è Google Analytics, che è estremamente valido per il tracking delle conversioni ON-SITE (sul proprio blog o sito web)
Nel video seguente mostro come sia possibile fare il tracking delle iscrizioni alla propria Newsletter.
Una volta seguiti i passaggi indicati nel video sarai in grado di monitorare l’andamento dei tuoi Optin (nuovi iscritti) direttamente dal pannello di controllo Google Analytics.
Ti basterà andare su “Conversioni” e fare click in “Panoramica” sotto “Obiettivi” (come riportato nell’immagine qui a fianco).
Ecco il video:
Note al video.
Purtroppo non sono riuscito a inserire l’audio perché nel momento in cui l’ho girato mi trovavo in treno :-)
Nel momento in cui ti chiede la destination url devi inserire l’url della pagina di conferma a cui una persona viene indirizzata nel momento in cui si iscrive alla tua Newsletter.
L’URL della pagina non deve contenere il tuo dominio.
Ad esempio, se i tuoi visitatori, una volta confermata l’iscrizione, vengono reindirizzati a www.tuosito.com/conferma-iscrizione/ allora dovrai inserire solamente “/conferma-iscrizione/” (senza virgolette).
In GetResponse impostare una pagina di conferma personalizzata è piuttosto semplice. Devi fare tre cose:
- Nel tuo pannello WordPress crea una nuova pagina. Scrivici quello che vuoi (solitamente si ringrazia l’utente per essersi iscritto) e pubblicala.
- Fai il Login su GetResponse, fai click sulla rotellina delle impostazioni in alto a destra
- Ti si apparirà la schermata che vedi nello screenshot qua sotto. Inserisci nella form l’url completo della pagina di conferma che hai pubblicato
Queste sono solamente noccioline rispetto a quanto possa fare realmente Google Analytics. Presto spero di riuscire a fare un post sul tracking! ;-)
Conclusioni: guadagnare con l’email marketing è ancora possibile
Molte volte è stato detto che l’email marketing è morto.
Molto probabilmente lo sentirai dire ancora per diversi anni.
La verità è che l’email marketing non è morto, è semplicemente cambiato nel corso del tempo.
Gli utenti della rete si sono fatti furbi, nessuno è più disposto a farsi bersagliare dallo SPAM.
Oggi, l’atto di lasciare la propria mail ha più valore di molti anni fa: un visitatore che si iscrive alla tua newsletter ha il desiderio di costruire una relazione con te.
Iscriversi a una Newsletter significa condividere i valori del suo autore. Per questo è importante che tu produca valore nelle tue email.
In questo post abbiamo visto assieme:
1) Lead Generation
2) Lead Nurturing
3) Asset’s Growth
4) Conversions.
Questo non è altro che un Funnel di Email Marketing.
Il Funnel, inteso in termini di Marketing, è un percorso che prevede un ingresso (la lead), un percorso (nurturing + asset’s growth) e un uscita (conversion).
Il Funnel di Email Marketing è l’Asset principale di ogni business online e di ogni blogger milionario.
Non sottovalutarlo, mai.
Se un domani dovessi scegliere tra il blog o la newsletter, scegliere la newsletter senza ombra di dubbio.
Con la Newsletter mi basta creare un nuovo blog e avvertire i miei iscritti per generare gli stessi risultati di dariovignali.net.
DOMANDE DI RECAP.
Alcune domande per metterti alla prova e verificare di aver appreso tutto in maniera efficiente.
- Cos’è un freebie?
- Cos’è un optin?
- Cos’è un optinbox?
- Cos’è l’exit-intent?
- Cosa significa fare lead nurturing?
- Cos’è un autorisponditore?
- Che argomento dovresti trattare nelle tue mail?
- Cosa significa asset’s growth? A cosa può esserti utile?
- Cosa sono le conversioni?
RISORSE CITATE IN QUESTO POST
Optinmonster | Per creare optinbox nella tua sidebar, in fondo ai tuoi articoli e generare pop-up di exit-intent
Getresponse | A mio parere il miglior software per l’email marketing
Optimizepress | Il plugin più utilizzato per creare landing pages, stupende pagine grafiche e aree membership
Leadpages | Il miglior sistema integrato per la lead generation
ClickMeter e Voluum | I miei tools preferiti di Tracking
Google Analytics | Il software di Google per l’analisi dei dati
Hellobar | La barra arancione che vedi in alto nel mio blog
E ORA TOCCA A TE
Se hai avuto esperienze di email marketing mi piacerebbe conoscere i tuoi risultati.
- Hai una Newsletter?
- Se sì, come la usi?
- Ci hai guadagnato?
- Hai mai provato a costruire una strategia di Autorisponditori?
- Che tipo di freebie offri sul tuo blog?
- Hai qualche case study particolare da raccontare?
Lascia un commento :-)