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Funnel Marketing: cos’è un funnel, come crearlo e strategie avanzate. La guida definitiva

26 min

In questa guida ti parleremo di Funnel Marketing e di come questi possano far esplodere i tuoi profitti (online ed offline). Ti riveleremo le nostre stesse strategie che abbiamo utilizzato per fare lanci da XXX.XXX€ (centinaia di migliaia di euro) e che ogni giorno utilizziamo sia per le nostre strategie che sui nostri partner e clienti.

Ema e io abbiamo applicato le strategie che troverai all’interno di questo articolo per generare milioni di euro per noi e per i nostri clienti (in settori e mercati anche molto diversi tra loro).

Oggi consegneremo le stesse, esatte strategie e tecniche nelle tue mani.

Sei pronto? Si comincia!

“Cerchiamo articolista che scriva le guide definitive di digital marketing per il mercato italiano”.

Era il 2017.

Tra i tanti cv ci arrivò una candidatura molto diversa dalle altre.

Invece del curriculum, in allegato c’era la “Guida definitiva su come candidarsi come articolista per scrivere guide definitive per Marketers”.

Luca Cresi Ferrari prese il telefono e in neanche 5 minuti chiamò quella persona.

Dall’altro lato rispose Emanuele Amodeo. Allora un perfetto sconosciuto, ora nostro amico e socio.

Un anno dopo marketers.media (oggi wearemarketers.net) iniziava a ottenere ottimi risultati.

Chiedemmo ad Ema di raggiungerci a Barcellona per discutere su come sviluppare il progetto.

Passammo diversi giorni a casa di Luca.

Eravamo davanti a una lavagna piena di strategie seo e tecniche di monetizzazione quando Ema mi disse:

“Sai, Dario, a Palermo ho una mia agency di digital Marketing”.

Quella frase mi accese subito una lampadina.

Già allora in Marketers arrivavano più richieste di consulenza di quelle che riuscivamo a gestire (e ne avevo giusto una schedulata per la mattina dopo).

Gli proposi quindi di farla insieme e lui accettò al volo.

Da lì iniziò una vera e propria escalation.

Un cliente tira l’altro, il progetto diventa azienda, il team si allarga a Elio Amato, Omar Bragantini e a una ventina di altre persone.

Con Ema poi, oltre che una società, è nata una splendida amicizia.

La passione per lo sci e quella per il surf (lui è davvero bravo), i ritrovi da me a Cavalese e da lui in Sicilia.

Nella primavera del 2018, dopo la nascita di Yoga Academy, il progetto mio e di Denise passa in gestione a Marketers Accelerator.

Con loro Yoga Academy diventa una community incredibile e una società da 300k di fatturato, tutto in meno di un anno e mezzo.

Marketers Accelerator dal 2018 ha lavorato con clienti importanti come il Dr. Lurgo (BePerfect), Giulia Calcaterra, Cristian Disisto (KetoLife), Italian Converter, Paola Maugeri (speaker Virgin Radio), Mesauda

Ma credo che i risultati contino molto più dei nomi. Ema e tutto il team hanno esplorato costantemente nuovi mercati, applicando quello che è il Metodo Marketers.

In questi 2 anni hanno lavorato ad alcuni dei lanci di maggior successo nel panorama digitale italiano.

Qualche mese fa per questo motivo è nato un nuovo progetto: Marketers4Marketers.

In cosa consiste?

Alta formazione in business e digital marketing, parlando di case study concreti. Inizialmente doveva essere un progetto interno.

Infatti la prima edizione, riservata solo alla Marketers Family, si è tenuta durante l’ultimo Team Party. Lì però mi sono accorto di una cosa:

Erano strategie davvero innovative, che facevano connettere tanti puntini in maniera fantastica. Non potevamo non diffondere quei contenuti anche all’esterno.

Abbiamo subito iniziare a lavorare su questa idea. I risultati sono stati tre:

1) Una serie di contenuti spaziali pubblicati sulla nostra community WEAREMARKETERS, dove ogni giorno parliamo di business, marketing e strategie imprenditoriali.

2) Decine di nuove lezioni per Business Genetics, il mio corso per creare e accelerare il tuo business digitale, realizzate insieme a Ema, Elio (direttore marketing di Marketers) e Omar (growth manager di Marketers Accelerator).

3) Tutto ciò che stai per leggere in questa che non è una semplice guida.

Si tratta della BIBBIA del Marketing moderno, dove i fondamentali del business si mescolano con un strategia digitale perfezionata nei suoi elementi di misurabilità, scalabilità ed automazione.

Una volta che avrai finito di leggere (per intero) questo post, avrai ben chiaro come ottenere i super-poteri necessari a far crescere il tuo Business.

Qualunque-esso-sia.

PS: se vorrai approfondire le strategie descritte in questo articolo, abbiamo creato una community privata e gratuita dedicata alle migliori strategie di marketing per business digitali e fisici.

La trovi qui.

Una piccola premessa…

Le informazioni che troverai all’interno di questo articolo valgono migliaia di euro.

È quanto abbiamo speso di tasca nostra per seguire e partecipare ai corsi, consulenze e mastermind più avanzati al mondo.

Ora, ti stiamo regalando tutto.

Prenditi il tempo di leggerla questa guida per intero (prestando molta attenzione).

Cominciamo.

___

Il 97% dei Business del giorno d’oggi ha un problema.

Quale?

Dario non abbiamo abbastanza clienti, ci serve più traffico, ci puoi aiutare?

Questa frase l’ho sentita centinaia di volte da parte di professionisti e aziende di tutti i tipi.

Non solo piccoli blogger, ma anche aziende che fatturano milioni di euro all’anno e che ricevono già centinaia di migliaia di visite al mese.

PS: per traffico intendo gli utenti che arrivano sulle pagine dei nostri ecommerce, blog o siti web.

Ogni volta che sento questa frase mi viene da sorridere.

Un po’ per garbo, un po’ per astuzia non mi sono mai spinto a conclusioni affrettate prima di ricevere i dati relativi alle loro performance.

Dopo pochi minuti ero in grado di mostrare loro come il problema non fosse assolutamente il traffico.

Il traffico infatti al giorno d’oggi è un bene comune, una sorta di commodity.

Potremo andare dal giornalaio e chiedere “La Repubblica” e un po’ di traffico.

Non è più come 20 anni fa dove chi possedeva il traffico era monopolista del mercato.

Al giorno d’oggi un ragazzino di 15 anni potrebbe raggiungere esattamente l’audience che desidera con una precisione incredibile.

Comprare traffico attraverso advertisement non è mai stato così facile ed economico come al giorno d’oggi.

Facebook Ads, Adwords, Traffico Native, POP. I supermercati del traffico sono ovunque.

Il problema infatti non è tanto quanto traffico riceviamo, ma cosa ci facciamo con quel traffico.

Anche Ema, insieme a Elio e Omar, si è scontrato più volte con questo problema, lavorando tanto sul marketing di Marketers che con quello dei clienti.

Devi sapere che in alcuni settori il costo di advertisement è molto alto e il costo per convertire utenti può arrivare anche a 800 euro per conversioni da 100 euro.

Esempio: l’azienda paga 800€ in advertising per acquisire un cliente che acquista un prodotto dal valore di 100€.

Non è facile scalare un business che perde 700€ per ogni vendita.

Ora, continua a leggere (anche se non ti è tutto chiaro).

Ascoltami bene perché tra poco arriviamo al sodo.

Ci sono solo 3 modi per aumentare il fatturato di un business:

  • aumentare il numero di clienti;
  • aumentare la spesa media dei clienti;
  • aumentare il numero di acquisti dei clienti.

Detto questo, se un utente che abbiamo acquisito con 800€ in advertising acquistasse altre volte dopo il primo acquisto di 100€ sarebbe più facile rientrare dalla spesa in pubblicità.

Esempio: spendiamo 800€ in Facebook ads. Un utente fa click, arriva sul nostro sito e acquista un prodotto da 100€.

Poi gli piacciamo e, durante un periodo di promozione, acquista un upgrade del nostro prodotto base per 1500€.

Ecco che siamo rientrati dai nostri 800€ euro di spesa.

Infatti: 100 di prodotto base + 1500 di upgrade – 800 di spesa in advertising = 800€ di profitto.

Facciamo ancora un passo avanti.

Sarebbe fantastico se quell’utente (per cui noi spendiamo 800 euro per acquisirlo) portasse al nostro business altri 500 euro in altri 3 o 4 acquisti, no?

A questo punto puoi ben capire quanto sia essenziale riconvertire più e più volte gli stessi utenti continuando a vendergli nuovi prodotti o servizi.

Immaginati di acquisire 600 nuovi utenti ogni mese e di perderne 600 il mese dopo.

Il business non può davvero crescere giusto?

Saresti sempre in perdita.

È come se volessimo trasportare dell’acqua da un punto A a un punto B con un secchio bucato.

Possiamo mettere tutta l’acqua che vogliamo nel secchio ma durante il tragitto ne perderemo tantissima.

Se invece ripariamo prima quel secchio e poi trasportiamo l’acqua saremo in grado di farlo con successo.

Questo è esattamente quello che succede quando continuiamo a spingere traffico dentro al nostro sito web senza un sistema ottimizzato per convertire quel traffico.

Questo sistema ottimizzato in gergo si chiama Funnel.

Funnel è quella parola che tutti conoscono, ma che pochi veramente sanno in pratica cosa significhi.

Tutti pensano a qualcosa di super tecnico e complicato che sia impossibile da realizzare per i comuni mortali.

E se ti dicessi che chiunque abbia mai fatto business o abbia un sito web in realtà ha già un funnel?

Infatti tu stesso, anche solo camminando per strada, entri nel funnel di qualcuno.

Per funnel si intende il processo che un utente percorre per raggiungere un obiettivo che noi definiamo importante per il nostro business.

Nel mondo online potrebbe essere molto semplicemente un utente che vede una nostra inserzione pubblicitaria, ci clicca sopra, arriva sulla pagina di vendita e acquista un nostro prodotto.

Questo è un funnel a 3 step: ads + pagina di vendita + acquisto.

Ma potremo anche cercare di ottenere semplicemente l’email dell’utente.

Questo funnel potrebbe essere composto da: ads + pagina di optin + pagina di ringraziamento.

Questo è valido anche per l’offline.

Potremo fare l’esempio di un panificio.

Una persona cammina per strada, sente l’odore del pane e vede l’insegna fuori dal negozio, entra per prendere un panino al latte, scopre che se ne prende due ha diritto a uno in omaggio e finisce per comprarne 3.

Cosa è successo? Molto semplice.

Il funnel del panificio era a 4 step: attirare traffico + vendita al cliente + offerta + acquisto.

Ma perché si chiama funnel quindi?

Funnel in inglese significa imbuto, per essere più precisi imbuto di vendita.

In pratica a ogni step del nostro funnel perderemo degli utenti che non passano al prossimo step.

Pensa per esempio al panificio.

Non tutti i passanti verranno attirati dall’insegna e dall’odore del pane.

Di quelli che entrano, non tutti acquisteranno qualcosa.

Di quelli che acquistano, non tutti prenderanno l’offerta 2 per 3.

Ci siamo fin qui?

Quindi il numero di utenti che uscirà dal funnel sarà chiaramente un numero minore rispetto a quelli che sono entrati.

L’errore che commettono tutti è pensare che un business profittevole è quello in grado di convertire il maggior numero di utenti attraverso il proprio funnel.

Più utenti escono dall’altra estremità più il nostro business otterrà clienti.

Ma ancora una volta, se convertiamo 600 utenti e di questi 600 nessuno acquista ancora da noi, allora non potremo crescere per davvero.

Un business infatti non trae vero beneficio dai suoi clienti, ma dai suoi clienti ricorrenti.

Proprio per questo noi abbiamo evoluto la definizione di funnel.

 

Cos’è un funnel?

La nostra definizione è abbastanza semplice: un funnel è un sistema di comunicazione che massimizza il valore che noi diamo a ogni singolo cliente e, di conseguenza, il valore di questo cliente per il business.

In altre parole, è un sistema che ci permette di acquisire e convertire più volte un singolo cliente.

Ti mostro qualche statistica per aiutarti a comprendere la straordinaria importanza di questo concetto:

  • Clienti ripetitivi spendono il 33% di più di un nuovo cliente.
  • È 7 volte più costoso acquisire un nuovo cliente rispetto a riconvertire uno esistente.
  • Aumentando il retention rate del 5% possiamo ottenere un aumento dei profitti dal 25 al 95%.

Per Retention ci riferiamo all’abilità dell’impresa nel mantenere i propri clienti (customer retention) o dipendenti (employee retention).

Però il dato più interessante è un altro:

In ogni business esiste un 1% di clienti che può generare il 50% del fatturato.

Ema ne ha parlato nel suo speech del Marketers World 2019.

Molto probabilmente conosci la legge di Pareto: l’80% dei nostri sforzi produce il 20% dei nostri risultati.

Viceversa il 20% dei nostri sforzi produce l’80% dei nostri risultati.

Tranquillo, non sto dando i numeri. Seguimi ancora un attimo e ti sarà tutto più chiaro.

Se applichiamo la stessa legge di Pareto a queste percentuali, viene fuori questo: il 4% dei nostri sforzi (20% di 20%) produce il 64% dei nostri risultati (80% di 80%).

Possiamo però fare ancora un passo:

20% di 4 = 1%

80% di 64 = 50%.

Quindi… l’1% dei nostri sforzi produce il 50% dei risultati.

Come diceva Ema, questo non significa che dobbiamo abbandonare il 99% delle nostre attività imprenditoriali: nello specifico la matematica è un ottimo modello per descrivere la realtà.

Ciò che questi numeri vogliono dirci è molto semplice: nel nostro business esiste una zona dove possiamo concentrarci per ottenere risultati esponenziali.

In particolare esiste una piccola percentuale di clienti estremamente fidelizzati e disposti a comprare da noi più e più volte. Sono quelli che in gergo vengono chiamati true fans.

Cosa differenzia clienti normali dai true fans?

In una parola sola la “relazione”.

E te ne ho parlato più e più volte all’interno di copymastery e sul mio articolo dedicato alle strategie di copywriting per creare community di clienti affezionati.

La relazione che noi instauriamo con i nostri clienti e con i nostri utenti è quel qualcosa di unico che ci permette di creare true fans.

Questa relazione viene intesa quasi a livello personale.

C’è bisogno di estrema attenzione verso questa tipologia di cliente. Il 50% dei tuoi sforzi in business e marketing dovrebbe essere indirizzato a elevare l’esperienza dei true fan.

Immaginati di trattare i tuoi clienti come i tuoi migliori amici.

Cercheresti mai di vendere un prodotto a un tuo amico di cui non ha bisogno?

No di certo!

Io sarei il primo a dire a un mio amico che non ha bisogno di un mio corso se capisco che non è quello che sta cercando.

Quello di cui stiamo parlando è la legge della preminenza, sviluppata da Jay Abraham.

In questa legge noi ci eleviamo a protettori dei nostri utenti.

Non aspettiamo di venir pagati per dare loro valore.

Al contrario, una volta identificati gli utenti che beneficeranno di più dal nostro prodotto/servizio, faremo di tutto per aiutarli senza aspettarci di ottenere qualcosa in cambio da loro.

Per riuscire in questo obiettivo dobbiamo però concentrarci unicamente su chi sappiamo essere un nostro ideale cliente ed ignorare chiunque non lo sia.

Infatti se ti dicessi che devi sviluppare una relazione personale con migliaia di persone mi diresti che sono un pazzo (e sono d’accordo).

Se però ti dicessi che siamo in grado di creare un sistema automatico di processi che filtri il nostro traffico e i nostri utenti alla ricerca di potenziali true fan?

Diverrebbe essere più semplice identificarli e instaurare una relazione con loro.

Non credi?

Ci permetterebbe di dedicare molto più tempo a chi ha tutte le carte in regola per portare valore al nostro business.

Per fare questo possiamo infatti servirci di quello che noi definiamo “Funnel Chain”.

Per funnel chain intendiamo un insieme di funnel che prendono il nostro traffico, lo convertono in lead (utenti iscritti al nostro sito), che a loro volta vengono convertiti in clienti.

A questo punto i clienti vengono convertiti in clienti ricorrenti e i clienti ricorrenti in true fan.

La padronanza di queste semplici fasi differenziano coloro che fanno business a livello ciclopico, da chi invece rimane un piccolo imprenditore a rischio di fallimento.

Noi, in Marketers, crediamo nei fondamentali del marketing, ma il nostro metodo consiste nell’integrarli in maniera efficace in uno scenario digitale capace di portare elementi di scalabilità, misurabilità ed automazione.

Tutto questo processo a più fasi accade in maniera del tutto automatica a seconda di come i nostri utenti si comportano e interagiscono con il nostro funnel.

Quella che segue è una rappresentazione di un Funnel Chain che abbiamo sviluppato in passato, ma la maggior parte dei business non ha davvero bisogno di tutto questo.

Infatti il 2019 è stato l’anno della semplificazione in Marketers. Abbiamo ridotto la complessità e individuato una serie di step fondamentali per aumentare il fatturato di un business, andando a scovare true fans.

Vorresti un chiaro esempio di questi step?

Vedremo molto di più di oggi.

Ti mostrerò infatti il nostro metodo completo (nonché il più avanzato d’Italia) per fare Funnel Marketing.

Questo schema è molto importante.

Nel corso di questo articolo (dal prossimo paragrafo in poi) andremo ad analizzare ognuno di questi passaggi, step by step!

Cominciamo dal primo!

I Funnel nel Metodo Marketers per aumentare il fatturato e attirare true fans

1) Analizza il mercato e trova true fans per il tuo funnel

Il posizionamento del nostro prodotto/servizio è fondamentale quando si parla di funnel.

Le nostre competenze personali, la nostra storia, il nostro prodotto e quello che abbiamo da offrire non potrà di certo interessare a tutti.

Nella fase si posizionamento di mercato diventa fondamentale capire esattamente cosa abbiamo da offrire e a chi vogliamo offrirlo.

Ricordati che per creare true fans dobbiamo parlare ai nostri utenti target come se fossero i nostri migliori amici.

Immagino che tu non voglia avere per migliore amico qualcuno che non ti piaccia giusto?

Devi quindi individuare esattamente chi rappresenta il tuo cliente ideale e focalizzarti ad aiutare quel tipo di persona a costo di restringere enormemente la tua audience.

Al giorno d’oggi c’è una competizione senza precedenti.

Ogni singolo utente viene raggiunto da centinaia di ads e pubblicità tutti i giorni.

Per riuscire a catturare l’attenzione dei nostri potenziali clienti dobbiamo fare qualcosa che altri business non fanno.

Ma per capire cosa fanno gli altri business diventa fondamentale studiare il nostro segmento di mercato.

Dobbiamo quindi posizionarci in una nicchia .

Immagina di voler offrire un prodotto riguardo al segmento di mercato di adwords (esempio: hai realizzato un corso ad Adwords e desideri venderlo).

Diventa estremamente difficile posizionarti contro altri leader di mercato che parlano già da anni di questo argomento.

Quello che potresti fare invece è identificare una nicchia di mercato non esplorata dai tuoi competitor.

Puoi per esempio creare un prodotto che spiega come sfruttare il potenziale di adwords esclusivamente per il dropshipping.

In questo modo potresti parlare sia agli utenti interessati ad adwords, sia a quelli interessati al dropshipping, senza entrare in diretta competizione con i leader di mercato che parlano di questi argomenti in maniera generale.

Ovviamente devi anche stare attento a non cercare di posizionarti in segmenti di mercato troppo piccoli dove sarebbe troppo difficile costruirti grandi profitti.

In questa fase di ricerca diventa fondamentale fare reverse engineering dei nostri competitor.

Per reverse engineering intendiamo un processo di analisi delle strategie e del funnel dei nostri competitor semplicemente comportandoci come degli utenti interessati ai loro prodotti.

  • Vogliamo capire che offerte fanno? Andiamo sul loro sito.
  • Vogliamo capire che comunicazione usano? Iscriviamoci alla loro newsletter e social media.
  • Vogliamo capire se offrono qualcosa dopo il primo acquisto? Acquistiamo i loro prodotti.

Questa strategia ci permetterà di capire cosa sta funzionando per il loro business.

Ricordati infatti che loro hanno speso migliaia e migliaia di euro in centinaia di test.

I test che hanno prodotto i giusti risultati sono quelli che hanno sviluppato nel loro funnel.

Una volta individuata la nostra nicchia e i nostri clienti ideali potremo appunto cercare di attirare questi utenti verso la nostra nicchia specifica.

2) Attira true fans con i giusti funnel

In questa step del metodo diventa fondamentale convertire il traffico che stiamo attirando (o acquistando con Facebook ads per esempio) in traffico che possediamo.

Ti ricordi infatti che abbiamo detto che per trasformare utenti in true fans è fondamentale instaurare una relazione con loro?

Per fare questo dobbiamo essere in grado di comunicare con questi utenti in maniera personale.

Email, WhatsApp, gruppo facebook, facebook messenger, numero di telefono sono tutti canali che ci permettono di possedere il traffico.

Basterà un click per raggiungere tutta la nostra audience senza dover pagare costi aggiuntivi (cosa che invece avviene spendendo in pubblicità e advertising).

Le email in particolare sono il canale di marketing che per la nostra esperienza diretta produce i maggiori risultati in quanto non ci permette solamente di comunicare con la nostra audience, ma anche di avere piena visibilità di tutte le interazioni dei nostri utenti con i nostri contenuti.

Ti consiglio questa guida all’email marketing per approfondire meglio.

Per convertire il traffico che portiamo sul nostro sito web è consigliato usare un lead magnet per catturare utenti interessati.

Ma cos’è un lead magnet?

Per lead magnet intendiamo un contenuto gratuito che diamo in cambio di un contatto del nostro utente.

Ecco un esempio veloce di un lead magnet (fai click sul link)

In questo caso chiediamo l’email in cambio dell’accesso alla nostra community privata sulle strategie di marketing composto da 3,000+ membri.

Una volta ottenuto questo contatto saremo in grado di comunicare in maniera più personale con l’utente in questione.

Molto spesso questo tipo di funnel si conclude con una pagina di ringraziamento.

Mentre la maggior parte dei business considera questo step come un passaggio obbligatorio per consegnare il contenuto gratuito, noi di Marketers consideriamo ogni step del funnel fondamentale per il nostro scopo finale.

Infatti questo funnel non finisce con l’inserimento dell’email da parte dell’utente.

Il funnel si conclude quando l’utente ha consumato il lead magnet.

Se infatti l’utente inserisce la sua email, ma poi non scarica il contenuto, sarà molto difficile avere presa su di lui.

Per questo consigliamo sempre di parlare del lead magnet nella pagina di ringraziamento preferibilmente attraverso un video.

Perché vogliamo fare questo?

Spiegando all’utente come fare a consumare il lead magnet riusciremo ad elevare il valore percepito del contenuto gratuito .

Inoltre utilizzeremo questa opportunità per ringraziarlo e farci conoscere dall’utente.

Il problema di tanti formatori e imprenditori digitali è che fanno scaricare un lead magnet, es un ebook in PDF, e poi non fanno niente per invogliare la persona a leggerlo.

Quello che accade è piuttosto semplice.

L’utente si iscrive per scaricare l’ebook.

L’utente si dimentica di leggerlo.

La volta successiva che riceverà un’email del funnel dell’imprenditore digitale l’utente la contrassegnerà come SPAM.

È inutile spendere soldi in traffico se non ottimizziamo ogni singola parte del nostro funnel.

Se in qualche modo avessimo convinto quella persona a leggere il nostro ebook (invece che invitarlo solamente al download), avremmo più probabilità che possa aprire le nostre future email.

Difatti, leggendo il contenuto del nostro lead magnet, la persona comincia a sviluppare una sorta di “relazione” con il nostro brand.

La volta successiva che gli manderemo la prima email del funnel sarà molto più predisposta a leggerla.

Esempio: un utente visita il nostro ecommerce e lascia l’email per ricevere un coupon.

Statistiche di mercato rivelano appunto come fino al 85% degli utenti che visitano il nostro sito web per la prima volta non faranno mai più ritorno.

Diventa quindi fondamentale ottenere un canale di comunicazione diretto con questi utenti prima di perderli per sempre.

Una volta catturati sarà nostro compito segmentarli e qualificarli.

3) Qualifica i clienti che entrano nel tuo funnel.

Arrivati a possedere il traffico avremo finalmente degli utenti con cui poter dialogare.

Ma c’è un problema a cui molti business non sanno dare risposta:

quando è il momento giusto per proporre una vendita?

Se infatti proponiamo il nostro prodotto principale troppo presto rischieremo di bruciarci l’utente per sempre.

Prima di chiedere ad una persona di far qualcosa per noi (acquistare) dobbiamo essere i primi a dare qualcosa in cambio.

Si tratta di una delle leggi più importanti della persuasione.

Si chiama “legge della reciprocità”, ideata da Robert Cialdini.

Stesso discorso però vale se aspettiamo troppo tempo e il cliente si raffredda.

Il problema è questo:

Se offriamo un prodotto ai nostri utenti e questi non acquistano, la maggior parte delle volte avremo perso questi utenti per sempre.

Come possiamo ridurre questo rischio e individuare gli utenti che potrebbero essere già pronti ad acquistare?

La risposta sta nella parola “tripwire”.

Per tripwire intendiamo un’offerta dal costo basso ma dal valore percepito alto.

Deve sembrare quasi che stiamo facendo un favore all’utente a vendere tale prodotto a tale prezzo.

Un esempio potrebbe essere una lezione di Yoga del costo di mercato di 20 euro in offerta a 5€.

La percepiresti come un tentativo di venderti qualcosa?

Se avessi appena scaricato un lead magnet (es: 3 brevi video introduttivi allo yoga) ti posso garantire che un’offerta di questo tipo la considererei quasi un favore.

Altri esempi di tripwire possono essere prodotti, guide, consulenze o trial.

ES: prova Netflix per un mese ad un solo euro!

Perché è importante però far pagare qualcosa per il tripwire invece che darlo gratuitamente?

Perché il compito del tripwire è quello di individuare potenziali clienti che sono già pronti ad acquistare da noi.

Se l’utente è un potenziale true fan non avrà problemi a spendere 5 euro per il nostro tripwire giusto?

Ti posso garantire che se un utente non è pronto ad acquistare il tripwire le chance che acquisti la nostra offerta principale saranno davvero ridotte.

Il tripwire ci serve per mettere alla prova il nostro utente e capire se è caldo (pronto a convertire) o freddo (lontano dall’idea di acquistare).

Ora tieniti forte e ascoltami bene.

È testato che un utente che acquista da noi anche solo per 1€ sia 10 volte più propenso ad acquistare il nostro prodotti principale rispetto ad un utente che non ha mai acquistato da noi.

Se acquisterà un prodotto per 1€:

  • potrà constatare che non lo stiamo fregando
  • potrà rimanere piacevolmente soddisfatto della qualità del nostro prodotto o servizio
  • avendo comunque pagato per il prodotto lo userà, sviluppando quindi una relazione con il nostro brand

Tutto questo ci permetterà di conquistare la sua fiducia e di spingerlo in uno step ulteriore del funnel dove potremo proporgli prodotti più costosi.

Inoltre il tripwire ci farà rientrare di alcuni costi di advertisement che non nuoce mai.

Capisci il grande potenziale che abbiamo tra le mani?

Questa offerta ci permetterà di convertire un utente in un cliente e di individuare utenti già pronti all’acquisto a cui possiamo successivamente offrire il nostro prodotto principale.

Ecco uno schema di come possiamo posizionare il tripwire immediatamente dopo che l’utente ha inserito la sua email per accedere gratis al lead magnet:

Ora probabilmente penserai che il tripwire sia perfetto nel mercato online, ma poco utilizzabile nel mercato offline.

Tutte le nostre strategie invece sono proprio quello che ha funzionato negli ultimi 50 anni nel mercato offline e poi successivamente adattate a quello online.

Proprio per questo ti voglio fare un esempio pratico di come Harry’s abbia utilizzato il tripwire nel suo funnel di prodotti fisici:

Come puoi immaginare non tutti i tuoi utenti saranno disposti ad acquistare il tuo tripwire immediatamente.

Diventa quindi fondamentale sviluppare una relazione con loro e conoscere i loro interessi prima di proporre l’offerta nuovamente.

4) Sconvolgi il Sistema di Credenze

Arrivati a questo punto cosa fanno la maggior parte delle aziende?

Appena un utente inserisce la sua email cominciano a martellarlo con la loro offerta.

Una regola fondamentale che ho imparato negli anni è che, un utente, prima di accettare di aver bisogno di quello che abbiamo da offrire, ha bisogno di credere in quello che noi rappresentiamo.

Questa regola vale ancora di più se vendiamo un prodotto con prezzo medio-alto.

Ricordati infatti che il prezzo viene determinato dal valore percepito che un utente ha del prodotto o del brand che lo vende.

La relazione che noi creiamo con i nostri utenti può aumentare a dismisura il valore percepito del nostro prodotto.

Quindi non solo potremo aumentare il numero di persone che comprano i nostri prodotti, ma potremo anche aumentare il prezzo di vendita dei nostri prodotti se ci concentriamo su utenti che hanno una forte relazione con noi (true fans).

Per fare questo utilizziamo una sequenza chiamata Sequenza di Valore.

Non è altro che una sequenza di email di benvenuto che ci permettono di comunicare alla nostra audience chi siamo in maniera veramente personale.

Il punto è questo. Non bisogna in nessun modo mandare le classiche email aziendali orientate solamente alla vendita e al prodotto.

Nella sequenza di valore non si parla di vendita (non ancora).

Le email possono riguardare te stesso e la tua filosofia personale, il momento in cui hai avuto quell’idea brillante per creare la tua azienda e le difficoltà che hai dovuto superare per creare il tuo prodotto.

Capisci cosa intendo?

Queste sequenza di solito prevede 4-5 email che si connettono l’una con l’altra attraverso lo storytelling.

Se vuoi vedere questa sequenza ti basta iscriverti alla mia newsletter 😃

Ma non è finita qua.

Infatti questa sequenza ha uno scopo ben preciso, ovvero capire chi è rimasto incantato dalla tua filosofia e chi invece non lo è.

Per segmentare questi utenti proporrai nella tua ultima email quello che è un semplice sondaggio.

Chiediamo all’utente una cosa molto semplice: “aiutami ad aiutarti”.

In pratica poniamo 4-5 domande a risposta multipla che ci permettono di capire esattamente chi sono questi utenti e a che tipo di contenuti/prodotti potrebbero essere interessati.

Alla fine di questa sequenza avrai due tipi di utenti quindi.

Quelli che hanno completato il tuo sondaggio e che tu sarai ora in grado di segmentare in base ai loro interessi e quelli che invece non hanno risposto al sondaggio e che, senza volerlo, ci hanno subcomunicato che non sono interessati a quello che gli abbiamo raccontato.

Cosa faremo con gli utenti non interessati?

Li ignoreremo, almeno per ora.

(Ti farò vedere come fare a “resuscitarli” più avanti.)

Torniamo un attimo invece agli utenti che hanno risposto al nostro sondaggio.

Questi utenti ci hanno fornito informazioni utilissime che ci permettono di segmentarli e parlare con loro in maniera personale.

Pensa per esempio a Marketers (la nostra holding e il nostro movimento).

Grazie al sondaggio al termine della matrix sequence di questo blog siamo in grado di capire esattamente quali contenuti/prodotti proporre ai nostri utenti.

Se un utente ci dice che è interessato a Facebook Advertising, manderemo lui le email relative a Facebook Ads Pro (il nostro corso a Facebook ads) piuttosto che contenuti relativi al nostro corso ad instagram (Instarebels).

In questo modo saremo rilevanti con quell’utente e non rischieremo di perderlo trattando argomenti a cui non è interessato.

Una volta individuato un suo primo interesse la nostra Funnel Chain (la catena di funnel automatica) lo inserirà in automatico nel funnel giusto.

(Se hai dubbi o domande puoi farle nella community WEAREMARKETERS)

La sequenza Door che vedi in giallo non sono altro che 1-2 email che preparano l’utente a quello che troverà nel funnel di vendita del prodotto relativo al suo interesse appena esposto.

In questo modo saremo in grado di collegare la nostra sequenza di valore a un funnel di vendita di un prodotto/servizio specifico a cui l’utente potrebbe essere estremamente in target.

5) Converti i clienti all’interno del tuo Funnel di vendita

Per convertire i clienti nell’acquisto al nostro prodotto principale possiamo creare centinaia di funnel diversi.

I funnel che usiamo in questa situazione specifica sono detti funnel di frontend.

Per frontend intendiamo quelle offerte visibili a tutti i nostri utenti indipendentemente da un acquisto precedente.

Per backend intendiamo invece quelle offerte che si attivano immediatamente dopo un acquisto.

Per farti un esempio, se in un negozio di elettronica comprassimo una playstation e ci venissero offerti 5 giochi al 30% di sconto, la playstation sarebbe la frontend e lo sconto sui giochi l’offerta backend.

In Marketers (la nostra azienda) abbiamo provato tutti i tipi di funnel di frontend: lanci di prodotto, webinar, funnel evergreen, funnel standard, sequenza di email, lancio in gruppo Facebook, ecc.

Indipendentemente da quello che vendi e dal funnel che usi per venderlo, abbiamo notato come i trigger mentali ci permettano di aumentare le nostre conversioni in maniera incredibile.

Ma cosa sono i trigger mentali?

Non sono altro che degli stimoli che cercano di far scattare nei nostri utenti un particolare sentimento.

In natura per esempio, daremo un valore maggiore a quello che è più scarso o raro.

Pensiamo ai diamanti, al tartufo, ai porcini.

Oppure al fatto che siamo animali sociali e che tendiamo ad apprezzare quello che le persone attorno a noi apprezzano.

Tutto questo si traduce in determinati stimoli che possiamo inserire nel nostro business per far scattare queste sensazioni che incrementano le conversioni, sia online che offline.

Inoltre, più trigger mentali vengono usate contemporaneamente, maggiore sarà il risultato.

Puoi vedere esempi pratici di quello di cui sto parlando in questo video:

Ma non è finita qua.

Infatti una parte fondamentale del funnel di vendita è quello di non farlo apparire come un funnel di vendita.

Se tu dai contenuti gratuiti che permetteranno all’utente di ottenere valore e allo stesso tempo comprendere il valore di quello che stai per vendere, avrai infatti rispettato la strategia della preminenza.

Ripetendomi, la strategia di preminenza sta nel dare valore all’utente prima ancora di ricevere un corrispettivo monetario.

Per farti un esempio, ecco le fasi di un lancio di prodotto spiegate:

Ricorda che il lancio di prodotto è solo un esempio.

Queste stesse strategie le potresti applicare anche in un funnel standard utilizzando email per dare valore all’utente e nell’ultima email proporre la vendita.

Questi trigger, uniti al valore che diamo ai nostri utenti nel funnel, ci permettono di ottenere risultati incredibili.

Questi risultati però non sono niente confronto a quello che possiamo ottenere aggiungendo delle offerte di backend.

6) Aumenta il Valore dei tuoi clienti grazie ai funnel di backend.

Questo step della nostra strategia si chiama “aumenta il valore”.

Abbiamo detto che un true fan è quel cliente che compra tutto quello che abbiamo da vendergli (contestualmente ai suoi bisogni).

Di conseguenza vorremo proporre ai nostri clienti delle offerte di backend per individuare chi sono i clienti che non si accontentano della nostra offerta di frontend, ma che vogliono immediatamente ottenere più valore da noi.

Questo è lo stesso meccanismo che abbiamo utilizzato per il tripwire.

Nei funnel il tempismo è fondamentale.

Dobbiamo essere bravi a segmentare la nostra audience a seconda della velocità a cui loro vogliono andare.

Se qualcuno vuole ricevere le nostre email tutti i giorni e noi mandiamo un’email a settimana lo avremo perso.

Se invece mandiamo email tutti i giorni a utenti che preferiscono riceverle una volta a settimana allora avremo sbagliato ancora.

Proprio per questo utilizzeremo le offerte di backend per individuare clienti compulsavi e velocizzare la loro trasformazione in true fans.

Ma quali sono degli esempi di offerte di backend?

Inconsapevolmente riceviamo tutti i giorni questo tipo di offerte.

Quando prenoti un volo e ti viene offerto di scegliere il tuo posto a sedere per un prezzo speciale stai ricevendo una bump offer (nonché un’offerta di backend).

Sempre restando in tema aerei, molto spesso ricevi un’email pochi giorni prima della tua partenza dove ti chiedono se vuoi passare in business class per un prezzo scontato. Questa è un upgrade offer.

Spesso ti propongono anche servizi aggiuntivi. Un esempio? Prenotare una camera in un hotel convenzionato. Questo si chiama cross-selling.

Oppure pensa a quando vai dal McDonald e ti viene chiesto se vuoi le patatine e una bibita insieme al tuo hamburger. Questa è un’offerta bundle.

Quando invece ti iscrivi in palestra con un abbonamento ricorrente entri in quello che viene definito continuity program. Vedi la grande somiglianza tra i funnel online e i funnel offline?

Chiudiamo con un ulteriore situazione.

Vai in un negozio di vestiti, ti viene offerto uno sconto su un paio di jeans da abbinare al maglione che hai appena comprato, ecco che stai ricevendo un upsell.

Nel caso non accettassi, il negoziante potrebbe offrirti una maglietta meno costosa. Questo tipo di offerta viene chiamata downsell.

Vedi quanti esempi possiamo trovare attorno a noi?

Ora voglio mostrarti un esempio pratico di come un funnel intero possa contenere quasi tutte queste offerte.

Okay questo era un funnel molto aggressivo, ma era appunto per farti capire le possibilità che si celano dietro alle offerte di backend.

Andiamo avanti, il discorso si sta facendo molto interessante.

Non credi?

Ti pongo una domanda.

Cosa otteniamo dalla vendita di un upsell ai nostri clienti?

Semplice: come già detto, non faremo altro che individuare i pochi utenti che sono pronti fin da subito ad acquistare nuovamente.

Perché ho detto pochi?

Perché di solito il conversion rate di un upsell è tra il 5-10% dei nostri clienti che hanno appena acquistato l’offerta precedente (di front-end)

Ipotizziamo che il nostro prodotto di frontend costi 97 euro e che 10 clienti lo comprino.

Offrendo loro un upsell dal costo di 197 euro possiamo aspettarci che solo 1 dei 10 clienti di frontend lo acquisti (10%).

Questo porta immediatamente la spesa media dei nostri 10 clienti ad alzarsi.

Dai 97euro del funnel di sola frontend passeremmo ad un guadagno medio di 117 euro per i nostri 10 clienti.

Tutto questo con un solo acquisto di backend! (((97×10)+197)/10)=117euro

Questo rappresenta un 20% di incremento della spesa media semplicemente offrendo valore maggiore (un nuovo acquisto) ai nostri clienti che lo desiderano.

Non male eh?

Diventa infatti fondamentale far crescere piano piano la spesa media dei nostri clienti.

Ti ricordi che un cliente ricorrente spende in media il 33% in più rispetto a un nuovo cliente?

Il motivo è semplice.

Maggiore sarà il tempo speso dalle persone assieme a noi (e al nostro funnel), maggiore sarà la relazione che costruiremo e maggiore sarà il loro desiderio d’acquisto.

Ora capisci perché Apple crea tutti questi Apple Store?

Apple non ha bisogno di Apple Store. La maggior parte della gente acquista online.

Ma gli Apple Store sono dei templi del brand. Dei luoghi dove ricevere e coccolare i propri clienti, tenendoli a maggior contatto possibile con il brand.

Il valore dei nostri clienti per il nostro business cresce con il passare del tempo.

Più tempo questi passeranno assieme ai nostri prodotti o al nostro brand, maggiore sarà il numero di prodotti che ci acquisteranno.

Più saranno gli acquisti di un cliente, maggiore sarà il suo valore per la nostra azienda o brand.

Questo processo di crescita del valore del nostro cliente viene definito in gergo “value ladder”, ovvero scala del valore.

Questo schema ci permette di comprendere con che velocità dovremmo cercare di far crescere la spesa dei nostri utenti.

Il punto è questo.

Non dobbiamo avere fretta. Non possiamo far passare un utente dallo spendere 17€ a 297€ in maniera diretta e troppo veloce.

(Lo so, ci speravi)

Posizionando una serie di upsell gli utenti potranno passare da una cifra all’altra in maniera più graduale e inconscia.

Ecco un esempio grafico di un funnel frontend insieme ad uno backend.

Chi si fermerà e non acquisterà tutti gli upsell, potrà comunque acquistare l’offerta successivamente.

Magari durante uno degli step del nostro Funnel Chain.

7) Nutri, Segmenta e Riconverti. È questo il vero business, Baby.

Questo è forse lo step che io preferisco.

È proprio qui infatti che il vero potere delle automazioni e dei funnel viene fuori.

Lo abbiamo chiamato Funnel Chain mica per niente.  Ed è potentissimo.

Come abbiamo già detto all’inizio, per Funnel Chain intendiamo una catena di funnel che accompagna l’utente dal primo contatto con il nostro business fino alla fidelizzazione e alla riconversione continua.

Tutto questo sta alla base del rapporto con i true fan.

Tutto questo avviene in maniera completamente automatizzata.

Questa catena di funnel è in grado di segmentare i nostri utenti in base al loro comportamento sul nostro sito web e alle interazione con le nostre email.

Ti ricordi infatti cosa ti ho detto riguardo al finale della sequenza Matrix?

Eravamo rimasti al punto nel quale, alcuni utenti, non avevano risposto al sondaggio.

Li ignoreremo per ora. Ti farò vedere come fare a resuscitarli più avanti.” Ti ho detto tali parole.

Ora è è esattamente il momento di vedere come resuscitarli.

Finita la sequenza Matrix o finito un funnel di vendita, tutti gli utenti vengono inseriti nella nostra Sequenza SOS.

Questa sequenza è stata inventata da Andre Chaperon e ci permette esattamente di capire gli interessi dei nostri utenti senza bisogno che rispondano ad alcuna domanda.

Questa sequenza è composta in genere da almeno 1 email per prodotto o argomento che trattiamo.

Immaginati di avere un business di vini e di voler capire quali prodotti promuovere ad ogni singolo cliente.

La tua SOS sequence potrebbe partire con 4 email su 4 argomenti diversi:

1) introduzione ai vini rossi

2) introduzione ai vini bianchi

3) introduzione ai vini frizzanti

4) introduzione agli spumanti

Perché ho ripetuto più volte la parola introduzione?

Perché in questo momento non abbiamo idea del livello di conoscenza del nostro utente riguardo ai vini e non sappiamo a quale tipologia sia più interessato.

Una cosa fondamentale da fare in questa strategia sarà inserire alla fine di ogni email un approfondimento su quell’argomento specifico.

Se per esempio mandiamo l’email di introduzione ai vini rossi, potremo inserire il link di un video YouTube su come vengono prodotti i vini rossi a Bordeaux.

Questo approfondimento può essere qualsiasi cosa.

Un link di un blog post, un video YouTube, un pdf.

Inoltre non deve essere per forza un contenuto creato da noi.

L’unica cosa che vogliamo vedere è se l’utente apre quell’email su quell’argomento specifico e clicca sull’approfondimento.

La ragione per cui vogliamo vedere questo è per qualificare quell’utente.

Se un utente apre un email sui vini bianchi e clicca sul link di approfondimento sui vini bianchi avrà mostrato un interesse per quella tipologia di vino specifico.

Quando l’utente clicca sul link saremo in grado di aggiungere un tag. 

Un tag non è altro che un’etichetta che possiamo aggiungere attraverso la nostra piattaforma di email marketing (ActiveCampaign per esempio) per registrare un’interazione che l’utente ha avuto con i nostri contenuti.

Potremo dare tag per qualsiasi evento, visita di una pagina specifica del nostro sito web, click su email, acquisto di un prodotto, canale di entrata, materiale scaricato ecc

Insomma possiamo tenere traccia di qualsiasi informazione di quel contatto specifico.

Immaginati che io debba anche solo parlare con uno dei miei contatti.

Mi basta andare su ActiveCampaign e trovo tutte le interazioni che questo contatto ha avuto con Marketers.

Fantastico no?

Ma come si integra questo discorso con la nostra Sequenza SOS?

Ogni volta che un contatto clicca sul link dell’approfondimento di una nostra specifica email, noi possiamo taggarlo e aprire un altro ramo della nostra SOS sequence.

Cos'è una Soap Opera Sequence

Vedi le email Sub-sos?

Sono email che vengono inviate solo dopo che un utente fa click sul link di approfondimento.

Se un utente cliccherà su quel link e interagirà con le email che manderemo su quell’argomento avremo fatto bingo.

Significa infatti che quell’utente è estremamente interessato a quell’argomento specifico.

Magari interagirà con le email riguardo ai vini bianchi e non con quelle dei vini rossi.

Cosa ci dice questo?

Semplice: questo utente dovrebbe ricevere meno email riguardo a quello per cui non ha mostrato un interesse.

Questo è il segreto per rimanere rilevanti e non perdere i tuoi contatti.

Tagga, segmenta e personalizza le tue email.

Ma cosa succederà una volta che l’utente avrà terminato la sua SOS Sequence?

Finita questa sequenza saremo in grado di mandare le nostre normali email settimanali (non automatiche) che chiamiamo Broadcast Email utilizzando gli interessi che abbiamo ottenuto dalla SOS sequence.

Se hai paura che ci voglia troppo tempo per creare questo tipo di automazione ti voglio rassicurare.

Puoi usare questo sistema con le tue email settimanali non automatiche.

Le semplici newsletter che mandi regolarmente.

Semplicemente, ogni volta che mandi un’email, metti in fondo a quell’email un approfondimento e tagga i tuoi utenti se cliccano su quel link.

Se per esempio l’email riguarda gli spumanti, aggiungi un tag tipo “spumante-interesse-base”.

La volta dopo che manderai un’email sugli spumanti vorrai mandarla ai tuoi utenti che hanno uno o più tag riguardo agli spumanti.

Chi non ha tag sugli spumanti non è probabilmente interessato.

Ma non è finita qua.

Infatti ti ho detto che questo sistema ci permette di convertire e riconvertire i nostri utenti in base alle loro interazioni con i nostri contenuti.

È proprio qua che possiamo collegare le nostre sub-sos con dei funnel di vendita di prodotti specifici.

Funnel di vendita

Tutto questo ciclo continua ancora e ancora per ogni email che mandiamo e ci darà informazioni incredibilmente importanti sugli interessi della nostra audience.

Potremo capire che il 70% della nostra audience è interessata agli spumanti e allora creare un lancio di prodotto solamente per loro.

Ancora una volta l’utente viene prima di tutto.

Tutte queste automazioni sono fatte per dare valore solo a chi ha alzato la mano e chiesto di riceverlo.

Esempio di funnel

Ora, penserai probabilmente, che abbiamo così concluso il nostro funnel.

Vero o no?

Assolutamente no.

8) Implementa, Traccia, Ottimizza

Credi davvero che in Marketers possiamo aver creato funnel come questi in 3 giorni?

No di certo.

Siamo partiti molto da modelli molto più semplici.

Per diversi anni ho avuto solo un blog e una sequenza di email di benvenuto.

Tutti i miei lanci e funnel non erano automatici.

Questo è proprio quello che ti consiglio di fare se stai partendo adesso.

Partire in maniera semplice e aggiungere livelli di complessità solamente se richiesto.

È la regola dell’automation marketing: Automatizza solamente quando trovi qualcosa che andrebbe automatizzato.

Per fare questo però è importantissimo tracciare tutte le informazioni che ci servono per prendere le giuste decisioni.

Come facciamo infatti a capire quale step del nostro funnel sta avendo buone performance?

Come facciamo invece a riconoscere gli step del funnel che, invece di creare engagement con il nostro pubblico, rovinano le nostre performance?

Per fare questo possiamo usare moltissimi tool gratuiti come Google Analytics, Google Tag Manager e Hotjar.

Una cosa però fondamentale da tenere a mente è che non tutte le statistiche sono uguali.

Luca te lo spiega in questo video riguardo alle vanity metrics.

Okay.

Arrivati a questo punto avremo un funnel molto semplice e saremo in grado di collezionare dati per prendere decisioni come si deve.

L’unica cosa che ci rimane da fare adesso è ottimizzare il nostro funnel eseguendo degli esperimenti.

Ma cosa intendo per esperimenti?

Intendo dei test dove metteremo a confronto la versione attuale di un nostro step del funnel con una versione differente.

L’obiettivo è identificare un margine di miglioramento e creare funnel-step sempre più efficaci.

Facciamo un esempio.

Se vedessi che tantissimi utenti arrivano alla pagina di iscrizione del mio prodotto ma che pochi arrivano fino al modulo di pagamento in fondo alla pagina, cosa potrei fare?

Potrei fare un esperimento.

Mandare il 50% dei miei utenti alla pagina di vendita attuale e l’altro 50% verso una nuova pagina di vendita.

La nuova pagina di vendita dovrà essere più corta per far arrivare più velocemente i miei utenti al modulo di pagamento.

Quale delle due pagine avrà il tasso di conversione migliore?

Possiamo fare tutte le previsioni del mondo, ma fino a quando non sono i dati a darci una risposta non possiamo essere sicuri.

So cosa starai pensando:

Dario sarà difficile creare un esperimento come questo e sicuramente il tool per crearlo costerà tantissimo.

Niente di più distante dalla realtà.

Omar in questo video ti mostrerà come sia possibile installare Google Optimize e creare un esperimento in meno pochissimi minuti.

Ah e Google Optimize è completamente gratuito.

Non male eh? 😃

Ecco il video:

Diventare dei maestri del Funnel Marketing: ecco come.

Si chiude qui la guida che abbiamo preparato per te.

ALT!

Non andartene.

Arrivato a questo punto, se hai letto fino in fondo, puoi tranquillamente considerarti più esperto di tanti fantomatici consulenti di digital marketing.

Il punto è questo: i funnel SONO il marketing, ma ben pochi esperti di Marketing conoscono i Funnel.

I Funnel sono uno strumento potentissimo quando stai pianificando la tua strategia di marketing. Anzi, potremmo dire che sono la strategia di marketing.

Iscriverti (gratuitamente) alla nostra community WEAREMARKETERS ti darà l’opportunità di imparare da migliaia di case studies e di confrontarti con altrettanti marketer esperti.

Puoi iscriverti alla nostra community facendo click qui.

Con questo chiudiamo questo percorso assieme.

Se la guida ti è piaciuta e se sei uno dei pochi che non soffre di deficit dell’attenzione che è riuscito ad arrivare fino in fondo alza la mano.

Ti basterà lasciare un commento qui sotto al post.

Ti mandiamo un abbraccio,

Ema e Dario.

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Nel 2015 ho creato un gruppo segreto di esperti di digital Marketing. Oggi Marketers è il più grande gruppo d’Italia di Imprenditori Digitali. Stiamo approvando nuovi membri!

 

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