In questo post ti spiego i tre principi fondamentali del Viral Marketing e come sia possibile che alcune idee, per quanto banali siano, si diffondano in modo virale tra la gente, mentre altre ottime idee siano destinate a rimanere sconosciute alla maggior parte di noi.
Pronti? Si inizia!
Nell’ultimo post ti ho raccontato il perché del fallimento di molte delle tue idee qui sul web.
Ci siamo lasciati proprio sul più bello quando, al termine dell’articolo, ho iniziato a spiegare come un’idea possa divenire virale e crescere esponenzialmente una volta raggiunto il suo “punto critico“.
Il punto critico è una soglia oltre la quale le idee, le mode e le tendenze “esplodono” in modo virale e si diffondono con crescita esponenziale.
Probabilmente avrai sentito parlare di “Viral Marketing“. Il Marketing virale si può definire come la scienza della diffusione delle idee, applicata in termini pubblicitari.
Purtroppo c’è una forte ignoranza che avvolge questo argomento. Si è portati a credere che per raggiungere una fase di “viralità” basti creare qualcosa che faccia ridere o emozionare l’interlocutore.
Questo è in parte vero, ma vi è un grande numero di variabili legate all’impatto emotivo sul pubblico che devono essere tenute in considerazione.
Ora, seguendo le ricerche di Malcolm Gladwell, mi piacerebbe introdurti ai 3 principi della viralità delle idee, in modo da rendere più chiara la tua percezione del viral marketing.
1) Viral Marketing: La legge dei pochi.
Esempio
Nel 1994 un gruppo di pochi ragazzini di una piccola cittadina americana ha portato le Hush Puppies, classiche scarpe scamosciate a suola bassa, da una vendita ormai fallimentare di 30.000 pezzi l’anno a una vendita mondiale di 2 milioni di pezzi l’anno semplicemente riproponendo la moda dal nulla.
Probabilmente se fossimo stati io e te i precursori di questa iniziativa, le Hush Puppies non sarebbero mai tornate di moda.
Primo principio del Viral Marketing:
2) Viral Marketing: Fattore presa
Esempio
Il fattore presa, un elemento determinante nella teoria del punto critico, ha enormi implicazioni nel modo di considerare le “epidemie sociali”.
Tendiamo a passare il nostro tempo pensando a come rendere più contagiosi i nostri messaggi, come raggiungere più persone possibili con i nostri prodotti e le nostre idee. Ma la parte difficile della comunicazione, tuttavia, consiste nel riuscire ad assicurarsi che ciò che si comunica faccia presa sulla memoria emotiva del nostro interlocutore, e che non gli entri da un orecchio per uscire dall’altro.
Secondo principio del Viral Marketing:
3) Viral Marketing: Il potere del contesto
Esempio
In un esperimento, due psicoanalisti di New York, fecero simulare un attacco epilettico ad uno studente che si trovava in una stanza.
Quando, dietro la porta della camera accanto, c’era una sola persona in ascolto, questa si precipitava a soccorrere lo studente nell’85% dei casi.
Ma quando i soggetti pensavano che ci fossero oltre quattro persone in grado di sentire lo studente, si precipitavano in aiuto solo nel 31% dei casi.
Terzo principio del Viral Marketing:
Conclusioni
I tre principi del Viral Marketing aiutano a comprendere il senso dell’epidemia, chiarendo innanzitutto in che modo sia possibile raggiungere un punto critico. Nei post futuri di questo blog approfondiremo questi principi e lo specifico argomento del Viral Marketing.
Sarei ben felice di sentire la tua personale opinione al riguardo. Se hai qualcosa da aggiungere ti invito a farlo nei commenti.
Il tuo amico del web,