Facebook Ads: la guida definitiva alle strategie avanzate (+ video)

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In questo articolo scoprirai come fare Facebook Ads. Ti riveleremo le nostre stesse strategie che utilizziamo per lanciare campagne profittevoli e ti racconterò il percorso che mi ha portato a diventare un esperto di Facebook Advertising. Sei pronto? Si comincia! 

Credo che questo post sia uno dei più completi d’Italia su Facebook Ads.

L’ho scritto per darti tutte le informazioni che ti servono per avvicinarti all’advertising su Facebook.

(Se poi vorrai approfondire ancora di più, ti consiglio di guardare Facebook Ads Pro)

Le informazioni che troverai all’interno di questo articolo valgono migliaia di euro. È quanto ho speso di tasca mia per seguire e partecipare ai corsi, consulenze e mastermind più avanzati al mondo.

Prenditi il tempo di leggerla per intero prestando molta attenzione.

Cominciamo.

___

Le relazioni non sono semplici.

L’amore non sempre nasce da un colpo di fulmine.

Per me, almeno, non è stato così. Soprattutto nel caso della mia relazione con Facebook ads.

Fino a 2 anni fa io e Facebook non ci capivamo proprio.

Quando i miei amici marketer cercavano di spingerci ad uscire insieme, le cose non andavano mai per il verso giusto.

Potete immaginare un matrimonio tra un hippie ed una gabber?

Ecco, qualcosa del genere.

Ma partiamo dal principio!

La mia carriera professionale è cominciata grazie alla paghetta di 50€ che mi veniva generosamente fornita dai miei genitori.

Diciamocelo pure… ero povero.

Negli anni ho fatto quel che ho fatto da solo, sbattendo i denti contro le SERP di Google e sulla SEO.

La mia condizione esistenziale di giovane blogger rampante senza un soldo mi portò inevitabilmente a diventare un fanboy del traffico organico.

Credevo che il traffico che arrivava sul mio blog dai motori di ricerca fosse completamente gratuito.

Gratuito!”. Non c’è parola più bella a 16 anni!

Ma soprattutto associavo la spesa in Facebook Ads all’idea di acquistare un grattacielo (senza saper niente riguardo al mercato immobiliare) per poi rivenderlo a qualche milione.

Semplicemente non potevo permetterlo.

Era troppo costoso e, a dire il vero, mi faceva una paura bestia.

Maledetto me!

Lasciate che ve lo dica: per anni non ho capito un accidenti.

Niente da ridire a quel me stesso che, per i primi anni, si è divertito con i motori di ricerca.

Mi recrimino invece il fatto di non aver investito in Facebook Advertising quando ho cominciato ad avere le prime risorse economiche per farlo.

Avete presente quei programmatori che hanno ignorato il passaggio a WordPress e ai diversi CMS e che, ancora oggi, programmano in html?

(Sì, esistono ancora)

Questo ero io a 21 anni.

Guadagnavo piuttosto bene ma, dei miei guadagni, nemmeno 1€ è stato donato allo zio Mark.

Se all’epoca avessi investito 100€ euro a settimana in Facebook Ads:

Oggi avrei centinaia di migliaia di like, una pagina verificata e guadagnerei migliaia di euro a brand per ogni collaborazione.

La mia lista conterebbe decine di migliaia di iscritti già da qualche anno e i lanci dei miei corsi farebbero numeri da capogiro.

Mi sarei evitato di impegnare gli ultimi due anni della mia vita (i più intensi) nel dover imparare a gestire le Facebook Ads.

• Con il tempo che avevo da dedicare ad eventuali campagne d’affiliazione mi sarei sicuramente messo da parte un bel po’ di risparmi.

Sì insomma, è come quando arrivi a 30 anni, ti guardi allo specchio, e vedi quella pancetta da imprenditore seriale.

Dovevo pensarci prima”.

Ma domani il tuo “prima” sarà oggi, quindi tranquillo, sei ancora in tempo per metterti avanti rispetto al futuro.

Ti stavo appunto raccontando una mia credenza errata…

Pensavo che affidarmi unicamente alla SEO fosse un reale risparmio economico.

Mi facevo la torta in casa e nessuno poteva rubarmene una fetta.

Quel che però non sapevo è che stavo investendo un altro asset che, nel tempo, mi sarebbe diventato ben più caro del denaro.

Sì, sto proprio parlando del tempo.

Ho impiegato mesi per passare da 0 a 100 con la SEO.

Ottimo investimento di tempo!

Il problema è che poi ho impiegato anni a passare da 100 a 150.

Pessimo investimento di tempo!

Non sto scherzando, nella maggior parte dei casi (dipende dal tuo mercato) con la SEO è così.

Lanci il tuo blog o business online, ti posizioni per ottime parole chiave, il tuo traffico aumenta del 1000% e i guadagni cominciano ad arrivare.

Poi, ahimè, non trovi più alcuna parola chiave inerente al tuo business capace di darti di nuovo quella crescita e quei brividi iniziali.

Certo, puoi trovare qualche longtail keyword.

Magari sei posizionato per “Gelato a Mantova”, potresti decidere di investire il tuo tempo per posizionarti anche per “Miglior gelato a Mantova centro”.

Che dici? Forse qualche decina o centinaia di visite in più le porteresti a casa……

Ma questo darebbe veramente una nuova svolta ai tuoi risultati?

Assolutamente no.

Passerai da 3000 visitatori a 3110.

Molto spesso la SEO è così.

È come quando ti ubriachi a quarant’anni.

Potrai sentirti euforico quanto vuoi, ma l’emozione non sarà quella di una volta e il giorno dopo ti sentirai da schifo.

(senza tenere conto di quella maledetta nostalgia che ti perseguiterà per l’intera giornata)

Arriva un punto di saturazione.

È quello che è successo al mio blog a partire dal 2015.

Il mio consulente SEO continuava a darmi due possibilità:

• o punti keyword professionali che generano tra le 100 e le 400 ricerche al mese

• oppure punti keyword da migliaia di ricerche mensili come “diventare ricchi su internet subito” o “creare un sito web gratis”.

Nel primo caso avrei investito settimane a scrivere nuovi post per la gloria, nel secondo sarei finito per diventare un venditore di pentole.

Al diavolo tutto.

Vi dico com’è finita:

• Campagne Facebook Ads per promuovere tutti i miei corsi.
• Campagne Facebook Ads per aumentare i like della pagina.
• Campagne Facebook Ads per aumentare i like ai post della pagina.
• Campagne Facebook Ads di lead generation sui seguaci della pagina.
• Campagne Facebook Ads di Affiliate Marketing.

Se oggi faccio 200 iscritti al giorno alla newsletter del mio blog lo devo per 1/3 alla SEO e per 2/3 a Facebook.

Rispetto a due anni fa penso di aver compreso un concetto riguardo a Facebook Ads che, più di tutto, mi ha aperto gli occhi.

È una banalità, ma non è una banalità.

Sei pronto?

Eccotelo qua:

Quando spendi in Facebook Ads non stai spendendo, stai investendo”.

Quando fai un investimento, il tuo obiettivo deve essere quello di andare a ROI il prima possibile.

Andare a ROI è un’espressione sbagliata dal punto di vista grammaticale ma comunemente utilizzata dalla maggior parte degli Internet marketer al mondo.

ROI significa Return on Investement (ritorno sugli investimenti).

Appare dunque chiaro come l’espressione “Andare a Return on Investment” non abbia alcun senso dal punto di vista lessicale.

Ma allora come viene inteso “Andare a ROI”?

Andare a ROI significa raggiungere un risultato economico in vendite superiore al costo della spesa in Advertising.

Procediamo ora a sfatare il mito secondo cui l’Advertising sarebbe costoso.

La verità è che l’Advertising è costoso solamente se la spesa di acquisto del traffico è superiore ai guadagni provenienti dalle vendite generate dallo stesso traffico.

Il lavoro dell’Advertiser è quindi quello di OTTIMIZZARE le campagne di Advertising sino a renderle PROFITTEVOLI.

L’Advertising se fatto bene non è costoso, è profittevole. L’esatto contrario!

Quindi, il fatto è questo:

Fare Facebook Advertising è costoso fintanto che non sai fare Facebook Advertising”.

È una banalità ma è affasciante vedere come migliaia di persone si tengano alla larga da Facebook Ads per la curva d’apprendimento che bisogna affrontare.

Che cosa ci insegna però la storia?

Che, molto spesso, le cose più difficili da apprendere e applicare, sono proprio quelle che poi ci daranno il maggior numero di risultati.

Oggi il mio rapporto con Facebook è completamente cambiato.

Non ho bisogno di un reparto vendite, sono le Facebook Ads a vendere per me.

Lancio una campagna, investo 100 euro ed entro sera so già se andrò in profitto o meno.

Uno dei problemi del lavorare unicamente con la SEO è questo:

Ho una nuova idea di business —> Mi spacco la schiena per 6 mesi per posizionare il sito —> Scopro se il mio business funziona o meno.

Non funziona? Ho buttato via 6 mesi.

Con Facebook Ads le cose vanno diversamente:

Ho una nuova idea di business —> Investo 500€ per provare diversi angoli creativi e diverse campagne di Facebook Ads —> Entro pochi giorni scopro se il mio business funziona o meno.

Non funziona? Ho buttato via 500€.

Certo, 500€ non sono pochi.  Ma che mi dici dei sei mesi del tuo tempo?

(PS: Quanto valuti il tuo tempo? Io a 21 anni ho stabilito che il mio tempo speso in lavoro valeva 150€ l’ora… Immagina quanti soldi persi sono 6 mesi di lavoro!)

Anche quando bisogna testare un’idea di moneyblog che guadagnerà esclusivamente con le affiliazioni e la SEO (è difficile andare a ROI con un moneyblog e Facebook Ads) si può ricorrere al Facebook Advertising per fare un test.

Ecco come:

Apro il blog —> Pubblico 7-8 articoli in target con le parole chiave più importanti —> Spendo in Facebook Ads per mandargli traffico —> Entro 2-3 giorni vedo se converte o meno.

Ovviamente terrò in considerazione il fatto che, essendo il traffico organico molto più in target, mi basterà molto meno traffico da motori di ricerca per produrre risultati economici simili a quelli generati con le Facebook Ads.



Cavolo, spero non ti sia venuto il vomito a leggere questo monologo :D

Fino a questo punto abbiamo appurato alcuni concetti:

• Se si è agli inizi e si ha poco budget lavorare con la SEO è la miglior scelta
• Quando si guadagnano i primi soldi è bene investire nello studio di Facebook Ads per poi investire direttamente in Facebook Ads.
• Facebook Ads ti permette di andare ad acquisire un pubblico diverso da quello che ti viene offerto dalle strategie di SEO
• Quando si impara a fare Facebook Advertising non lo si considera più come spesa ma come investimento. Facebook Ads non è costoso, è profittevole.

Ora andiamo avanti, dedicandoci di più alla strategia.

Quando per la prima volta mi sono confrontato con Facebook Ads ho deciso di assumere un professionista che gestisse per me le campagne.

Decisione che si è rivelata completamente sbagliata.

Ahimè l’advertiser in questione non conosceva né il mio mercato, né il pubblico di riferimento, tantomeno la psicologia delle persone che rientravano nel mio target.

La prima lezione che ho imparato è stata proprio questa:

Non pensare di delegare completamente le tue campagne”.

Anche quando assumi una persona che gestisca per te le campagne di Facebook Ads il tuo ruolo è fondamentale.

Due sono le cose importanti:

1) Conoscere le strategie di Facebook Ads anche se non sei tu a fare Facebook Advertising.

2) Confrontarti con chi gestisce per te le tue campagne (Sei l’unico a conoscere il tuo pubblico e la psicologia della tua target audience).

Il primo punto è fondamentale perché ti consente di acquisire la comprensione del metodo.

Una volta che conosci le strategie di Facebook Ads diventa più semplice confrontarti con il professionista che gestisce le tue campagne (e ottenere buoni risultati).

Proprio per questi due motivi nel 2015 ho deciso di mettermi a studiare le diverse tecniche di Facebook Advertising.

All’epoca già lanciavo qualche campagna di Affiliazione, ma ancora non possedevo il know-how necessario per definire una strategia completa da applicare al mio business e ai miei diversi prodotti.

Nel 2015 ho cominciato a condividere il mio ufficio con Andrea Bottoni, mio socio e partner di Marketers.

Lascia che te lo dica, Andrea è molto più esperto di me in Facebook Ads e questo è stato un grande vantaggio per il mio percorso di studio :-)

Man mano che ho cominciato a capirne sempre di più è nata in me una grande consapevolezza:

Fare Facebook Advertising è esattamente come ritrovarsi davanti ad una tela bianca e avere 187 colori diversi con cui dipingere.

Come nel mondo della pittura esistono alcune “regole auree” a cui attenersi, ma il modo di dipingere (e la soddisfazione del risultato) cambia dal periodo storico, dagli strumenti artistici e dalla propria capacità personale di testare e intraprendere una moltitudine di percorsi stilistici diversi.

Occorre un metodo (punto di partenza) e grande competenza.

La competenza la si acquisisce solamente lanciando, ottimizzando e scalando un gran numero di campagne.

(Non ti preoccupare, tra poco passiamo alla pratica)

Sempre nel 2015 stavo lanciando quella che doveva essere la mia prima digital Agency.

Avevamo trovato un sostanzioso finanziamento che ci avrebbe permesso di recuperare le risorse umane (e le competenze) direttamente sul mercato.

Incominciò una grande caccia al professionista di Facebook Ads da assumere.

Fu un vero e proprio disastro.

Maggiore il numero di colloqui, maggiore diventava la mia consapevolezza di quanta poca competenza vi fosse realmente in ambito Facebook Ads.

Anche chi si professava veterano dell’argomento presentava enorme lacune in ambito strategico.

Ti lascio qui le domande più ricorrenti a cui, la maggior parte delle volte, non ottenevo risposta:

  • Ipotizziamo di dover fare retargeting. Imposteresti una campagna con obiettivo click su sito web o conversione?
  • Ipotizziamo di scalare una campagna. Entro che limiti aumenteresti su base giornaliera il budget delle campagne?
  • Ipotizziamo di dover fare manual bidding. Sapresti operare in questi termini?
  • Ipotizziamo di avere un pixel che raccolga pochi dati (in mancanza di audience su sito web). In che modo andresti ad “allenare il pixel” perché registri più dati e produca lookalike affidabili?

Queste e altre domande sono diventate uno standard per sondare la competenza degli advertiser.

Ciò non significa che chi non sa rispondere a questi dati non sappia lanciare campagne profittevoli.

Anche un ragazzo con gusto artistico può realizzare ottimi dipinti.

Anche il proprietario di una barca a vela può portarla in crociera (senza dover essere uno skipper esperto).

Ma cosa succede quando ci si trova a lavorare in contesti poco esplorati, difficili e sconosciuti ai più?

Cosa succede quando ci si trova a portare una barca in un mare in tempesta?

Il mio obiettivo è questo: farti eccellere in ambito Facebook Advertising.

Gran parte dell’esperienza che io e Andrea abbiamo accumulato in ambito Facebook Ads la dobbiamo ai nostri mastermind con affiliate marketer internazionali, alla nostra amicizia con i ragazzi di STM e al confronto con altri professionisti durante i diversi eventi di networking.

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Io, Francesco Sottocornola, Andrea Bottoni e Paolo bacchi nell’ufficio di Zeno (amministratore di StackThatMoney), a Bangkok

(Non conosci STM? Stm è la community dei milionari arricchitisi con l’advertising e le affiliazioni)

Ad oggi una cosa è certa….

Abbiamo definito il nostro metodo.

Prima di parlare di strategie è però molto importante assicurarci che tu abbia una buona comprensione di quella che è la struttura di una campagna di Facebook Ads.

Non sai fare Facebook Ads e non conosci la differenza tra Campagna, Adset e Ads?

Guarda questo video che Andrea ha preparato per te.

Puoi trovare altri video simili iscrivendoti al canale youtube di Marketers.

Fare Facebook Ads: il nostro metodo.

Quella che segue è una (semplice) rappresentazione base del metodo che adottiamo per lanciare un sistema di campagne.

L’infografica è stata realizzata da Andrea Bottoni (Botto) appositamente per questo articolo.

facebook ads pro

Questa infografica è molto importante. Nel corso di questo articolo (dal prossimo paragrafo in poi) andremo ad analizzare ognuno di questi passaggi, step by step!

Cominciamo dal primo!

1. Scegliere l’obiettivo della tua campagna di Facebook ads.

Magari devi vendere un prodotto, ma non è detto che la vendita del prodotto debba essere l’obiettivo della tua campagna.

Lascia che ti spieghi meglio.

Il funnel di vendita del tuo prodotto potrebbe essere strutturato in questo modo:

  1. La persona visita un contenuto (articolo) presente sul tuo sito
  2. La persona visita il tuo sito
  3. La persona si registra al tuo sito
  4. La persona riceve un email riguardo al prodotto e visita la pagina di vendita del prodotto
  5. La persona acquista il prodotto

Ecco che la tua campagna Facebook potrebbe adottare un obiettivo diverso a seconda dello step del funnel verso il quale si desidera convogliare il traffico:

  1. La campagna ha come obiettivo la visita al contenuto (obiettivo traffico)
  2. La campagna ha come obiettivo la visita al sito di un nuovo utente (obiettivo traffico)
  3. La campagna ha come obiettivo la registrazione al sito web (obiettivo conversione)
  4. La campagna ha come obiettivo la visita della pagina di vendita del prodotto (obiettivo traffico)
  5. La campagna ha come obiettivo l’acquisto del prodotto (obiettivo traffico)

Queste 5 campagne hanno obiettivi diversi tra loro, ma tutti questi obiettivi convogliano il traffico verso un’unica direzione: l’acquisto del prodotto.

Non è scontato che un obiettivo sia migliore dell’altro.

Quale sia l’obiettivo da impostare dipende da una serie di fattori:

  1. La comprensione del proprio mercato
  2. I risultati derivanti dai test su altre campagne simili
  3. Le nuove tecnologie messe a disposizioni dalla piattaforma di Facebook Ads

ESEMPIO

In questo esatto periodo, con l’introduzione dell’advertising video, abbiamo ottenuto grandi risultati con una strategia di questo tipo:

facebook-advertising-video-ads

La campagna viene lanciata con obiettivo “traffico” utilizzando un video come contenuto dell’ad.

Il traffico viene quindi re-indirizzato su una pagina di pre-vendita che genera interesse nei confronti del prodotto.

A questo punto l’utente che fa click sulla CTA (CallToAction) arriva sulla pagina di vendita e, incrociando le dita, acquista il nostro prodotto.

Vengono allegate due campagne di retargeting.

La prima su chi ha visto più del 50% del video. Il suo obiettivo è quello di portare le persone a visualizzare la pagina di pre-vendita.

La seconda dedicata a chi ha visto tra il 75% e il 95% del video. Essendo l’utente più “caldo” rispetto a chi ha visto poco più del 50%, viene dirottato direttamente sulla pagina di acquisto.

Ovviamente il retargeting viene ripetuto per chi visualizza la pre-sale e la pagina di vendita:

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Disclaimer: non è detto che questo sia il miglior modo di agire per il tuo specifico caso (ma l’idea di testarlo te la consiglio egualmente!)

2. Fare ricerche avanzate sul Target delle tue campagne di Facebook Advertising

Quando si lancia una campagna bisogna andare a definire un target ben preciso.

Per target intendo le persone che andranno a visualizzare il tuo annuncio (ad).

Questa è una delle componenti più importanti di tutta la tua campagna.

Puoi impostare la campagna in maniera eccellente, ma se mostrerai i tuoi annunci al target di persone sbagliato non otterrai una sola conversione.

Ma partiamo dal principio… Quanto ampio dovrà essere il tuo pubblico?

L’ideale è non scendere sotto le 50.000 persone (a meno che tu non sappia esattamente cosa stai facendo).

Questo ovviamente è un dato generico. Come dicevamo poco fa Facebook Ads è una materia estremamente soggettiva e i suoi risultati (o strategie) possono variare in base al tuo target (o mercato ) di riferimento.

Passiamo ora all’argomento principale di questo paragrafo.

Come identificare un pubblico in target con il tuo annuncio che possa portare ad un buon ROI e un gran numero di conversioni?

Se conosci il tuo mercato ti trovi ad un buon punto.

Ciò non toglie che dovrai comunque impegnarti nello studio del target.

Ok Dario…. Ma come?

La ricerca della target audience può essere condotta secondo due strategie complementari:

• L’utilizzo degli strumenti messi a disposizione di Facebook
• L’utilizzo di portali, software e strumenti di ricerca esterni (amazon, adwords, etc)

Nel primo caso sfrutterai lo strumento “Audience Insight” offerto da Facebook.

facebook-targeting

In questa schermata di Audience insight possiamo vedere come il pubblico italiano, interessato al Digital Marketing, sia composto da un pubblico composto da più del 50% da persone tra i 18 e i 34 anni.

Quello che io e Andrea ti abbiamo mostrato è niente rispetto a quello che puoi fare con questo strumento.

Il nostro consiglio è quello di installare il pixel di Facebook sul tuo sito così da poter sfruttare l’audience Insight (assieme a google Analytics) per comprendere appieno gli interessi di chi visita il tuo blog.

La seconda opzione è invece quella di utilizzare strumenti esterni per comprendere ulteriori interessi del tuo pubblico.

Un esempio?

Se ad esempio devo definire un pubblico di interesse sul digital marketing posso andare su amazon e cercare i libri correlati alla parola “digital marketing”.

In questo modo posso trovare una serie di libri e di autori (a me sconosciuti) da inserire all’interno del campo interessi del mio adset.

Altri consigli di questo tipo puoi trovarli all’interno del nostro corso Facebook Ads Pro.

3. Selezionare gli elementi di una campagna Facebook Ads da testare.

Non so quale sia la tua preparazione in termini di marketing.

Proprio per questo voglio dirti una cosa:

niente è più importante del testing.

Se vuoi lanciare una campagna performante che dia ottimi risultati devi testare più elementi possibili.

Immagina di avere un chiosco che venda mele.

  • Potresti testare mele verdi vs mele rosse e scoprire quali vendono di più.
  • Potresti testare il prezzo delle tue mele e scoprire quale produce più fatturato.
  • Potresti addirittura testare il tuo modo di porti con il cliente: un modo di fare ironico e sorridente ti fa vendere di più di un modo serio e professionale?

All’interno di una campagna di Facebook Ads ci sono tantissime variabili di cui tener conto. (non so se più o di meno risposto ad un chiosco che venda mele :p )

Ogni elemento può essere oggetto di test.

Ecco alcuni esempi:

→ l’obiettivo della campagna (cosa sia l’abbiamo visto poco fa)

→ il target di utenti (il pubblico a cui mostrerai i tuoi annunci)

→ I posizionamenti (mobile, desktop, colonna destra, etc. Nonché l’area delle pagine di Facebook dove appariranno i tuoi annunci)

→ Il modello di bidding (tra poco vedremo come funziona)

→ l’immagine o il copy del tuo ad (ovvero i banner e il testo del tuo annuncio)

Come puoi immaginare testare ogni variabile può diventare molto dispendioso (sia in termini di tempo che di denaro).

In molti casi infatti non riuscirai a testare tutti questi elementi.

La soluzione?

Comprendere cosa sia importante testare

Prima di addentrarci nella spiegazione sono necessarie due premesse:

Premessa 1

Il miglior metodo per condurre test efficaci su facebook consiste nell’isolare gli elementi da testare.

Mi spiego meglio….

Supponiamo che tu abbia deciso di fare un test per vedere se rispondono meglio al tuo annuncio gli Uomini o le Donne.

Il miglior modo per farlo è:

  • Creare una campagna
  • All’interno della campagna creare un adset dedicato agli uomini
  • All’interno di quest’adset dovrai creare l’ad (testo + banner o video)
  • A questo punto basterà duplicare l’adset e modificare il duplicato impostando come target audience un pubblico prettamente femminile.

A questo punto ti troverai all’interno di una stessa campagna due adset differenti, il primo dedicato agli uomini e il secondo dedicato alle donne.

All’interno di ognuno dei due adset ci sarà lo stesso annuncio (ad).

facebook-ads-testare-gli-adset
Perché fare tutto questo?

Semplice: se lasci uomini e donne insieme all’interno dello stesso adset otterrai dati di performance confusi che porteranno ad un minor controllo sulle conversioni uomini vs donne.

Tip avanzato: quando duplichi l’adset, vai nell’adset duplicato (donne), modifica l’ad contenuto al suo interno e sostituiscilo con lo stesso ad presente in quello uomini.

In questo modo, utilizzando per entrambi gli adset lo stesso ad, l’engagement dell’ad salirà alle stelle e acquisirà maggiore autorevolezza agli occhi delle persone (potrai anche evitare di controllare i commenti negativi per due ad diversi identici tra loro).

Come fare? dall’editor dell’ad fai click su “usa post esistente” e inserisci l’ID del primo ad..

L’ID dell’ad lo trovi nell’area dell’account pubblicitario “post della pagina”.

Premessa 2

Facebook non fa un reale A/B testing tra i diversi ads contenuti all’interno di un adset.

Se ad esempio inserisci 2 ad diversi all’interno dello stesso adset per vedere quale performa meglio, basteranno poche impressioni a facebook per decidere quale dei due sia il vincente.

Il risultato è che Facebook destinerà il 90% del budget all’annuncio “vincente” dopo pochi minuti.

Ragazzi, questo è tutt’altro che un test fatto bene!

Per capire quale dei due ads performi realmente meglio sono necessari molti più dati!

In gergo si dice che sono necessari dati statisticamente significativi.

Come fare allora?

Semplice, isola i post!

Ogni post diverso andrebbe inserito all’interno di un AdSet dedicato

La regola in questo caso è: un Ad per AdSet

testare-ad-e-adset

Il discorso è analogo anche per i posizionamenti (desktop, mobile, colonna destra etc).

Se non li isoli facebook agirà nello stesso modo degli ad: stabilirà in pochissimo tempo quale performa meglio e gli destinerà tutto il traffico.

Per testare i placement dovresti allora isolarli a livello di adset o campagna (io consiglio di creare una campagna solo desktop, una solo mobile, etc..)

Come puoi già cominciare ad intuire testare può diventare un lavoro a tempo pieno.

Lascia che te lo dica…

Se vuoi ottenere risultati straordinari e individuare un segmento profittevole della tua campagna da scalare, questo è il lavoro che deve essere fatto.

Cerchiamo di mettere assieme le due premesse fatte e unire lo split per adset e lo split per ads.

Se vuoi testare Donne/Uomini e due post diversi la situazione diventa questa:

facebook-ads-struttura-campagna

Attenzione: poiché i budget vengono allocati per AdSet ti ritroverai a spendere il budget impostato per ognuno dei 4 adset.

Diventa costosetta come operazione, non trovi?

(mica puoi mettere solamente 5 euro di budget per ogni adset :p)

Questo è il motivo per il quale è strettamente necessario definire cosa sia importante testare.

Elementi importanti:

→ Audience (a livello di adset)

→ Immagini (a livello di ads)

→ Copy (a livello di ads)

→ Posizionamenti (a livello di adset o campagna)

Questo ovviamente dipende anche dal tipo di campagna che stai promuovendo.

(Se hai lanciato una campagna solo mobile i posizionamenti (placement) non andranno testati!)

Le regole generali da seguire quindi sono queste :

    • Isola le variabili che intendi testare → Crea un adset o una campagna appositamente per l’elemento che desideri testare
    • Crea un solo Ad per ogni Adset

Tip avanzato. Quando lanci una campagna facebook inizia a mostrare il tuo post alla tua audience, determinando piuttosto in fretta le persone che rispondono meglio al tuo annuncio.

Dopo pochi minuti Facebook attribuisce il CPC e il CPM della tua campagna in base ai valori iniziali.

Non è detto però che la promozione sia stata mostrata al segmento di audience migliore (quella più incline a convertire).

Se Facebook avesse mostrato inizialmente lo stesso annuncio a 1000 persone diverse, magari avresti ottenuto CPC o CPM minori!

Quello che puoi fare per risolvere questo problema sta nel duplicare 2-3 volte l’ad all’interno dell’adset.

In questo modo potrai far ri-partire lo stesso identico post su 2-3 segmenti di audience diversi.

Potresti scoprire che alcune varianti dell’annuncio duplicato performano meglio dell’originale.

(Nota: non stai inserendo più ad diversi all’interno di un adset, stai duplicando lo stesso ad per riuscire a ottimizzare l’annuncio sul pubblico migliore!)

Ecco una esemplificazione grafica di quello che dovresti ottenere:

testare-gli-ads

3. Settare il pixel per creare i tuoi pubblici personalizzati.

Innanzitutto….Cos’è il pixel di facebook?

“Il pixel di facebook è un frammento di codice javascript presente sul tuo sito web che ti permette di misurare le tue campagne pubblicitarie, ottimizzarle e definirne il pubblico” (fonte: facebook)

Non troppo chiaro.

Immagina il pixel come se fosse un piccolo essere che puoi inserire all’interno delle pagine del tuo sito o delle tue landing page.

Questo “essere” osserva i visitatori delle tue pagine web, permettendoti così di tracciarli e targettizzarli su facebook.

Questo codice ti da la possibilità di creare delle audience su facebook ads sulla base delle azioni che il pubblico ha intrapreso sul tuo sito.

Esempio:

  • Persone che hanno visitato il tuo blog o sito web
  • Persone che hanno visitato solamente determinate pagine
  • Persone che hanno acquistato un tuo prodotto
  • Persone che hanno compilato uno dei tuoi form
  • Ecc ecc…

Non male no?

Penso che Facebook sia lo strumento di marketing per eccellenza.

Ecco altre operazioni che sono rese possibili dal pixel di Facebook Ads:

→ Monitorare determinate azioni che gli utenti compiono sul tuo sito

→ Vedere come performa la tua campagna in relazione al tuo obiettivo

→ Ottimizzare la campagna per un determinato obiettivo (es. ottimizzare la tua campagna per gli optin, così che facebook rintracci il pubblico più incline a convertire)

→ Retargeting

→ Lookalike

Il pixel è senza dubbio una delle risorse più importanti per l’advertising e imparare a usarlo è fondamentale.

Ma parliamo un attimo di Lookalike…

Che diavolo è il Lookalike?

Un Lookalike è un pubblico creato da facebook di persone simili a quelle contenute all’interno di un tuo audience personalizzato.

Forse non ti è chiaro. Andiamo nei dettagli!

Ipotizziamo che tu abbia un audience personalizzata raccolta dal tuo pixel (costituita magari dai clienti di un tuo prodotto).

Puoi utilizzare Facebook Ads Manager per creare un pubblico lookalike popolato da persone che, in base ai loro interessi o comportamenti, siano simili al pubblico della tua audience personalizzata.

Il nostro lavoro iniziale consiste nel ricercare un audience e generare delle conversioni e, per tracciarle, utilizziamo il pixel di facebook.

In un secondo momento sarà proprio Facebook ad analizzare i dati raccolti dal pixel.

Questi dati gli consentiranno di trovare nuove audience (pubblici lookalike) a cui promuovere le nostre CTA, i nostri prodotti o i nostri servizi.

Una risorsa straordinaria per scalare le nostre campagne e ottenere nuovi clienti potenziali.

Sembra una figata…

Lo è per davvero!

Ma torniamo un attimo a parlare del Pixel.

Il pixel può sembrare un semplice codice…Attenzione però, è molto più complesso di come appare.

Hai presente quando ti ho detto di immaginare il pixel come un essere che osserva le pagine del tuo sito?

Questa metafora fa schifo ma non era casuale.

Devi infatti immaginarti il pixel come un oggetto in grado di imparare dalle esperienze: è una sorta di Intelligenza artificiale. 

Se vuoi saperne di più trovi una guida approfondita sul Pixel di Facebook sul blog di Marketers.

4. Bidding automatico vs Bidding manuale: quale scegliere?

Meglio bidding automatico o bidding manuale?

Questa è una delle domande che mi sento chiedere molto spesso.

Per poter rispondere è necessario aver ben chiaro cosa si intende per bidding e cosa comporta l’utilizzo di una modalità rispetto all’altra.

Partiamo quindi dall’inizio.

Cos’è il bid?

Il bid è un’offerta che fai per aggiudicarti la visualizzazione del tua annuncio sulla bacheca di un utente.

Facebook funziona come una gigantesca asta.

Ogni advertiser fa una puntata per far sì che il proprio annuncio venga mostrato.

Potremmo dire che chi fa l’offerta più alta, solitamente, ottiene la visualizzazione.

Questo modello che ti ho appena esposto è un enorme semplificazione.

Il modello di asta di facebook è molto molto più complesso, ma non voglio certo perdermi a spiegarti i modelli matematici.

Il punto fondamentale da capire è che ogni utente su facebook può essere “vittima” di un numero limitato di annunci.

Ipotizziamo che il nostro amico Marco, utente di facebook,  possa visualizzare 50 ads al giorno.

Se ci sono migliaia di advertiser che voglio mostrare il loro annuncio ad una stessa categoria di utente (a cui appartiene anche Marco) è ovvio come diventi necessaria una piattaforma strutturata come un’asta.

Chi si aggiudicherà le views di Marco sul proprio annuncio?

Ovviamente i 50 advertiser con il bid più alto (è un esempio molto approssimativo).

AVIDO MARK!

Una cosa che molti non hanno chiara è il concetto di bid.

L’ammontare che imposti come “puntata” (bid) non è l’importo che spenderai, bensì l’importo massimo che sei disposto a spendere.

Se punti 5€ e l’advertiser subito dopo di te ne punta tre, andrai a spendere poco più di 3€ e non i cinque che avevi biddato.

Ovviamente il sistema è più complesso e l’algoritmo che regola le aste tiene conto di molti altri fattori (tra cui i feedback, la pertinenza, relevance score etc..).

Potresti avere un bid più basso dei tuoi competitor, ma se il tuo annuncio è pertinente alla tua audience, ha molto engagement e un buon relevance score potrebbe aggiudicarsi la vittoria comunque.

Vediamo ora di analizzare i due modelli di bidding permessi da facebook: il bidding automatico e quello manuale.

Il bidding automatico lascia a Facebook il compito di impostare l’offerta che ti farà ottenere il maggior numero di azioni al minor prezzo.

Selezionando il bidding manuale invece sarai tu a dover inserire l’importo che sei disposto a spendere.

Tip Avanzato: Il bidding manuale è molto interessante se ad esempio sei marketer all’interno di un’azienda che può permettersi un costo di acquisizione clienti molto alto.

In mancanza di un numero sufficiente di visualizzazioni del tuo annuncio ti è quindi possibile aumentare il bid per mangiare il traffico di Facebook Ads di chi compete per la tua stessa audience.

Ad ogni modo, se sei agli inizi, ti consiglio di partire con il bid automatico.

Il bid manuale invece viene usato principalmente per due motivi:

Provare a spendere meno

Battere i competitor puntando molto alto infatti otterrai due vantaggi.

  1. Posizionandoti tra i primi bidder il tuo annuncio verrà mostrato in alto sulla bacheca della tua audience, migliorando così il CTR del tuo annuncio.
  2. Biddando alto potresti raggiungere un pubblico ottimizzato più ampio, andando a mostrare l’annuncio a utenti più inclini a convertire.

Se deciderai di usare quest’ultima strategia ti consiglio di biddare almeno 2-4 volte l’offerta consigliata da facebook.

Ricorda: non spenderai l’intera puntata ma solo l’importo necessario per vincere l’asta.

5. Creare annunci efficaci: copy, creatività e persuasione.

Puoi selezionare:

  • il giusto target
  • il miglior obiettivo
  • il posizionamento perfetto

La tua campagna potrebbe andare comunque male.

Sai dirmi quale ingrediente manca?

Semplice: la persuasione.

Generare interesse, catturare l’attenzione, condurre la gente a far click.

Se non sai fare questo genere di cose, la tua carriera di advertiser finisce qui.

Devi pensare una sola cosa:

Le persone non sono su Facebook per acquistare. Le persone stanno su Facebook per cazzeggiare”.

Le tue ads sono solamente una rottura. Un intervallo spiacevole tra i migliori video virali della rete.

A meno che…

A meno che non sai servire l’annuncio giusto alla persona giusta.

La persona che vede le tue ads deve avere la sensazione che quell’annuncio sia perfetto per lei.

Se stai vendendo una pettorina per cani e, per aumentare la tua audience, mi metti interesse “animali a 4 zampe” hai sbagliato di grosso.

Le prime 1000 persone che visualizzeranno il tuo annuncio potrebbero essere proprietari di gatti.

Della pettorina per cani quasi a nessuno importerebbe!

Otterresti pochi click, Facebook ti attribuirebbe un relevance score basso e il tuo annuncio ti costerebbe una fortuna.

I tuoi post hanno quindi un duplice ruolo:

  • devono essere in target con l’audience
  • devono catturare l’attenzione del tuo target

Come si fa quindi a creare un post in grado di:

  • incuriosire un utente
  • fermare il suo pollice dallo scrolling compulsivo
  • e portarlo a fare click sul nostro annuncio?

Ci sono molte risposte a questa domanda da un milione di euro.

Il punto è questo…

Secondo la mia storia personale, il mio parere e i miei risultati, la cosa più importante è il copywriting.

Per copy non intendo la capacità di scrivere in maniera aggressiva per appioppare qualcosa a qualcuno.

Intendo invece la grande capacità di scrivere e parlare in maniera empatica.

Comprendere la mente delle persone e veicolare il giusto messaggio sta alle fondamenta del marketing.

Ti invito a studiare il copywriting educativo e come questo possa influenzare il sistema di credenze delle persone (presto farò un report proprio su questo, lo trovi qua).

Proverò comunque a darti qualche linea guida da seguire:

Prima regola: → Studia un titolo che vada a catturare l’attenzione del tuo target.

Io cerco sempre di essere breve ed incisivo.

Esempio: “⭕️ SCOPRI LO YOGA A FERRARA”.

In questo caso la mia target audience sono le persone di Ferrara. Cito la città in maniera da farle sentire coinvolte e catturare subito la loro attenzione.

Solitamente inserisco un elemento di pattern interrupt (come un emoticon) prima del titolo in maniera da rendere l’annuncio più visibile.

Seconda regola → Lavora sull’emotività delle persone, non sulla logica.

(La maggior parte delle persone prendono decisioni su base irrazionale, non logica).

Il corpo del mio annuncio prosegue quindi così.

Secondo l’huffington post america, lo yoga garantisce un senso di benessere e pace interiore già dalla prima lezione.

Vieni a provarlo gratis a Ferrara. Fai click per ottenere la tua lezione gratuita

L’huffington post aumenta l’autorevolezza dell’annuncio e la descrizione dei benefici serve a far si che il mio pubblico ci si immedesimi.

L’ultima frase corrisponde ovviamente alla CTA (CallToAction) che invita la persona a far click su un annuncio.

Il mio consiglio è sempre questo: pensa quali possano essere i desideri, i problemi e le frustrazioni dei tuoi utenti.

Declina la tua intera comunicazione sulla base di questi.

La gente deve arrivare a pensare: “cavolo, chi ha scritto questo annuncio sembra mi conosca per davvero”.

Terza regola → usa immagini efficaci.

Le foto di persone, le immagini dai colori forti e soggetti che creino scalpore sono molto importanti.

Esercizio per casa: prova a scrollare la tua home di Facebook sforzandoti di non riporre l’attenzione su alcun annuncio in particolare (almeno non di proposito). Prendi nota di tutto ciò che riesce a catturare il tuo interesse.

Ricordati che, in un mondo di banner belli, un banner brutto funziona meglio. Questo non significa che devi per forza fare un banner brutto, significa invece che la bellezza è solamente il punto di partenza. Non basta.

Quarta regola → Lascia uno spazio tra la prima riga del copy e il resto (la prima riga di copy devi usarla come una sorta di titolo, esattamente come ti ho già mostrato)

Quinta regola → Se ne hai la possibilità usa i video, se fatti bene generano un engagement superiore a quello di una foto.

6. Scala i segmenti profittevoli delle tue campagne di Facebook Ads

Se hai lanciato una campagna nel modo corretto, testando i diversi elementi e identificando una buona audience, potrebbe avvenire la magia.

In breve potresti trovarti nella condizione di voler scalare la tua campagna.

Ma cosa significa esattamente scalare una campagna?

Supponiamo che ieri sera tu abbia lanciato una campagna.

Hai impostato 10€ di budget giornaliero e, al termine della giornata, l’inserzione ti ha generato 20€ di vendite.

Se il tuo budget giornaliero rimarrà 10€ e la campagna manterrà le stesse performance, allora non potrai guadagnare più di 10€ al giorno.

No, così non  si diventa ricchi.

Attenzione però.

Se stai spendendo 10 e guadagnando 20 significa che il tuo ROI (return on investment) è del 100%.

Spendendo 1000€ dovresti guadagnarne 2000!

Vero o no?

Sì e no.

È normale che, a questo punto, tu voglia spendere di più in modo da ottenere un pezzo di torta più grande!

Giusto no?

Certo!

Quello che viene naturale è andare nell’area relativa al budget, cancellare il nostro bel 10 e inserire 100 o 200 o 1000€ a seconda di quanto possiamo permetterci di investire.

Mai fatta cosa più sbagliata!

A facebook infatti non piacciono i grossi aumenti di budget.

Se procedi in questa maniera possono capitare diverse cose.

→ Potrebbe aumentare il tuo costo per click, portando così la tua campagna da ROI positivo a ROI negativo. Questo può capitare molto facilmente se si lavora a bassi margini di profitto o se si promuovono offerte a basso payout (CPA, CPI, etc).

→ Potresti venir contrassegnato come spammer e il tuo account pubblicitario potrebbe venir bannato per sempre.

I motivi sono semplici:  

→ aumentando drasticamente il tuo budget Facebook potrebbe far pensare che stai facendo un sacco di soldi. Cercherà quindi di aumentare la sua marginalità come il peggiore degli avidi.

→ aumentando drasticamente il tuo budget Facebook si accorgerà della tua campagna e, se questa non rispetta appieno le sue normative, potrebbe farti fuori con un click.

Devi pensare che mentre una campagna è attiva intervengono molti fattori.

Aumenti drastici di budget vanno contro l’equilibrio che l’algoritmo di facebook cerca di perseguire.

Se hai in mente di poter spendere 2000€ al giorno evita di testare le campagne con 10€, Facebook non è stupido.

Pensa a questa cosa:

Facebook fa sempre in modo di capire cosa possa funzionare per la tua campagna. È nel suo interesse ottimizzarla per fornire i giusti annunci ai giusti utenti.”

Facebook è disposto a tutto per evitare di riempire le bacheche dei suoi utenti con annunci inutili, poco in target e poco interessanti.

Aumentare il budget drasticamente significa espandere il reach della campagna altrettanto drasticamente.

Passare da 100€ a 2000€ di budget al giorno significa obbligare Facebook a recuperare in breve tempo un enorme audience ottimizzata per il tuo annuncio.

Questo è assolutamente impossibile!

Soprattutto se la tua campagna è stata appena lanciata e non ha uno storico alle sue spalle.

Facebook andrà ad allocare il tuo budget sulle cose più stupide, aumentando ad esempio la frequenza del tua annuncio.

Questo significa che la tua stessa inserzione verrà mostrata più e più volte agli stessi utenti, portando ad un calo improvviso del CTR e delle performance generali.

Basta ingegneria dell’advertising! Passiamo alla pratica.

Cosa fare quindi?

Quello che migliaia e migliaia di test hanno portato alla luce, è che il budget di una campagna non andrebbe mai aumentato più del 10-30% ogni 2-3 giorni. 

Aumentandolo in questo modo le tue performance dovrebbero rimanere stabili nel tempo.

Il problema è questo:

Se parti con 10€ di budget giornaliero e puoi aumentarlo solo del 10-30% ogni 2-3 giorni le cose potrebbero farsi piuttosto lunghe!

Anche solo per arrivare a 100 euro di spesa giornaliera occorre un’odissea :)

Questo è il motivo per il quale gli advertiser con grossi budget fanno partire le campagne con budget di 500-1000€ al giorno.

Agendo in questo modo puoi ottenere risultati degni di analisi anche solo in qualche ora.

Il lavoro diventa molto più semplice, ti basta agire come un giardiniere!

Dopo qualche ora puoi potare i rami secchi e morti della tua campagna.

Non è detto che spenderai 500€ al giorno. Magari dopo qualche ora hai già cancellato qualche adset che non portava conversioni.

La tua spesa a fine giornata potrebbe essere di 250€ e, per di più, potresti andare a letto con qualche adset già in profit :p

Questa strada però non è certo percorribile da chiunque.

Almeno non agli inizi.

Fortunatamente attraverso i test e l’esperienza sono state create diverse strategie per riuscire a scalare una campagna in breve tempo (senza avere grossi budget).

Nota: queste tecniche funzionano se stai lavorando su un’audience piuttosto grande

Ecco qualche strategia che puoi provare:

Strategia 1

→  Duplica l’adset in profit 6-7 volte (anche di più se vuoi)

→  Alcuni andranno bene altri male, cancella quelli che vanno male

→  Aumenta il budget di quelli che vanno bene poco alla volta, del 10-30% ogni 2-3 giorni.

Supponiamo ad esempio che un adset della tua campagna stia generando buoni risultati (es spendi 20 fai 40) e che il suo budget giornaliero sia 20€.

Vogliamo scalare.

Abbiamo fretta e la tecnica dell’aumento graduale del budget ci richiede troppi giorni.

Ecco come fare: duplica 6-7-8 volte l’adset che sta girando meglio (quello che produce più conversioni)

In questo modo ti troverai, ad esempio, 8 adset identici ognuno con 20 euro di spesa giornaliera (per un totale di 160€ al giorno)

Ovviamente non tutti questi nuovi adset andranno in profitto.

Stai lanciando nuove inserzioni sulla tua stessa audience, il risultato è che ti andrai a cannibalizzare (parzialmente) il traffico da solo.

Alcuni adset potrebbero partire su un pubblico già coperto precedentemente dall’adset che hai duplicato.

Supponiamo che 3 delle nuove copie vadano in profitto.

Ti troverai con 4 adset con 20 euro di budget tutti in profitto e starai spendendo 80€ al giorno

Questo significa che, aumentando il budget di ognuno di questi adset del 20% ogni 24h, aggiungerai 16€ di spesa il primo giorno, 20 il secondo ecc.

Come vedi, se l’esperimento porta buoni risultati, sarai in grado di scalare più velocemente.

Strategia 2

Supponiamo che tu abbia creato una campagna con obiettivo Conversioni e che tu abbia un’ audience di 1.000.000 di persone (dati a semplice scopo esplicativo).

Nella maggior parte dei casi Facebook mostrerà (deliberatamente) la tua campagna alle persone che, secondo il suo parere, sarebbero più inclini ad effettuare la conversione da te voluta.

Questo significa che, su un pubblico di 1.000.000 di persone, solo alcune di queste vedranno le nostre facebook ads.

Supponiamo ora che la campagna sia in profit. Vogliamo scalare.

Un metodo per provare ad aumentare il tuo reach di persone e provare a scalare è questo:

–> Duplica l’adset e inseriscilo dentro una nuova campagna con obiettivo Click to website

–> Duplica nuovamente l’adset inserendolo dentro una campagna post engagement

In questo modo, nelle nuove campagne, facebook cercherà di raggiungere le persone più inclini a effettuare le azioni dei nuovi obiettivi.

Praticamente stai svolgendo un test sugli obiettivi della campagna per colpire nuove audience.

Mi spiego meglio.

Le ipotesi sono come quelle di prima: hai un adset in profitto e vuoi scalarlo.

Questo adset è all’interno di una campagna con obiettivo conversioni.

Come prima cosa andrai a duplicare il tuo adset.

Questa volta però, nel momento in cui lo duplicherai, non aggiungerai il duplicato all’interno della stessa campagna, ma lo andrai ad inserire in una nuova campagna con altro obiettivo.

Cerca di seguirmi :P

Facebook cercherà ora di privilegiare la visualizzazione dell’annuncio sulla bacheca di utenti più inclini a effettuare l’azione del nuovo obiettivo.

Quindi, se la nuova campagna ha come obiettivo le interazioni con il post, facebook proverà a mostrarla alle persone all’interno del tuo target più inclini a interagire con gli annunci.

Ecco un immagine esplicativa:

individuare-i-segmenti-profittevoli

Disclaimer: per riuscire ad essere chiari abbiamo cercato di mantenere la spiegazione sul livello più elementare possibile.

Di queste cose se ne potrebbe parlare per ore :-)

Il punto è questo: non esistono teoremi ed assiomi quando si tratta di scalare campagne.

Esistono strategie che devono essere testate.

Non è detto che ogni strategia che funziona in un caso possa funzionare anche in tutti gli altri.

Come ti dicevo prima, saper fare facebook ads è un arte.

Hai una tela davanti e tu sei il pittore.

TU DEVI METTERCI LA PRATICA.

7. Continua a testare: il lavoro non finisce mai!

Non esistono formule magiche quando si fa advertising.

Nell’advertising si testa, si fallisce, si testa ancora, si va in profitto e si fallisce ancora.

Per lanciare campagne bisogna conoscere molto bene il funzionamento di Facebook Ads. È una scienza.

Per giocare a scacchi devi conoscere le regole.

Per diventare un bravo giocatore devi giocare molte partite.

Ma per diventare un professionista devi imparare dai migliori, studiare le strategie di apertura e ammazzarti di pratica.

Come in ogni cosa, nella vita, devi giocare, sbagliare e imparare dai tuoi errori.

Lasker, parlando degli scacchi, disse:

“Quando vedi una buona mossa, cercane una migliore

Tartakover invece affermò:

Negli scacchi come nella vita chi rischia può perdere, ma chi non rischia mai perderà sempre

Un discorso analogo vale anche quando si lavora con Facebook Ads.

Devi conoscere la teoria e saper come gestire, strutturare e organizzare le cose.

Ma poi devi essere in grado di imparare dai tuoi errori e continuare a testare.

Anche quando una campagna è in profitto non è detto che non ci sia una strada migliore di quella che stai percorrendo.

Se un adset sta andando bene potresti pensare: bene è fatta!

Non è così.

Se una campagna ti sta fruttando 100€ al giorno, con altro lavoro potrebbe arrivare a 500 o 1000.

Una campagna è in profit?

Bene, allora pensa se la si può dividere, se si possono creare segmenti più specifici, se si possono testare altri target o altri post.

Ricorda: se le cose stanno andando bene, non c’è motivo per cui non possano andare ancora meglio.

Se le cose stanno andando male, sei tu che stai sbagliando.

Se puoi, continua a testare.

Francesco e Nando, due nostri soci in ambito Affiliate stavano testando l’offerta lumify di Affiliaxe (un network di affiliazione).

Dopo una settimana l’hanno abbandonata senza alcun risultato degno di nota.

Qualche mese dopo siamo stati ospiti all’evento Affiliate World di Bangkok.

Il Manager di Affiliaxe (un network di affiliazione) ci raccontò che uno degli studenti del nostro vecchio corso sulle affiliazioni stava facendo 10.000 euro a settimana con quella stessa campagna.

(Il corso sulle affiliazioni non è più disponibile ma qui trovi tanti altri corsi su marketing e business)

Tornati dall’evento Francesco e Nando si sono ributtati sull’offerta Lumify, notte e giorno, fino a raggiungere i 1000€ di profit giornaliero.

Dico davvero… Se le tue campagne non vanno in profit è solo colpa tua!

Ah, un piccolo video che abbiamo girato all’affiliate world:

:-)

Facebook Ads & Facebook Advanced: quello che stiamo facendo.

Un estratto dalla scrivania di Dario Vignali.

Prima lascia che ti racconti tutto per intero.

Io e Andrea Bottoni (Botto) stavamo “runnando” una campagna affiliate da qualche K/DAY.

(Nel gergo dell’affiliate K/DAY sta a significare migliaia di euro giornalieri e corrisponde al guadagno della campagna su base quotidiana)

Il ROI (return on investment) era ormai stabile attorno al 400% già da diversi giorni.

Poi, come sempre, accade il peggio.

Io corro a Milano per diversi eventi a cui dovevo prendere parte, e Botto invece riprende in mano il lavoro per un nuovo lancio.

Va sempre a finire così.

Presi dai nostri impegni imprenditoriali finiamo per non riuscire a ottimizzare le performance delle campagne che lanciamo.

Senza un lavoro di ottimizzazione costante è normale che le campagne “muoiano” dopo poco.

Il lavoro dell’affiliate marketer non è un lavoro semplice.

È difficile riuscire a lanciare campagne con un ROI (return on investment) così alto, ed è ancora più difficile dedicare il tempo, la costanza e le energie necessarie a:

• gestire le ascese e discese emotive (come per il trading, nell’affiliate bisogna avere i nervi saldi)

• Ottimizzare costantemente le campagne a seconda dei dati ottenuti

• Scalare i risultati per altre geografie o target audience

Dopo aver letto “Virtual Freedom” di Chris Ducker il pensiero mi venne spontaneo:

“Botto non possiamo commettere sempre gli stessi errori. Occorre un team a cui affidare il mantenimento delle campagne attive, altrimenti finiamo per farle morire dopo poco”.

Da questa frase è nata un’odissea durata mesi.

(Dico davvero!)

Per mesi abbiamo cercato qualche ragazzo esperto in Facebook Advertising a cui affidare la gestione della nostra operatività in ambito Affiliate Marketing.

Il risultato?

Un vero e proprio disastro.

(Il mercato ci ha preso a sberle in faccia)

Due sono stati i motivi principali.

Il primo.

Chi sa fare affiliate guadagna già una montagna di soldi e difficilmente ha voglia di lavorare per qualcun altro.

Il secondo (e ben più importante).

Nella maggior parte dei casi, i professionisti che si sono qualificati per la candidatura non avevano una mezza idea delle strategie avanzate necessarie per lanciare, ottimizzare e scalare campagne di Facebook advertising.

Lascia che ti dica una cosa…

Il fatto è questo: in Italia le competenze in facebook ads non vanno aldilà della scrittura di ads efficaci, all’utilizzo del pixel di Facebook e all’uso del retargeting.

Non dico che non ci sia qualche valido professionista sul mercato Italiano.

Ci sono sicuramente, ma spesso sono agenzie o freelancer che non hanno certo intenzione di lavorare per noi a tempo pieno.

Avevamo quindi un problema: cercavamo advertiser esperti di manual bidding, targeting avanzato e campagne CPA, CPS e CPI.

Non potendo recuperare tali competenze sul mercato ci inventammo una soluzione tutta nostra: formare giovani talenti completamente da zero.

Il piano era semplice.

Step 1

Dovevamo solamente mettere per iscritto tutte quelle competenze e strategie avanzate (sconosciute ai più) che avevamo appreso lavorando in questo mondo.

Step 2

Avremmo dovuto farle studiare ai ragazzi che si sarebbero candidati per diventare nostri collaboratori.

Da tutto questo ne è nato un documento PDF estremamente lungo che contiene centinaia di consigli, tecniche e strategie.

Parte di questo articolo è stato estratto da quello stesso PDF.

Ogni volta che abbiamo fatto leggere questo documento alle persone che lavorano con noi abbiamo avuto dei feedback estremamente interessanti.

Ragazzi, questa è una miniera d’oro

Le informazioni contenute qua dentro non te le racconta praticamente nessuno al mondo

E io che credevo di saperne qualcosa di Facebook Ads

Dovreste farne un corso!

Sì… Dovreste farne un corso.

E perché no?

Di certo non potevamo vendere queste informazioni per quel che erano: un abbozzo di frasi scritte male all’interno di un PDF che dava un po’ troppe nozioni per scontate.

Per crearne un corso avremmo dovuto rielaborare tutto, implementare tutte le basi del Facebook advertising (necessarie per chi parte da zero) e creare delle apposite video-lezioni, che partissero dalle basi e arrivassero fino agli argomenti più avanzati. 

Ebbene… lo abbiamo fatto (e anche in grande).

Facebook Advanced è stato per tanti anni il corso sul Facebook advertising più completo e avanzato d’Italia. 

Purtroppo ti do una cattiva notizia: dal 2021 Facebook Advanced non è più disponibile.

Ce n’è anche una buona.

Proprio di recente abbiamo lanciato un altro corso sul Facebook advertising: Facebook Ads Pro.

Quindi… non una sola parola di più!

Che ne dici di condividere questo post sui tuoi canali social?

Un abbraccio

Dario.

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Dario Vignali

Ciao sono Dario! Ho fondato Marketers e altre aziende digitali mentre viaggiavo per il mondo.

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