il marketing sta morendo dario vignali

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Il Marketing sta morendo. Ecco il futuro.

18 min

Qualcosa sta per succedere.

 

 

Questo articolo è una guida al marketing del futuro, quello che nascerà dalle ceneri del marketing odierno (che non se la passa così bene). 

Non si tratta solamente di un articolo sul marketing, ma di un vero e proprio viaggio alla scoperta del passato, del presente e del futuro del marketing. 

Se desideri far parte di quell’1% di persone che avranno successo nel mercato futuro, ti consiglio la lettura di questo post. 

Questo è un post lungo. Ma, se ti prenderai il tempo di leggero, ti prometterò che otterrai molto più valore di quello che trovi in tanti libri di Marketing e di Business.

L’ho scritto soprattutto per chi lavora con me, affinché abbia la mia stessa visione di quello che accadrà e del perché adesso è il momento per agire.

Al suo interno scoprirai:

  • perché la scena del marketing mondiale sta cambiando.
  • perché falliranno molte più aziende di quelle che già stanno fallendo.
  • perché la maggior parte dei professionisti non troverà un alleato nel mercato digitale.
  • come puoi trarre vantaggio da questa situazione prima che sia troppo tardi.
  • qual è la singola decisione che mi ha portato più vantaggi nella mia vita professionale.

Sei pronto?

Si comincia!

Il Marketing sta morendo. O meglio, sta morendo per come lo conosciamo.

No, non è un titolo clickbait, tantomeno un claim per fare audience. È proprio così.

Una grande crisi sta per arrivare e – se mi darai la tua attenzione – ne discuteremo assieme.

Sei d’accordo?

Bene, partiamo da una considerazione: la maggior parte delle aziende non ha nemmeno capito come si faceva marketing fino ad oggi.

Semplicemente non si è messa a passo con i tempi, figurati cosa accadrà quando ciò che sta per per arrivare sarà tra noi.

Le cose stanno cambiando in fretta. Non si fa in tempo ad affrontare una rivoluzione che poco dopo c’è ne già un’altra.

Non so se hai mai fatto surf. 

Hai mai fatto surf?

Io ho provato per la prima volta in Sri Lanka…

il marketing sta morendo surf  

Quando fai surf e vieni travolto da un’onda hai la sensazione di essere risucchiato da un vortice d’acqua per poi essere rigettato fuori qualche secondo dopo.

Esci col viso dall’acqua, annaspi e non fai in tempo a respirare a sufficienza che già un’altra onda ti sta per travolgere.

Ecco, troppi imprenditori e uomini di marketing vivono il cambiamento di mercato in questa maniera.

Con le parole che seguiranno voglio aiutarti ad anticipare il cambiamento.

Tra pochi minuti saprai e conoscerai ciò che molti ancora non sanno e che ignorano completamente.

Essere anche solamente consapevole di questo cambiamento ti aiuterà a metterti al riparo e a prendere le giuste precauzioni.

Ma andiamo per gradi…

Lascia che ti parli della freemium economy.

Ecco perché la freemium economy sta distruggendo il content marketing.

Qualche tempo fa ti ho spiegato cosa sia la freemium economy in questo video.

Ti raccontavo di come oggi giorno io e te, assieme ad altre 7 miliardi di persone, siamo sommersi dal quantitativo di offerta presente sul mercato.

E di come, per questo motivo, il principale problema in fase d’acquisto sia diventato la scelta del prodotto.

Un tempo se tuo nonno aveva bisogno di un cuscino andava nell’unico negozio di cuscini della zona e si faceva consigliare dal negoziante.

Oggi giorno ti connetti su amazon e trovi centinaia di cuscini.

Se sei indeciso puoi andare su Google e chiedere: “Qual è il miglior cuscino per dormire?” freemium economy sta uccidendo il marketing  

Ti appariranno più di sei milioni di pagine web che competono per dirti quale sia il miglior cuscino per dormire.

Poi troverai blogger americani come Tim Ferris che ti consiglieranno il cuscino definitivo secondo le ultime ricerche scientifiche sul sonno.

Layla sleep, con i suoi celebri cuscini, ne è un ottimo esempio.

Se poi sei come me che entri in modalità “compulsiva” potresti uscirne addirittura danneggiato da una simile ricerca (di sicuro nel portafoglio).

Non mi credi?

Beh, sappi che non ti sto parlando di cuscini mica per niente…

Qualche tempo fa ero davvero alla ricerca di un cuscino da acquistare.

Dopo ore spese su google a leggere articoli di svariati blogger americani sono finito per acquistare un dispositivo da centinaia di euro capace di raffreddare il mio materasso.

Raffreddando il tuo materasso aumenterai la tua hearth rate variability fino all’80%

Ma che, davvero?!” 

Magnifico, lo compro!

Aggiungi al carrello.

Quel giorno lo ricorderò come il giorno della mia vita in cui cercavo un cuscino e ho comprato un Ooler da 700€ (che fino a poco prima non sapevo cosa fosse).  ooler

Ad oggi, invece, il cuscino non l’ho ancora comprato per l’indecisione.

No, non è stregoneria quella che mi è successa, sono semplicemente stato vittima del content marketing.

Conosci il content marketing?

Se la risposta è no continua a leggere.

Se la risposta è sì allora continua a leggere lo stesso…

Il fatto è che oggi giorno non si tratta più di semplice indecisione pre-acquisto.

Siamo bombardati.

Esattamente come quando ti trovi davanti ad un menù di sessantaquattro pagine di un ristorante in cui vorresti provare tutto ma dove sai che non tornerai mai.

Esattamente come quando è Domenica e ti vuoi sparare un filmone sul divano con la pizza ma questa diventa fredda perché non sai che film scegliere su netflix.

(Non puoi immaginare quante volte ho sognato il tasto per posticipare la consegna del delivery potendo così scegliere con calma il film prima che arrivasse il cibo).

Ci siamo capiti. 

Il problema è che la nostra mente non ha un processore mentale talmente potente per poter contrastare l’ansia che si genera nel dover prendere tutte queste decisioni in maniera razionale.

Cosa succede quindi?

Succede che si attivano delle scorciatoie psicologiche che consentono alla nostra mente di scegliere un prodotto (o un professionista) piuttosto che l’altro nel minor tempo possibile e impiegando il minor quantitativo di energia.

Queste scorciatoie vengono definite Bias Cognitivi.  I Bias cognitivi sono i migliori amici di chi, come me, si occupa di Marketing.

I bias consentono infatti a professionisti, imprenditori e freelancer di promuoversi nel modo più efficace e persuasivo possibile.

Devi sapere una cosa…

Negli ultimi anni, per contrastare l’eccesso di offerta e semplificare il processo di decisione pre-acquisto del nostro potenziale cliente, siamo arrivati a sfruttare i bias piuttosto bene.

Il content marketing è diventato una delle tipologie di marketing più diffuse proprio perché lavora su diversi bias.

Pensaci un attimo.

Come siamo finiti in un mondo dove psicologi, architetti, avvocati, esperti di finanza e consulenti di ogni tipo fanno video gratuiti su youtube raccontando – GRATIS – tutto ciò che sanno?

La risposta è semplice: ci siamo finiti a causa del content marketing.

Dopo centinaia di anni della storia della pubblicità le aziende hanno infatti capito che le pubblicità migliori… non devono sembrare pubblicità.

Le pubblicità migliori sono i contenuti di valore.

(e i contenuti di valore sono diventati ottime pubblicità).

Detta in maniera volgare abbiamo scoperto che aiutando il prossimo a capire di cosa ha bisogno e cosa dovrebbe acquistare è più facile indurlo ad acquistare da noi.

(un po’ come faceva il titolare del negozio di cuscini con nostro nonno)

Ora fermiamoci un momento.

Ti devo chiedere un favore che ti chiarirà le idee.

A scuola di Marketing dal mio psicologo.

Ti chiedo di immaginare di svegliarti una mattina e di sentire una leggera pressione al petto. 

Vai su google e cerchi “pressione sul petto cause” e scopri che sei vittima di un attacco d’ansia.

Le giornate scorrono veloci ma quella spiacevole sensazione proprio non se ne va.

La cosa comincia a preoccuparti ma ti vergogni a dirlo ai tuoi cari e ti fai problemi all’idea di andare da uno psicologo.

Così un pomeriggio, stanco della situazione, finisci su youtube e cerchi “sconfiggere l’ansia”.

Improvvisamente ti esce il video del mio amico Luca Mazzucchelli, vicepresidente dell’ordine degli psicologi della Lombardia.

A scuola di Marketing dallo psicologo

(Luca se stai leggendo questo post, cambia quella copertina che tra quella faccia e la scritta sanguinolenta sembri un serial killer)

Ascoltando le parole di Luca nel suo video ti rendi conto che l’ansia è un problema comune a molte persone ed è assolutamente normale esserne vittima di tanto in tanto.

Le parole di Luca però ti fanno sentire compreso e improvvisamente la figura dello psicologo diviene pure interessante.

Quanto è affascinante la mente umana? Aspetta che continuo a guardami i video di Luca…

Probabilmente ti iscriverai al suo canale youtube, comprerai il suo libro e comincerai ad ascoltare il suo podcast.

Arrivato a questo punto accade una cosa interessante.

La prossima volta che sentirai la parola “psicologo” ti verrà in mente la faccia e la voce di Luca Mazzucchelli.

(qui un video che ho fatto sulle strategie di Marketing di Luca Mazzucchelli)

La prossima volta che avrai bisogno di uno psicologo, per te o per qualcun’altro, ti chiederai:

forse potrei chiedere a quel tizio che faceva video su youtube?

Nel Marketing questo fenomeno si chiama “Posizionamento” e, sostanzialmente, è ciò che accade quando una persona associa la nostra immagine professionale (brand o personal brand che sia) a una specifica categoria di prodotto o soluzione.

  • Luca Mazzucchelli = Psicologo = migliorare il mio stato di benessere mentale
  • Dario Vignali = Esperto di Marketing = migliorare la mia capacità di essere attrattivo sul mercato

Il content marketing (fino ad oggi) è stato uno strumento estremamente potente per posizionarsi nella mente delle persone.

Ti parlo al passato perché le cose stanno cominciando a cambiare…

Infatti a breve ti racconterò perché sono preoccupato riguardo al futuro del marketing come lo intendiamo oggi.

Prima però consentimi di andare ancora più a fondo sull’argomento…

Devi sapere infatti che il content marketing è incredibilmente potente perché è capace di creare un legame di fiducia tra chi eroga il contenuto e chi lo consuma.

Non si tratta solamente dei titoli. Non basta essere “laureati in psicologia” o essere “imprenditori affermati” per generare fiducia.

Nell’epoca del content marketing questo non basta più.

Potrei infatti raccontarti di quella volta che sono stato a pranzo con il vicepresidente di Facebook EMEA.

Oppure del fatto che Forbes mi ha nominato come uno degli Under30 più influenti d’Italia in ambito Business e Marketing.

Certo, aumenterebbe la mia credibilità ai tuoi occhi, ma non per forza si creerebbe un senso di fiducia e sinergia professionale.

Invece l’articolo che stai leggendo ti riguarda eccome.

Se sei arrivato fino a qua significa che stai imparando e che ti sto dicendo cose interessanti.

Se questo articolo non facesse per te avresti abbandonato la lettura già tempo fa.

Invece sei ancora qui, e ad ogni parola in più che leggi aumenta la probabilità che tu finisca l’articolo.

Ecco che allora – probabilmente – queste cose che stai leggendo faranno scattare una scintilla nella tua mente e io avrò, almeno in parte, il merito di averti dato il fiammifero giusto.

Questa relazione di fiducia, che noi chiameremo empatia, è il miglior strumento di marketing che oggi giorno ogni azienda possa integrare nel proprio arsenale.

Come ti spiego in copymastery ci sono infatti infinite strategie per migliorare la forma di un contenuto fino a renderlo capace di creare empatia in colui che lo consuma.

Ad oggi migliaia di Marketers hanno lavorato impegnandosi sul fronte contenutistico per aumentare la loro fama e i loro risultati professionali.

Io stesso ho fatturato il mio primo milione di euro unicamente grazie a questo blog e ai suoi contenuti.

Là fuori è pieno di dottori, freelancer, avvocati, commercialisti e insegnanti di Yoga che fanno contenuti per promuoversi o posizionarsi sul mercato.

Eppure, per ogni nuovo contenuto che nasce, c’è un ingranaggio di tutta questa macchina di marketing che smette di funzionare.

Più aumenta l’efficacia del mercato, più diminuisce la capacità del singolo di promuoversi.

Che diavolo sta succedendo? Ne parliamo nelle prossime righe.

Il Marketing sta morendo (ancora una volta)

Il Marketing è già morto diverse volte prima di poter rinascere dalle sue ceneri.

Attenzione però… Muoiono le sue regole, ma non i suoi principi.

Il Marketing continuerà ad esistere, ma io sono preoccupato per il marketing come lo conosciamo oggi.

Fai contenuti straordinari, promuovili, posizionati come esperto” potrebbe non essere più la strategia tanto efficace che noi tutti oggi ci raccontiamo.

Pensaci per un momento.

Abbiamo detto che il grande problema di oggi è la sovrabbondanza dell’offerta.

Troppo di tutto. 

Per ogni tipologia di prodotto ci sono centinaia di aziende, migliaia di prodotti e decine di startup che si ripromettono di rivoluzionare il mercato.

Come siamo arrivati qua?

Semplice: far l’imprenditore costa sempre meno.

Dico davvero.

Un tempo per creare un’azienda dovevi come minimo prendere un mutuo, affittare un magazzino e assumere il personale.

I costi e i rischi erano esorbitanti. Oggi giorno con internet e qualche centinaio di euro puoi raggiungere migliaia di persone per raccontare la tua idea.

Per girare una pubblicità video ti basta un iPhone12. Per realizzare un prodotto puoi delegarlo in cina o comprarlo serigrafato e già bello che finito su Alibabà.

Accedere a finanziamenti e capitale non è mai stato così semplice come in questo millennio.

Certo, non è tutto oro ciò che luccica. La maggior parte dei cuscini che vediamo sono tutti uguali e realizzati dalle stesse fabbriche.

Ma là fuori ci sono migliaia di marketers disposti a venderli con nomi diversi e con promesse uniche ed attrattive.

Viviamo, letteralmente, nel mondo del marketing.

Ora ti faccio una domanda. Sai cosa è ancora più facile fare oggi giorno rispetto al fare l’imprenditore? Semplice: comunicare.

In un mondo dove saranno tutti impegnati a parlare nessuno ti ascolterà più.

Non è mai esistita un’epoca in cui chiunque può prendere in mano un telefono, fare un video di 15 secondi e mostrarlo a migliaia di persone.

Benvenuto nel 2020, dove chiunque può avere un canale televisivo su youtube, una radio su spotify podcast e un giornale sottoforma di blog.

Sei pronto a sentire numeri iperbolici? Bene, si stima che ogni 12 mesi il numero di contenuti gratuiti presenti su internet raddoppi. Fermati a riflettere sull’entità di ciò che ho appena detto. Qui sta proprio l’essenza del problema. Dobbiamo pensare che la nostra attenzione è limitata.  Quanto tempo possiamo spendere ogni giorno a leggere o consumare nuovi contenuti? Tre ore? Cinque ore? Sette ore?! Per quanto possiamo impegnarci il nostro tempo è limitato. Non solo, anche il numero di abitanti di questo pianeta è limitato.

Il punto è proprio questo: tutti si stanno mettendo a fare contenuti, ma non c’è abbastanza gente affinché tutti vengano consumati.

E se già oggi ci sembra di essere sommersi di stories, libri, contenuti, podcast e video, non puoi immaginare cosa sarà il mercato contenutistico da qui a pochi anni. Le nuove generazioni sono completamente disinibite davanti alla telecamera del telefono per la prima volta nella storia. Passano le loro giornate a fare stories, tiktok e video per youtube. Ognuno ricerca i suoi 15 minuti di celebrità. Il futuro mi fa paura.

Su internet tutti urleranno ma quasi nessuno ascolterà.

Anche solo il fatto che tu sia arrivato fino a qua a leggere significa che hai una capacità di concentrazione 800 volte superiore alla media del resto delle persone. Se oggi i professionisti che fanno video sono centinaia, un domani (non troppo lontano) saranno decine di migliaia. Riesci a immaginare? C’è un ulteriore problema di cui anche Mark Schaefer già parlava anni fa. Quale? Che tutto questo ci costerà molto.

I costi del Marketing saliranno a dismisura: ti farai trovare preparato?

Secondo Agora Pulse già anni fa la reach organica su facebook si stava abbassando tremendamente.

Magari non lo sai, ma la reach organica consiste nel numero delle persone a cui vengono mostrati i tuoi post senza dover spendere un solo euro in pubblicità.

Oggi giorno lo stesso fenomeno si sta ripetendo anche su Linkedin, Instagram e molti altri social network.

Il motivo?

Il primo, ovviamente, è che facebook desidera guadagnare di più.

Diminuendo la reach dei tuoi post ti obbliga a dover pagare per promuoverli e raggiungere tutta la tua audience. 

Il secondo motivo invece è che c’è troppa gente che pubblica troppi contenuti.

Gli algoritmi delle piattaforme non sanno come fare a mostrare così tanta roba a così poche persone. E in futuro sarà pure peggio.

consumo contenuti

Riesci a immaginarti cosa sarà il mercato tra 10 anni quando la maggior parte dei professionisti si metterà a fare video su youtube sui propri argomenti?

Ci saranno centinaia di video e centinaia di professionisti che tratteranno gli stessi argomenti.

Sarà tremendamente difficile differenziarsi, essere originali e crescere sulle piattaforme.

Se stai aspettando e inventando scuse rimandando il giorno in cui comincerai a fare contenuti beh, lascia che te lo dica… stai facendo un grave errore.

Oggi giorno il mercato si può considerare ancora un eldorado rispetto a ciò che sarà in futuro.

Se penso a qualche anno fa ricordo che impiegavo qualche ora del mio tempo a pubblicare un post su questo blog, poi lo condividevo sui social e andava quasi sempre virale.

Ottenevo decine di migliaia di letture.

Erano in pochi a scrivere di marketing a quel tempo e il mio blog era uno dei blog più letti d’Italia sull’argomento.

Il mio semplice lavoro nello scrivere contenuti bastava per poi acquisire nuovi clienti grazie alla condivisione degli articoli sui social.

Oggi, per battere la concorrenza e continuare ad ottenere gli stessi risultati, devo scrivere un articolo come questo che mi richiede giorni.

Poi lo devo pubblicare sui social.

Poi devo spendere centinaia di euro per acquisire decine di migliaia di lettori.

Di queste decine di migliaia di lettori alcuni scopriranno il mio blog, altri si iscriveranno al mio canale youtube e altri ancora ascolteranno il mio podcast.

Di questi alcuni acquisteranno il mio corso.  Altri ancora diventeranno clienti della mia agenzia.

Il punto è che il gioco si sta facendo sempre più difficile ed estremamente più costoso.

Ipotizziamo che anni fa impiegavo 7 ore a scrivere un articolo come questo.

Se il mio costo orario come professionista all’epoca era 100€ significa che spendevo 700€ per fare un articolo e acquisire i clienti.

Avendo diverse aziende da gestire oggi il mio tempo vale molto di più.

Non solo, devo spendere in ads centinaia di euro per promuovere l’articolo.

E, come se non bastasse, ho bisogno di un intero team che si occupi dell’advertising e della promozione dei contenuti perché, come altri imprenditori, non ho tempo di farmelo da solo.

Tutta questa macchina costa parecchio (e costerà molto di più in futuro).

Ma vogliamo parlare dell’attenzione delle persone?

L’attenzione è sempre meno e sempre più richiesta da migliaia di influencer, aziende e produttori di contenuti.

Forse arriveremo a un punto in cui, oltre a pagare le piattaforme per la pubblicità, pagheremo direttamente le persone per consumare i nostri contenuti, con la speranza che nascerà in loro la voglia di acquistare i nostri prodotti.

Certo, è un bel viaggio, ma mi chiedo: “tra qualche anno, come faranno ad approcciare il mercato coloro che non hanno budget o competenze?

Non rimane molto tempo. Questo è il periodo per mettersi sotto e iniziare a capire seriamente il marketing digitale prima che qualche competitor si posizioni per primo.

Altrimenti accade una cosa molto spiacevole,  che ti racconto nel prossimo paragrafo.

Interi mercati verranno devastati dal monopolio di competitor più aggressivi.

L’Italia diventerà una sola città.

Se hai un negozio di cuscini a Piacenza fai una vita serena e tranquilla (pandemie a parte).

Il problema è che se un giorno deciderai di portare il tuo business online, scoprirai che online il tuo business non ci può andare.

Finché vendi cuscini in centro a Piacenza troverai sempre qualcuno che ha bisogno di un cuscino e, passando davanti al tuo negozio, deciderà di entrare e comprartelo.

Quando invece vai online scopri che c’è amazon, dove i cuscini costano la metà dei tuoi.

Non puoi competere con Amazon. Non c’è storia.

La stessa cosa accade se hai un negozio in città che vende articoli per l’avventura. 

Sei rivenditore di North Face e altri marchi?

Non puoi competere con zalando e tutti gli ecommerce storici che hanno economie di scala e che si possono permettere prezzi e servizi che tu non ti puoi permettere.

Figuriamoci se puoi andare contro all’ecommerce di North Face stessa.

Non ti basta? Facciamo un esempio ancora più forte.

Immaginiamo che tu sia uno psicologo di provincia.

Hai il tuo studio vicino a Sassari e i tuoi clienti vengono dai dintorni.

Tutto procede a gonfie vele fino a che una pandemia globale si abbatte sul mondo e tutti i tuoi colleghi cominciano ad offrire consulenza su Skype.

Per non rimanere indietro cominci a farlo anche tu.

C’è un problema però.

Se fino a quel momento il 95% dei tuoi clienti attuali e futuri non avevano mai sperimentato una sessione su skype beh, nel 2020 cominciano a farlo.

Del resto alcune ricerche attestano che l’85% di chi ha acquistato online in questi mesi di lockdown non aveva mai acquistato online.

Sì insomma, internet e gli acquisti online sono stati sdoganati. Ora tutti i tuoi clienti possono decidere di guardarsi attorno anche in rete.

E, lascia che te lo dica, internet non è Sassari.

Tutti coloro che hanno un’attività offline vivono del vantaggio generato dal servire una certa zona geografica.

Certo, ci saranno altri psicologi nella tua zona, ma non per forza nella stessa via.

Quando vai online invece apri il tuo negozio in un’unica città virtuale dove tutti gli altri psicologi d’Italia si contendono tutti i clienti del paese.

È una carneficina.

Diventi vittima degli squilibri dello stesso sistema imprenditoriale. Solo che online sono ancor più accentuati. 

Pensaci per un secondo…

Come può un piccolo studio di psicologia di Sassari gestito da un ragazzo poco pratico con i computer competere con personal brand che hanno già fatto centinaia di video gratuiti sulla psicologia negli anni precedenti?

Come farà Tino, lo psicologo di Portomaggiore, ad andare online e competere con un Luca Mazzucchelli?

“Beh ma Dario, c’è posto per tutti in rete!”

Non ne sarei così sicuro…

Fino a ieri c’era la tranquillità di lavorare in una zona di provincia dove si era una delle poche scelte.

Andando online non è più così.

I consumatori e i clienti tenderanno sempre a scegliere ciò che ispira in loro fiducia e autorevolezza e, ora che Internet ha abbattuto i limiti geografici, abitiamo tutti nella stessa città virtuale.

I clienti di Sassari potranno scegliere lo psicologo online che più preferiscono. E, molto probabilmente, sceglieranno colui che appare più empatico, carismatico e autorevole.

Sì insomma, quello che sa fare il suo mestiere ed è anche il più bravo a fare digital marketing.

La domanda diventa: Come potrà competere colui che entrerà nel mercato digitale tra qualche anno?

Come potrà imparare a fare video, imparare il marketing digitale e competere in termini quantitativi e qualitativi? Sarà molto difficile, se non impossibile.

È molto difficile spodestare Amazon.

Allo stesso modo lo è spodestare un esperto che ha centinaia di video già caricati, una visibilità incredibile e dei numeri da capogiro.

Ci troviamo nel periodo in cui ancora si può agire.

Questo dovrebbe farti sentire fortunato.

Il timing è tutto.

Ecco come puoi sfruttare questo momento a tuo vantaggio (il mio segreto imprenditoriale).

Ho avuto questa visione di cui ti sto parlando oggi qualche anno fa.

Io non ho mai creduto nella fortuna.

Credo invece nel timing: nel trovarsi nel posto giusto nel momento giusto e fare la cosa giusta. 

Questo può avvenire solamente se ci si impegna, se si studia il cambiamento e se si impara ad anticiparne i suoi cicli (tutte cose che ti ho spiegato in Business Genetics).

Devi sapere che qualche anno fa ero a capo di questo blog e stavo lanciando una piccola agenzia di digital marketing a Ferrara.

Erano le mie prime esperienze imprenditoriali.

Ad un certo punto entrambe le cose stavano prendendo il volo ma non potevo portarle avanti assieme, mi richiedevano troppo tempo.

Questo blog mi dava influenza sul mercato, ero uno dei pochi che scriveva di marketing all’epoca. L’agenzia invece mi fruttava lo stipendio a fine mese.

Riflettendoci, lavorando a “TheLab” (la mia agenzia) avrei potuto diventare una delle agenzie più famose del territorio e guadagnare molto bene nel breve-medio periodo.

Ma se invece avessi lavorato a dariovignali.net come avrei dovuto, nel lungo periodo sarei riuscito a diventare il blogger di marketing più letto d’Italia e uno degli esperti più affermati del nostro paese

Poi, con quel genere di influenza e visibilità avrei potuto creare tutte le agenzie che volevo.

Beh, lascia che te lo dica, ho scelto la seconda strada. E 5 anni dopo:

  • ho aperto la più grande community Italiana di marketers con 60.000+ iscritti
  • ho lanciato una holding company che investe nella creazione di aziende digitali
  • ho fondato più di tre agenzie che lavorano con diverse tipologie di clienti
  • Forbes mi ha nominato come uno degli under30 più influenti del paese in ambito Business

Tutto questo grazie ad un’unica giusta scelta fatta al momento giusto.

Il timing è davvero tutto.

All’epoca ho immaginato che se mi fossi posizionato per primo sarei stato in grado di raccogliere tutta l’audience che sarebbe arrivata da lì a poco nel mercato del marketing digitale.

Ma non è di questa storia che ti voglio parlare.

Infatti nel 2018 ho ripetuto nuovamente questa strategia con enormi risultati.

Mi trovavo a Barcellona con Denise Dellagiacoma, la mia fidanzata.

Ci eravamo trasferiti nella dolce metropoli Spagnola e spendevo le mie giornate a lavorare nei co-work e ad esplorare la città in Skateboard.

dario esplora barcellona mentre muore il marketing

Denise all’epoca era una bravissima insegnante di Yoga, ma lavorava solamente offline.

Avevamo il grande sogno di viaggiare liberamente, ma la sua necessità di insegnare yoga in presenza ci rendeva impossibile viaggiare quando lo volevamo.

Inseguendo la stessa strada del mio blog cominciai ad osservare il mercato online.

In Italia non c’era praticamente nessuna attività imprenditoriale che avesse lanciato una scuola online di Yoga.

Del resto stavano nascendo le prime scuole online in America e in Italia non c’era praticamente nessuno che aveva il desiderio di praticare Yoga su un sito web.

Oggi, ai tempi del covid, sembra normale praticare nel salotto seguendo la propria insegnante online.

Ma credimi se ti dico che nel 2018 questa era una cosa inimmaginabile per la maggior parte delle persone.

Così ho cominciato ad immaginare un mondo futuro dove tutti, prima o poi, avrebbero praticato a distanza.

Il vero vantaggio di quella che sarebbe poi diventata yoga academy (la nostra scuola online di Yoga) era il poter “praticare dove e quando lo desideri”.

Divenne il nostro slogan: “Yoga Academy – pratica Yoga dove e quando vuoi”.

pratica yoga dove e quando vuoi

Il primo anno raggiungemmo 1.000 studenti abbonati. Oggi – due anni dopo – abbiamo 4.000 studenti abbonati e Yoga Academy è la più grande scuola online di Yoga in Italia.

In due anni la community gratuita è passata da 0 a 100.000 iscritti.

Ricordo che gli altri insegnanti di Yoga erano disgustati:lo Yoga non si può insegnare online”.

Questo non è lo spirito dello Yoga”.

Eppure i nostri studenti erano enormemente soddisfatti.

Oggi, la maggior parte degli insegnanti che criticavano, stanno provando a insegnare online a loro volta.

Come si diceva? L’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento?

Forse il più intelligente è però colui che il cambiamento lo anticipa o lo crea.

Ce lo hanno insegnato tutti i più grandi imprenditori della storia.

Il problema è che le migliaia di insegnanti di Yoga che stanno provando ad andare online oggi, annaspando nella crisi e nella fretta portata dal Covid, non sanno fare video e non conoscono il digital marketing. 

Non sanno impostare un sistema di pagamento. Non sanno parlare in maniera carismatica davanti a una videocamera. Non sanno promuoversi.

E, soprattutto, non hanno mai fatto content-marketing.

Oggi decine di migliaia di persone che facevano Yoga negli yoga-studio delle loro provincie stanno ricercando disperatamente la possibilità di continuare a fare Yoga dalle proprie case.

Vanno in rete e si iscrivono a quelle poche scuole online di Yoga che appaiono valide.

Più di 2.500 persone si sono iscritte a Yoga Academy negli ultimi mesi e sono certo che anche se il Covid dovesse finire rimarranno iscritte.

Il punto è proprio questo: il mercato cambia e le abitudini delle persone anche.

A breve tutti studieremo e praticheremo qualsiasi cosa a distanza.

Questo cambiamento è qui per restare.

E che problema c’è?

Il problema risiede nel monopolio di mercato.

La rete trasforma un paese come l’Italia in una sola città. Una volta connessi siamo tutti seduti uno affianco all’altro.

Può esserci un centro commerciale in ogni città d’Italia, ma non possono esserci più amazon in rete.

Possono esserci centinaia di ottimi studi yoga distribuiti sul territorio Italiano. Ma non possono essercene altrettanti in rete.

La gente si accentra, il potere si verticalizza e l’80% delle persone finisce per scegliere il 20% dell’offerta.

Capisci? 

Questo ciclo di cambiamento che ha interessato il mio blog anni fa, oggi sta interessando l’intero mercato.

Se hai letto il report sull’home-fitness che abbiamo fatto in Business Genetics ti sarai reso conto dell’opportunità di crescita spaventosa che riguarda questo mercato.

Bene, questa stessa opportunità (mascherata da crisi) colpirà presto ogni altro mercato.

Certo, ristoranti e gelatai sono ancora al sicuro, per ora. Ma sono ben poche le categorie che si salvano.

Esperti, consulenti, professionisti e agenzie di ogni genere devono prepararsi. Tutto sta per cambiare e chi non cambia in fretta si troverà in una situazione molto complessa.

In internet non basta più una laurea per vendere il tuo servizio o la tua consulenza, come poteva avvenire nella tua città.

In Internet devi semplicemente appartenere al club dei migliori. Devi eccellere. 

Ma non devi eccellere solamente nel tuo prodotto o per le tue competenze.

Devi eccellere nel saperti raccontare e nel saper comunicare il tuo valore a titolo completamente gratuito.

Devi dimostrare al prossimo perché deve scegliere te piuttosto che qualcun’altro (che spesso è il leader di mercato ed è la scelta più ovvia).

Per farlo devi curare il contenuto e la sua forma.

Devi ragionare in ottica qualitativa ma con obbiettivo quantitativo.

Se sei un imprenditore avrai colto la grande opportunità di cui ti sto parlando.

Ci sono infinite nicchie e mercati liberi da presidiare che presto vedranno migliaia di persone arrivare alla ricerca del giusto prodotto “digitale”.

Molti di quei prodotti ancora non esistono, o ce ne sono davvero pochi.

Giusto qualche tempo fa ho acquistato un corso per la patente nautica su internet.

Ti dirò la verità, è molto meglio di tanti corsi in aula.

L’ho pagato qualche centinaio di euro e sono estremamente soddisfatto.

La ragazza che ha creato il corso è una grande skipper e fa regate. La sua passione la si percepisce molto guardando i suoi video.

Ha un canale Youtube dove tiene molte lezioni gratuite e ha una pagina facebook dove pubblica dei micro-video-aggiornamenti che raccontano le sue avventure a vela.

Ho studiato un attimo il suo mercato e ho notato che è la sola a vendere questo tipo di prodotto con un marketing di alto livello (se paragonato a quei pochi altri competitor che ci provano).

E ho pensato:Oh mio dio, chissà se questa ragazza è consapevole di quanti risultati potrà avere in futuro se si impegna oggi”.

Una scuola nautica di provincia può arrivare ad avere un tot di clienti l’anno.

Una scuola online che vende video-corsi può invece acquisire clienti da tutta Italia con un decimo dei costi. Può acquisire migliaia di studenti offrendo prezzi ben minori delle scuole offline. Può prendere accordi di affiliazione con le scuole nautiche per offrire la pratica in zona ai suoi studenti. Può creare un charter di noleggio imbarcazioni o di vacanze con skipper per i suoi studenti.

Quando hai l’attenzione del mercato e di migliaia di persone puoi giocare a costruire tutto quello che ti viene in mente.

Viviamo nella migliore e peggiore epoca per essere imprenditori.

La differenza la fa il timing.

La differenza la fa ciò che conosciamo.

La differenza la fa studiare ciò che gli altri non studiano per vedere ciò che gli altri (ancora) non vedono.

Essere davanti a tutti è sempre stato il miglior modo per vincere una gara, e per sempre lo sarà.

Un abbraccio,

Dario.

We Are Marketers 

PS: se desideri ottenere un po’ di strategie per poter competere nel mercato del futuro ti consiglio di leggere questo blog, ascoltare i miei podcast, iscriverti al mio canale Youtube e – nel caso fossi interessatostudiare Business Genetics.  

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