Tu hai mai avuto dei rimorsi in merito alle tue competenze?
Io, sì.
Oggi voglio parlarti di questo: dei miei rimorsi, delle competenze che se potessi tornare indietro nel tempo studierei e acquisirei senza dubbio.
Di ciò che farei se non ci fosse Marketers, la mia azienda con la quale sono diventato il Dario di oggi.
E dopo, voglio parlarti anche di quello che invece è stato rilevante e che farei anche oggi, perché continuerebbe a funzionare.
Dove mi trovo in questo momento?
Come ci sono arrivato?
E cosa farei, se dovessi iniziare adesso, per riuscire ad avere successo?
Queste sono domande che mi pongo molto spesso, che mi aiutano a non adagiarmi sugli allori e mi stimolano continuamente.
Il successo: l’ambizione di ogni persona.
Naturalmente l’idea di successo è soggettiva e cambia di persona in persona, ma quello che accomuna la maggior parte di noi è l’aspirazione verso un senso di crescita.
Per me, avere successo nella vita significa riuscire a raggiungere 4 traguardi:
- Sentirsi bene e soddisfatti
- Poter fare qualcosa che ci piace
- Poterlo fare con delle persone che stimiamo
- Poterlo fare in un luogo dove vorremmo essere
Questa è la bussola che mi ha sempre guidato nel corso della vita.
Molto spesso, quando vogliamo soddisfare la nostra ambizione di successo ci chiediamo, giustamente: come hanno fatto gli altri? Come hanno raggiunto quei risultati economici? Come fanno ad avere quel corpo? Ecc.
Questo tipo di mindset è molto importante, perché è quello della crescita.
Ma c’è un problema nella ricerca del successo.
Molto spesso tendiamo a commettere l’errore di cercare di emulare il prossimo, cercando di riprodurre le azioni che hanno portato quella persona al successo.
È sbagliato.
Se guardiamo a una persona di successo e guardiamo a ciò che sta facendo oggi, non è detto che questo sia quello che ha fatto in passato per arrivare al punto in cui è oggi.
Che cosa ho sbagliato? Cosa vorrei cambiare? Cosa vorrei riuscire a fare adesso che il contesto o la situazione in cui mi trovo non mi permette di fare?
Queste sono altre domande che mi pongo spesso, perché mi portano ad affrontare la mia più grande paura: l’irreversibilità.
Quando riusciamo ad ottenere grandi risultati, il rischio è che poi questi risultati inizino a definire la nostra persona, la nostra identità e tutto quello che facciamo giorno dopo giorno, riducendo sempre di più le possibilità che abbiamo di uscire da ciò che siamo.
Investiamo noi stessi, il nostro tempo e le nostre energie in un percorso, fino a che questo non inizia a darci dei frutti.
A quel punto, iniziamo a vivere dell’autostima che ci siamo creati e iniziamo a sentire che in qualche modo la nostra identità dipende profondamente dalle azioni che mandiamo avanti ogni giorno.
Ci sentiamo qualcuno.
Ci sentiamo forti.
Dei nostri risultati, di ciò che siamo, di ciò che il giorno dopo riusciamo ad ottenere.
Tutto questo è dannatamente elettrizzante, eppure il pericolo di cristallizzare la nostra identità è proprio lì, pronto ad imprigionarci.
Uno dei più grandi problemi degli imprenditori è proprio questo: hanno successo facendo qualcosa, ma quel successo poi fa sì che non possano uscire da quella gabbia che loro stessi si sono costruiti.
E intanto il mercato cambia.
Non hanno la capacità di adattarsi, non hanno la capacità di cambiare insieme al mercato, perché sono diventati schiavi del sistema che si sono creati.
E intanto, il mercato, è cambiato.
Se questo è vero per gli imprenditori, è anche vero per le persone normali.
Per chi ha deciso di avere figli.
Per chi ha investito tutta la vita in un lavoro.
Per chi trova quella scusa, quella giustificazione (spesso anche logica) nel dire: “la mia vita è così e non posso cambiare”.
Tutta questa introduzione, secondo me doverosa e importantissima, è per arrivare a parlarti di quando io mi sono sentito in trappola.
Alla fine di questo articolo, ti lascio delle risorse davvero utili (e gratuite), che ti aiuteranno a comprendere meglio alcuni dei punti che tratterò da adesso in poi.
Competenze da acquisire e rimorsi: ecco i miei.
Pronto/a?
Iniziamo.
Voglio partire da tutte quelle cose che non ho fatto, o che ho iniziato a fare troppo tardi.
1. Impararare la programmazione e linguaggio in codice
La prima cosa che non ho fatto che oggi invece farei subito, e che sto cercando di fare ritagliandomi del tempo, è studiare lo sviluppo, la programmazione/linguaggio in codice.
Ho imparato a programmare un po’ da ragazzino, perché ero appassionato di Linux, di programmazione, di hacking e sicurezza informatica.
In quel momento, imparare questa competenza mi ha dato delle capacità e delle abilità tecniche che mi hanno permesso di riuscire dove altri ancora non stavano riuscendo.
Così ho imparato a fare blogging, costruire siti web da zero e molto altro.
Sono stato in grado di sfruttare il timing, in quel caso, che è fondamentale per riuscire a fare le cose prima che l’onda sia passata.
È un po’ come imparare a fare surf: inizi a remare, sbracciare, molto prima che arrivi l’onda, in modo da anticiparla. Se non si è abbastanza veloci, se non lo si è tanto quanto l’onda che sta arrivando dietro di noi, non saremo mai in grado di lasciarci spingere, di cavalcarla.
Nel business, per avere timing, bisogna riuscire ad avere le abilità che gli altri ancora non hanno.
Dobbiamo anticipare il mercato, avere le competenze tecniche che là fuori la maggior parte delle persone ancora non ha.
Quando ho aperto il mio primo blog, in parte ho sicuramente avuto fortuna, ma alla fine che cos’è la fortuna?
Può anche essere appassionarsi alla cosa giusta nel momento giusto.
Io l’ho avuta quando mi sono appassionato e ho deciso di imparare a programmare in linguaggio C o imparare a utilizzare i database dei server, cosa sicuramente non facile all’epoca.
Oggi fare un sito è alla portata di tutti, ma sviluppare un’applicazione o una nuova tecnologia non lo è.
Navil Ravikant, uno dei miei mentori in assoluto, dice: “una delle leve imprenditoriali più importanti oggigiorno è quella della tecnologia”.
La tecnologia ci consente di riuscire a scalare rapidamente progetti, raggiungere milioni di persone e soprattutto costruire progetti a costo marginale zero.
In più, non solo il mondo oggi sta diventando sempre più digitale, ma ci sono anche grandi fondi di investimento che puntano e investono in progetti digitali, dei quali la tecnologia è il linguaggio principale.
Non fraintendermi, non sto dicendo che dovremmo saper programmare perfettamente, ma è maledettamente importante riuscire a capire e padroneggiare queste competenze.
Oggigiorno non ci possiamo permettere di non capire, non comprendere, non impegnarci a studiare queste cose.
Ecco che, se c’è una cosa che se potessi tornare indietro farei da subito, è studiare seriamente tutto quello che è il software engineering.
Perché adesso la mia volontà come imprenditore non è quello di crearmi delle app da solo, ma quella di comprendere bene le tecnologie per potermi interfacciare con chi le sviluppa e poter quindi dirigere un progetto in maniera efficiente ed approfondita.
Passiamo ora al secondo rimorso.
2. Imparare alla perfezione l’inglese
Parliamoci chiaro: viaggio tanto, sia per lavoro che per piacere
Mi sono fatto un sacco di amici in giro per il mondo e posso tranquillamente dire di saper parlare l’inglese.
Ma c’è una differenza sostanziale tra il saperlo fare per farsi degli amici, chiedere informazioni, ecc. e saperlo parlare per lanciarti nel mondo del business.
Ad oggi, ancora, non ho quel livello di inglese e purtroppo il tempo che ho da dedicare a questa competenza è molto poco.
Se avessi capito l’importanza di questa attività quando avevo 18 / 20 anni, sicuramente avrei sfruttato il mio tempo per dire: “ok, vado in America o in Inghilterra e passo lì 6 mesi per imparare la lingua”.
Penso che non ci sia una cosa che possa aprire la nostra mente più che conoscere altre culture, stare a stretto contatto con altri sistemi imprenditoriali e riuscire a farci contaminare quanto più possibile da altre persone e contenuti.
Oggi non ho più il tempo fisico e materiale per poterlo fare.
Senza tenere conto che adesso poter studiare certi argomenti in inglese sia un vantaggio competitivo assoluto.
Per esempio, io leggo solamente libri in inglese, guardo solamente video in inglese e ascolto solamente podcast in inglese.
Per quanto non parli alla perfezione la lingua, riesco a capire perfettamente.
Dunque il mio consiglio è: se avete la possibilità, studiate l’inglese alla perfezione, andate all’estero e lasciatevi contaminare.
Imparare l’inglese è senza dubbio una delle competenze del futuro più importanti.
Proseguiamo con il terzo rimorso.
3. Imparare a dare valore al mio aspetto fisico e alla mia salute.
Allenamento, salute e benessere.
Intendo questo quando parlo di aspetto fisico, quindi non tanto in senso estetico, anche se poi ne diventa una diretta conseguenza.
Ho iniziato ad approcciarmi a questo argomento quando ho compiuto 25 anni, perché ho iniziato ad ascoltare i primi podcast di biohacking e me ne sono follemente appassionato.
Apple Watch, Oura Ring, strumenti per raffreddare il letto, docce fredde e quanto altro.
Ho comprato davvero ogni dispositivo di tracciamento della salute, del sonno e chi più ne ha più ne metta.
Certo è che, tutti i feedback che possiamo avere da questi strumenti diventano inutili se dopo non ci impegniamo a migliorare quelle metriche, se non ci alleniamo o se non facciamo nulla per il nostro corpo.
Attenzione, disclaimer: non sto parlando del nostro corpo in termini sportivi o in termini di risultati fisici. Quando ho voluto allenarmi solamente per ingrossarmi o avere un fisico più attraente, la verità è che poi ho sempre smesso.
Fare l’imprenditore, portare avanti tanti progetti è qualcosa di estremamente stressante per la propria salute psicofisica.
Infatti, se ci pensi, nell’immaginario comune l’imprenditore è rappresentato come il classico uomo di 50 anni, camicia azzurra con i bottoni che tirano sulla pancia, la quale a sua volta esce dalla cintura.
Un’immagine che fa sorridere, ma che è quanto di più veritiero possibile.
Stiamo ore al telefono, seduti davanti al computer e rischiamo di entrare in un circolo vizioso di perdizione del nostro benessere psicofisico.
La creatività, per esempio, dipende ed è proporzionale prima di tutto al nostro livello di salute mentale e fisica.
Ci sentiamo stressati e tutto crolla.
Il rischio?
Un dannato Burnout.
Per questo ho iniziato ad allenarmi con costanza: per il livello di energia che ogni giorno riesco a sentire, per il mindset, per la mia salute mentale e per il mio benessere.
Come iniziamo la nostra giornata, quelle che sono le nostre abitudini, la nostra capacità di allenarci giorno dopo giorno è ciò che più di qualsiasi altra cosa ci fa stare bene o male, che ci da energia oppure che ci porta ad impigrirci.
Consideriamo poi, che a partire dal trentesimo anno della nostra vita, il nostro corpo inizia a degradarsi e inizia a perdere:
- Qualità delle ossa
- Qualità dei muscoli
- Qualità della nostra mente
Sono cose sulle quali non ragioniamo mai, ma a un certo punto della nostra vita se ci siamo presi cura di noi, diventano un vantaggio competitivo.
Un altro punto importante è che la nostra salute psicofisica ha estremamente a che vedere con la nostra autostima.
Quando ci sentiamo bene con noi stessi, quando abbiamo alti livelli di energia, quando ci guardiamo e ci piacciamo, lo lasciamo percepire anche a chi ci sta intorno e questo di conseguenza ci aiuta a sentirci meglio.
Credere in noi stessi e agire meglio, diventa un grande loop che si rafforza sempre di più
Adesso le buone notizie: le competenze che ho acquisito.
Ti parlo delle cose che ho fatto bene negli anni e che, se dovessi ricominciare, ancora oggi funzionerebbero.
1. Avere una competenza specifica
Questo punto è in assoluto il più importante: avere una competenza specifica, ossia una competenza che ci porti a guadagnare tanto.
La verità è che il percorso tradizionale che svolgiamo in ambito scolastico, fa in modo che a un certo punto della nostra vita siamo pronti e formati per entrare nel mercato del lavoro e rispondere alla domanda del lavoro.
Questo cosa vuol dire?
Che il nostro sistema scolastico non ci mette nelle condizioni tali da massimizzare l’output che avremo per noi stessi.
Ci insegnano e ci mettono nelle condizioni di andare a sopperire a una mancanza di lavoro, un lavoro che esiste già.
Dovrebbero invece, prima di tutto, insegnarci a mettere noi stessi al centro della nostra vita.
Nel mio caso, quando ho dovuto scegliere l’università, tutte le persone che avevo intorno mi dicevano e mi spingevano verso scelte che sì, sicuramente mi avrebbero fatto guadagnare economicamente, ma mi avrebbero fatto rendere al massimo delle mie possibilità?
“Fai il medico, così troverai un lavoro sicuro”
“Fai ingegneria, così guadagnerai di più”
Ecc.
Tutte queste cose sono estremamente vere, ma in un mercato standard.
Quando aspiriamo ad ottenere risultati non ordinari, ma straordinari, dovremmo scegliere e inseguire un percorso non ordinario.
È vero, scegliendo medicina magari faremmo una scelta ottimale che ci permetterebbe di vivere bene e in serenità economica, ma poi?
Il mercato è in costante cambiamento e ci sono sempre situazioni e contesti che generano la nascita di una nuova domanda, di una nuova competenza estremamente specifica o comunque poco diffusa.
Le persone che guadagnano di più nel mondo, sono quelle meno sostituibili.
Nel mio piccolo, quando ho iniziato a studiare Digital Marketing e ho iniziato a fare il Copywriter, ho in qualche modo anticipato un cambiamento.
Quella competenza, in quel momento, anticipava la domanda di mercato a cui poi sarebbe seguita una domanda sostanziale molto importante.
Ed è per questo che sono riuscito a fare tutto ciò che ho fatto.
Quindi, ad oggi, se c’è una cosa di cui sono fermamente convinto è che ogni persona dovrebbe avere un proprio percorso di studi, cucito sulla propria persona.
Come dico sempre, il mercato non è più “studia-studia e poi fai” ma è diventato “studia-fai-impara, studia-fai-impara” e così via.
2. Acquisizione delle competenze di comunicazione
Le persone che, oggi, sono quelle che più guadagnano, oltre ad essere competenti nel loro settore hanno anche delle capacità comunicative persuasive.
Il loro modo di attirare e catalizzare l’attenzione degli altri a quello che dicono o scrivono è superiore alla media.
Ti faccio subito un esempio: Warren Buffet.
Parliamo, ovviamente, di uno dei più grandi imprenditori e investitori che la storia conosce. Lui ha spesso raccontato che il corso che maggiormente gli ha cambiato la vita in meglio, è stato proprio un corso di Public Speaking.
Sì Dario, ma io non devo parlare in pubblico
Questa affermazione è un errore comune, perché oggigiorno il public speaking lo facciamo tutti.
Quando diamo una tesi di laurea, quando facciamo delle storie su Instagram, un Tik Tok o un video su YouTube.
Pensa che proprio su YouTube ci sono dei contenuti davvero straordinari, che però non vanno mai oltre 100/200 visualizzazioni.
Perché?
Perché la persona che parla davanti alla telecamera, per quanto competente, non ha la capacità di ottenere l’attenzione altrui.
Quindi, studiate la comunicazione, perché se è vero che nel mercato le persone più importanti sono quelle meno sostituibili e che questo dipende dalla loro competenza, è anche vero che questa insostituibilità dipende anche dalla loro capacità di alimentare il loro Personal Brand.
E il Personal Brand non dipende solo da quanto sono bravi.
Sul mio canale YouTube Dario Vignali, ho fatto dei video davvero molto approfonditi su questa tematica, vi lascio qui il link della playlist dedicata così avete un po’ di materiale da cui cominciare.
3. Conoscenza Finanziaria
Se c’è una cosa di cui sono profondamente convinto è che in Italia, purtroppo, c’è un’ignoranza finanziaria incredibile.
La maggior parte delle persone non sa niente su:
- Gestione dei soldi
- Gestione dei risparmi
- Gestione del patrimonio
Tutti pensano che la cosa più importante sia risparmiare qualcosa, racimolare qualche rimanenza del proprio (basso) stipendio, che magari negli anni potrebbe diventare un gruzzoletto.
Questo tipo di ragionamento non ha alcuna efficienza.
Dobbiamo imparare a far sì che i soldi lavorino per noi.
I soldi sono una leva e se li investiamo nel giusto modo, questi diventano un’estensione della nostra persona, capace di generare un ulteriore profitto oltre a quello che già facciamo.
Ovviamente, ci vuole competenza, e per avere quella giusta in ambito finanziario, bisogna studiare.
Basta qualche ora di studio a settimana, per qualche settimana, già per avere una panoramica di quelli che sono gli aspetti più importanti.
Tra l’altro, se questo è un argomento che può interessarvi, possiamo affrontarlo insieme, possiamo parlarne di più.
Fatemelo sapere nei commenti.
La competenza più importante: Leggere.
Aggiungo un piccolo bonus in ultimo, ma non per importanza: la lettura.
Leggete.
Leggete tutti i giorni.
Prendetevi del tempo per leggere e se non riuscite a farlo perché siete incasinati allora fissatevi degli slot in calendario, come fareste con una call o un qualsiasi altro appuntamento.
È necessario sistematizzare il proprio approccio alla lettura, perché adesso, per tutti ma soprattutto per noi Marketers, non è solo un piacere.
È parte della nostra responsabilità, del nostro lavoro.
Parte di quel lavoro che, in qualche modo, ci porterà al successo.
Finché investi e agisci ogni giorno nella direzione delle tue competenze, non puoi fallire.
Ti invito, quindi, ad iniziare già oggi.
Agisci.
Ti lascio qui sotto alcune risorse, che ti aiuteranno a muovere i primi passi:
- Public Speaking: un articolo che ho scritto su come parlare in pubblico senza paura. All’interno troverai un sacco di consigli e strategie davvero potenti.
- Finanza Personale: questo video è un corso di finanza personale concentrato in 20 minuti. In meno di mezz’ora trattiamo le tipologie di carriera, i quadranti del cashflow, i metodi di risparmio e alcuni (controversi) insegnamenti di Robert Kiyosaki.
E se vuoi scoprire le competenze del futuro direttamente da chi sta costruendo il mercato di domani, unisciti a me e ad altri migliaia di marketers all’evento più atteso da imprenditori digitali, creators e freelancer: il Marketers World.
Un abbraccio,
Dario