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Come e quanto guadagna un blogger: rivelazioni, numeri e strategie di profitto

22 min

Quando ci si avvicina al mondo del blogging sorgono spontaneamente moltissime domande: quanto guadagna un blogger? Come guadagna un blogger? Tutti possono fare i blogger? Ma il blogging è un lavoro? E si può vivere di blogging?

In questo articolo voglio dare una risposta definitiva a tutte queste domande. Ti donerò la mia esperienza e il mio solito punto di vista, con tutti i suggerimenti e i consigli che ne conseguono.

Questo post proprio non te lo puoi perdere. 

Sei pronto? Si comincia!

Quanto guadagna un blogger? Blog, numeri e speculazioni varie

I blogger di successo guadagnano molto, questo oramai è chiaro a tutti e anche i più scettici hanno dovuto ricredersi.

Ma quanto si guadagna con un blog?

Per scoprirlo, partiamo da qualche esempio.

Chiara Ferragni e il suo fashion blog “The Blonde Salad” nel 2016 ha fatturato 10 milioni di euro.

Ti ho anche raccontato le strategie con le quali, un blogger di nicchia come Andrea Giuliodori riesce guadagnare 1 milione all’anno.

Rudy Bandiera, dal blog, ci ha guadagnato pure una macchina.

Questi sono solo alcuni degli esempi italiani, ma se diamo un’occhiata ai blogger d’oltreoceano troviamo esempi come entrepreneuronfire.com, che fattura una media di 250.000 euro al mese, oppure Pat Flyn con il suo SmartPassiveIncome da 240.000$ trimestrali.

Un altro esempio straordinario? Zen Habits di Leo Babauta, che ha un valore stimato di 15 milioni di euro.

C’è chi dice che per i blog in lingua inglese sia più semplice guadagnare. Del resto, il loro bacino di lettori è potenzialmente illimitato.

Beh, per noi Italiani è ancora più semplice. Non dico che sia possibile arrivare a guadagnare le loro stesse cifre, dico solo che è molto più semplice guadagnare fin da subito :-)

Del resto, anche sul Metodo Marketers abbiamo raccontato le storie di tanti italiani che guadagnano migliaia di euro al mese con semplici blog o altri business online.

Prima di continuare, un piccolo consiglio: entra nella Marketers Community. Scopri insieme a noi strategie e consigli su come lanciare il tuo Business Online. L’accesso è gratuito, vai ora alla pagina di iscrizione.

E tu Dario?

Lascia che ti racconti come ho iniziato a guadagnare con un blog. In questo video ti racconto la mia esperienza:

Sul mio canale YouTube troverai tantissimi altri consigli per sviluppare il tuo business e per imparare come guadagnare con un blog. Corri a vederlo!

Ma adesso bando alle ciance.

Vediamo come guadagnano i blogger di successo! (Se ancora non hai un blog, in questo articolo troverai come crearne uno in soli 5 minuti)

Come guadagna un blogger: la scienza che determina la relazione tra opinion-leader e ricchezza

In quanto blogger non posso negare di provare un infimo piacere quando la gente specula riguardo i potenziali redditi di altri colleghi nazionali o internazionali.

C’è sempre tanta confusione sull’argomento e spesso le supposizioni escono dalla bocca di chi non ha voce in capitolo.

C’è poi chi afferma che con un blog non ci si guadagni affatto e chi invece sospetta profitti che superano il milione d’euro.

Ma diciamocelo, io e te lo sappiamo, il web trascende la regolarità statistica e dona soddisfazioni economiche a pochi eletti che, secondo Nassim Taleb, potrebbero definirsi cigni neri in un mondo di cigni bianchi.

Il riferimento a pochi eletti non è casuale, ne rispetta appieno la sua definizione letterale.

Eletti, ma eletti da chi? Da te che ne parli, da colui che li critica e da coloro che li elevano a leader, leader d’opinione o, come direbbero gli amici americani, opinion-leader.

Seguimi, le cose che ti sto per dire potranno sembrarti dissertazioni sulle realtà del web, ma la loro influenza sulla relazione blogger-guadagni è DECISIVA

Guadagnare senza aver compreso queste teorie è pressoché impossibile.

Credimi se ti dico che chi guadagna senza la padronanza di tali realtà lo deve alla pura fortuna.

Oggi parleremo di blog, ma solamente di blog di opinion leading.

I blog di opinion-leading si riconoscono subito: il loro compito principale è quello di promuovere il blogger e le sue idee. Non sono blog di recensioni, tanto meno magazine scritti a più mani e nemmeno blog aziendali.

I blog di opinion-leading sono spazi virtuali, dominati dalla personalità del blogger e dalle sue idee

Ne sono un esempio dariovignali.net per il mercato dell’internet marketing, Chiara Ferragni e le altre blogger per il mercato fashion, Favij (mettiamoci dentro anche gli youtubers) per il mercato dei videogiochi.

Di esempi ce ne sono tanti e sono sicuro che tu stesso avrai i tuoi opinion leader preferiti.

Quanto guadagnano i blogger di opinion-leading? Tanto. Probabilmente i blogger che guadagnano più di tutti, a patto però che raggiungano il successo necessario. 

Certo, esistono altre realtà: il mercato dei viral blog è esploso pochi anni fa e ha permesso a blog come Viralnova di guadagnare 100.000 euro a settimana. Ma non bisogna però dimenticare che si tratta di puri trend, dotati di un inizio e di una fine.

I guadagni stellari degli scorsi anni – prodotti dai blog di notizie virali – sono drammaticamente calati, un po’ per colpa dei cambiamenti dell’algoritmo di Facebook, un po’ a causa della saturazione di mercato: la gente ha iniziato a elevare muri di difesa psicologica contro le perdite di tempo dovute ai viral video.

I blog di opinion-leading invece continuano a crescere: il loro business model è scalabile, il loro pubblico aumenta in modo proporzionale al loro successo e il loro perdurare è direttamente legato al perdurare del loro mercato di competenza.

A meno che domani la gente non smetta di interessarsi di marketing, moda o videogiochi, difficilmente questi blog scompariranno nel dimenticatoio.

Potremmo paragonare i blog di opinion-leading a vere e proprie aziende che hanno l’obiettivo di crescere il numero di clienti e aumentare il proprio reddito nel tempo.

I blog di notizie o video virali sono invece simili al caso dei prodotti lancio

Immagina per esempio i fidget spinner o altri piccoli prodotti che ogni tanto vengono lanciati: hanno successo per una stagione, generano grandi guadagni e poi spariscono dal mercato nel momento in cui escono dai trend del momento.

C’è anche il caso delle testate giornalistiche online o dei magazine redatti a più mani, ma non è quello di cui ti parlerò in questo post.

Se il tuo interesse è quello di imparare o conoscere i metodi di guadagno di un blog di opinion-leading ti trovi nel posto giusto.

Se invece la tua intenzione è quella di aprire un blog virale o di news per guadagnare qualche soldo, ti trovi invece nel posto sbagliato.

Se sei capitato qui per caso e sei interessato solamente a conoscere i guadagni dei vari blogger ti invito a fermare la lettura adesso.

Per tutti gli altri, invece, andiamo avanti!

Adesso che sai cos’è un leading blog, concentriamoci sul motivo per il quale tanta gente li segue con grande interesse.

Marie Forleo, Dereck Halpern, Chiara Ferragni e Neil Patel sono solo alcuni dei più grandi blogger al mondo (qua abbiamo parlato di quelli italiani).

Sai cosa li accomuna?

Hanno tanta personalità. Ne hanno talmente tanta che ne potrebbero vendere un po’ a tutti quanti, e questo è esattamente ciò che fanno

Secondo la teoria del cerchio d’oro di Simon Sinek, Apple è stata la prima azienda a generare una rivoluzione globale.

Il motivo è molto semplice: mentre la maggior parte delle aziende era occupata a vendere i propri prodotti sulla base delle loro caratteristiche, Apple si preoccupava di vendere un’idea, un pensiero comune, un sogno, un perché, quello stesso perché che Simon Sinek definisce “WHY”.

Apple ha avuto un successo planetario grazie alla propria capacità di veicolare un WHY all’interno dei propri prodotti.

Del resto, cos’hanno a che vedere il Dalai Lama, Albert Einstein e Mandela con un iPhone o un Mac? 

ASSOLUTAMENTE NIENTE, se non fosse che le immagini di questi grandi pensatori sono comparse in innumerevoli cartelloni pubblicitari dell’azienda della mela morsicata.

apple think different, proprio come i blogger che guadagnano

Think different, è così che Apple apre e chiude le danze durante le proprie campagne promozionali.

L’azienda di Jobs è stata una tra le prime ad aver intrapreso la via delle emozioni e oggi tutto questo si è fatto ancora più frequente.

Dai un’occhiata a questo video promozionale dell’azienda thailandese di telecomunicazioni TrueMove H e ti renderai conto di quanto le pubblicità si siano evolute in questo senso.

Ma cos’ha a che vedere tutto questo con i blog di opinion-leading?

Probabilmente ci sarai già arrivato: i blogger opinion-leader sono estremamente bravi a vendere un WHY e a costruirci una community di persone interessate attorno.

Neil Patel desiderava creare il più importante blog di internet marketing al mondo e oggi, con quicksprout, si occupa di fornire ai propri lettori strategie di internet marketing per migliorare la propria presenza online.

Dereck Halpern aveva come obiettivo quello di vendersi come esperto di influenza sociale e vendita: il suo blog, Social Triggers, offre grandiosi spunti di riflessione ed è uno dei più letti del pianeta sull’argomento.

Marie Forleo ha iniziato a dispensare consigli di crescita personale e professionale con YouTube e oggi marieforleo.com è diventato uno dei blog più redditizi al mondo.

Chiara Ferragni voleva raccontare il proprio stile al web e ha iniziato caricando le proprie foto su flickr: oggi il suo blog è tra i primi tre fashion blog più letti al mondo.

Io ho iniziato con l’idea di insegnare alle persone come ottenere un’indipendenza economica grazie alla rete e alle proprie idee: oggi dariovignali.net non è il blog più letto al mondo ma è sicuramente uno dei più letti d’Italia da coloro che si definiscono “imprenditori creativi”.

Tutti i più grandi blogger al mondo hanno una MISSIONE chiara e precisa, per loro il blog è solamente uno strumento per veicolare il proprio WHY.

Lascia che te lo dica, è proprio qui che la maggior parte dei blogger fallisce!

Non ci sarà successo, condivisione e community finché non avrai un tuo WHY, una tua mission.

I blogger che falliscono sono quelli che hanno come asset principale il proprio blog, quelli che vincono sono coloro che mettono il proprio why davanti a tutto

Simon Sinek afferma che le persone non comprano quello che fai ma comprano il perché lo fai. Se parli delle cose in cui credi, attrarrai coloro che credono in ciò che credi.

Ed è esattamente questo di cui avrai bisogno per creare una community solida e affiatata che ruota intorno alla tua idea, al tuo progetto, ai tuoi valori.

Date queste premesse, ti invito quindi a smettere di pensare al tuo blog, al tuo sito web o al tuo canale YouTube come se fosse l’elemento determinante per il tuo successo poiché non lo è affatto.

Il tuo blog è solamente uno strumento.

Piuttosto inizia a chiederti quale sia il tuo WHY, la tua mission.

La tua mission non può rimanere un pensiero intangibile della tua mente, DEVI SCRIVERLA. Devi sbatterla in faccia a tutti i tuoi lettori.

Chiediti: “Cosa voglio comunicare al mondo? Quali sono le competenze e le passioni che potrei trasmettere agli altri?

Mettilo per iscritto e trova il tuo WHY. Fallo adesso.

Se qualcuno ti chiedesse quale sia l’obbiettivo del tuo blog e tu potessi rispondergli con una sola frase, cosa gli diresti?

La tua risposta corrisponde alla tua mission. Fai sì che sia chiara e semplice da esporre.

Quando ho creato dariovignali.net ho impiegato mesi prima di trovare la mission del mio blog. Doveva essere qualcosa che mi riguardasse e che fosse indissolubilmente legato alla mia persona, ai miei valori umani, al mio modo di vedere le cose e di affrontare la vita.

Da quando ho ideato la mia mission la metto d’ovunque: nelle interviste, nei guest post, nella mia pagina About me e nei miei profili social.

[Tweet “Viaggiare il mondo, guadagnare con le proprie passioni, vivere alla grande”]

Eccola, questa è la mia mission. Questi sono i valori su cui si fonda il mio blog ed è attorno a questi stessi valori che voglio creare una community di lettori appassionati

Avere un WHY significa poter illustrare al tuo pubblico dove stai andando, dove sei diretto e cos’hai da condividere.

Solamente quando possiedi una mission chiara e condivisibile i tuoi lettori potranno decidere se seguirti nel tuo percorso, se appassionarsi alla tua storia.

Se saprai essere di ispirazione e saprai trasmettere a chi ti segue la tua passione, i tuoi valori e il tuo sistema di credenze, sarai riconosciuto come leader nel tuo settore.

[Tweet “Nessuno ti seguirà se nemmeno tu sai dove stai andando.”]

Tutto questo sarà fondamentale per la costruzione della tua personal branding.

Ma cosa significa personal branding? E perché è così importante per diventare un opinion leader?

Te lo spiego tra un momento. Prima però facciamo un piccolo passo indietro.

Personal Branding: l’essenza dell’opinion leader

Valori umani, gira tutto attorno a questo.

Te l’ho detto e ridetto, il web si basa sulla condivisione e sulla catalizzazione di idee, passioni e valori.

Quando hai una mission hai un obiettivo e se hai un blog hai il giusto strumento per realizzarlo.

La tua mission è il valore che vuoi comunicare, ma senza una buona dose di umanità nessuno vorrà seguirti.

Valori umani, ricordi?

L’intero mondo si stupisce perché sempre più aziende decidono di spendere parte del proprio budget dedicato alla pubblicità per assoldare gli influencer della rete.

Centinaia di aziende che investono migliaia di euro per pagare blogger di nicchia piuttosto che spendere i propri soldi in spot televisivi o cartellonistica.

Pensa che è stato calcolato che nel 2017 gli investimenti pubblicitari sul web supereranno per la prima volta quelli televisivi.

E una grande parte di questi investimenti sono destinati proprio agli influencer del web.

“È un Mistero?

Adam Kadmon ti direbbe di no.

io dico di no non è un mistero che i blogger guadagnino

Ma perché questa scelta di riservare un così ampio budget ai blogger?

E’ molto semplice.

Noi umani amiamo impersonarci in altri umani, siamo empatici e siamo portati per natura ad empatizzare con le storie altrui, in particolar modo con le storie di coloro che condividono i nostri valori e che, nella vita, hanno raggiunto i propri obiettivi.

Le aziende lo sanno bene. Lo sanno che la gente è più propensa a impersonarsi con un blogger o con un influencer che trasmette i nostri stessi valori o immedesimarsi con il calciatore o con l’attore dello spot televisivo che amiamo.

Quando guardi una pubblicità fine a se stessa, sai che è li per tentare di convincerti, persuaderti, manipolarti.

Quando invece leggi un blog è come se entrassi nel salotto del blogger per scambiare qualche riflessione con lui e i suoi lettori.

Un blogger sarà sempre più empatico ed emotivo di una pubblicità costruita a tavolino.

Ecco perché sempre più aziende scelgono gli influencer e l’umanità piuttosto che la pubblicità passiva della televisione.

Certo, ci sono blogger disposti a vendere l’anima al diavolo pur di guadagnarci qualcosa, ma questo è un discorso sull’etica che andrà affrontato in un post a parte.

Dovresti oramai aver colto il grande potere dei blogger e degli influencer, ossia la loro umanità e la loro capacità di ispirare gli altri a operare un cambiamento e passare all’azione.

Studiare l’internet marketing significa studiare come indurre questo cambiamento e come spingere la gente all’azione in maniera efficace.

Anche il marketing può essere utilizzato in modi più o meno etici, ma credo che questo tu già lo sappia.

Quello che invece desidero che ti sia chiaro è che la tua mission e il tuo valore umano vengono prima di tutto: prima del tuo blog, prima del tuo budget, prima dei tuoi strumenti e prima ancora delle tue competenze di internet marketing.

Ecco, lascia che te lo dica: se vuoi avere successo devi metterci la faccia, o il tuo blog avrà un’umanità pressoché INESISTENTE.

Due domande importanti

Due delle domande che mi vengono ripetute più spesso sono:

1 – Posso evitare di scrivere chi sono e lasciare il blog anonimo?

2 – Che nome dovrei scegliere per il mio blog?

Domanda uno

NO, NO e NO.

La risposta ormai dovrebbe essere chiara: un blog senza blogger NON è un blog di opinion-leading. La sua efficacia non può che essere meno di zero.

La gente segue un blog per la persona che ci sta dietro, per il suo modo di raccontare e di vedere le cose, per il suo WHY.

Non puoi e non devi nasconderti a meno che la tua intenzione non sia quella di aprire un blog prettamente tecnico. Solo in questi casi può avere senso rimanere nell’anonimato, ma ti assicuro che non sarai mai un blogger: sarai piuttosto un idraulico o un elettricista del web

La gente visiterà il tuo blog solamente per trovare risposta ai propri problemi, non certo per trovare ispirazione e condividere idee o pensieri.

Non dico che questo non possa funzionare, anzi. Salvatore Aranzulla ha sfiorato i 2 milioni di euro nel 2016 esattamente utilizzando questa tecnica (e la faccia ce la mette lo stesso). Intendo dire solo che non è quello a cui mi riferisco in questo articolo.

Domanda due

Il nome del blog non è mai una questione semplice da trattare.

Non penso ci sia una risposta assoluta su quale sia il nome “giusto” da dare al proprio blog, ma di sicuro dando al blog il proprio nome non si può sbagliare.

Prima di creare dariovignali.net ho aperto e chiuso un centinaio di blog su argomenti totalmente diversi tra loro. L’unico che tra questi ha avuto successo si chiamava insidetheworld, un nome privo di senso, ma del resto avevo 13 anni quando l’ho creato.

Nel tempo mi sono reso conto che gran parte delle volte che abbandonavo un blog lo facevo perché portava un nome che non mi apparteneva più.

Nel 2012 ho deciso di dare al blog il mio stesso nome e – da questa scelta – ho potuto trarre numerosi vantaggi, primo tra tutti il personal branding.

Il personal branding

Ma cosa significa quindi personal branding?

Fare personal branding significa promuovere se stessi, la propria immagine e i propri valori.

Quando qualcuno visita dariovignali.net più di una volta finisce per ricordarsi il mio nome e questo ha un valore inestimabile: significa che i lettori associano alla mia persona i valori e i contenuti del mio blog.

Un elemento a sostegno della mia tesi me lo fornisce direttamente Google Analytics: la quarta keyword che genera la maggior quantità di traffico dai motori di ricerca è proprio “Dario Vignali”, che viene cercato circa 80 volte nel corso di una giornata:

Dario Vignali google analytics

Quando ho vistato marieforleo.com per la prima volta non ho potuto far altro che ricordare il suo nome e associare a Marie i valori e i suggerimenti contenuti nei suoi post.

Al contrario, le prime volte che mi recavo su quicksprout.com lo facevo con la sola intenzione di apprendere qualche nuova nozione di social media marketing. Ho dovuto leggere Quicksprout diverse volte prima di scoprire e ricordare il nome del suo creatore, Neil Patel.

Personalmente credo che un opinion-leading blog sia un’estensione di se stessi: un proprio spazio virtuale dove poter amplificare la propria voce e farla risuonare sul web, alla ricerca di persone che adottino la stessa “frequenza” in termini di passioni e interessi.

Proprio per questo ritengo che dare il proprio nome al proprio blog sia quanto di più semplice ed efficace si possa fare: sono Dario Vignali nella realtà e lo sono pure sul web, il mio blog non è un progetto editoriale e non necessita di un nome particolare.

Il mio blog è una semplice estensione virtuale di quello che farei comunque, nella realtà.

Questo ragionamento non lo faccio in termini assoluti: ci sono tantissimi blogger che sono partiti con un nome diverso dal proprio. Basti pensare a Quicksprout, Social Triggers, The Blonde Salad, Entrepreneur on Fire, che sono tutti blogger di portata internazionale.

Ci sono casi in cui un nome caratteristico è necessario, prendiamo ad esempio il caso di Italian Indie.

Ho conosciuto Italian Indie quando era ancora in fase embrionale, il primo a parlarmene è stato Samuele Onelia, il suo fondatore, che è passato a Ferrara a prendersi un caffè. 

Quando Samuele me ne parlò, la mission del progetto Italian Indie appariva più che chiara: raccontare le storie di successo dei migliori imprenditori Italiani, persone capaci di rivoluzionare i mercati e di innovare il sistema.

Ispirazione, innovazione e azione.

Era piuttosto chiaro, italianindie.com non sarebbe mai potuto essere il blog di Samuele, nasceva già in partenza come progetto editoriale e necessitava di un nome che comunicasse i valori del progetto. Quale nome se non “Italian Indie”?

Credo che questi siano ottimi spunti di riflessione su cui basare la scelta del nome di un blog, e diciamocelo: il nome del proprio blog, nel lungo termine, è tanto importante quanto la propria mission!

Se sceglierai di dare al blog il tuo stesso nome non sbaglierai mai, ma se devi sceglierne uno particolare assicurati che sia quello definitvo sin dall’inizio.

Dopo diverse ricerche e analisi ho notato altri due fattori a sostegno di un blog che porti il proprio nome:

1) La maggior parte dei blogger di successo come Neil Patel e Chiara Ferragni vivono in costante competizione in termini di fama con il loro stesso blog. Sia Neil che Chiara si sono ritrovati a dover creare profili social sia a loro nome, sia con il nome del blog. E’ più famoso Neil o Quicksprout? Chiara Ferragni o The Blonde Salad? Sono domande divertenti, ma credo che facciano riflettere.

Gestire più profili o fare una scelta di questo tipo non è cosa da poco.

2) Ho seguito la crescita di diversi blog e ho notato che i blog che portano il nome dei propri autori raggiungono la fama molto più in fretta. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che la gente è portata a ricordarli più facilmente e a identificarsi in loro e nelle loro idee.

Un blog che porta il nome di una persona avrà sempre valore umano più alto rispetto ad un blog dotato di un nome editoriale, ricordalo.

Tra pochissimo passeremo a cose più tangibili, ma prima voglio rivelarti una cosa. 

Tutti mi chiedono quali plugin, quali temi, quali strategie ho utilizzato per ottenere quel poco di successo che dariovignali.net ha raggiunto.

Beh, lascia che te lo dica: non avrei raggiunto assolutamente nulla senza l’umanità, la passione e il valore che cerco di far trasparire nei miei post.

Probabilmente se creassi un nuovo blog con gli stessi contenuti (guide, tutorial, ecc…) di dariovignali.net ma con nome diverso, senza pagina about, senza il mio modo di scrivere, senza metterci la faccia non otterrei alcun risultato.

La tua persona, i tuoi valori, la tua mission sono tra le poche cose capaci di renderti unico e diverso dai 7 miliardi di persone che popolano il nostro pianeta.

[Tweet “L’unicità paga, ricordatelo la prossima volta che scrivi un nuovo post. “]

UN PICCOLO SUGGERIMENTO

Marketers è molto più di una Community, Marketers nasce con l’obiettivo di fornire know-how e strumenti a tutti coloro che voglio creare il proprio business digitale.

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Strategie per guadagnare con un blog: spunti di riflessione che dovresti considerare per massimizzare e scalare i profitti

Finora abbiamo parlato di blogger famosi che riescono a guadagnare cifre astronomiche con i rispettivi blog.

Passiamo però ora all’aspetto operativo: come diavolo guadagna un blogger?

In Marketers Book abbiamo già visto diverse strategie che hanno permesso a moltissimi blogger di ottenere risultati straordinari.

Prima di capire nel dettaglio come sia possibile guadagnare con un blog, è importante distinguere tra due diverse forme di guadagno:

  • Guadagni passivi, imputabili direttamente al blog: banner, affiliazioni, post sponsorizzati, infoprodotti, ecc..
  • Guadagni attivi, imputabili all’eco-sistema: conferenze, eventi, servizi, consulenze, corsi, ecc…

Ti faccio qualche esempio pratico.

Esempi e definizioni di guadagni passivi:

  • Affiliazioni: linki i prodotti di e-commerce come Amazon ed Ebay e guadagni commissioni sugli acquisti effettuati dai tuoi lettori
  • Banner: guadagni a seconda di quanti visitatori visualizzano o cliccano sui banner ospitati sul tuo blog
  • Post sponsorizzati: le aziende del mercato di riferimento del tuo blog ti pagano per scrivere le recensioni dei loro prodotti 
  • Infoprodotti: scrivi guide, manuali o libri in pdf e guadagni attraverso la loro vendita sul tuo blog. Puoi vendere con servizi quali Paypal, Stripe o Gumroad.
  • Aree premium: guadagni grazie all’iscrizione dei tuoi lettori ad aree premium del tuo blog. Ne è un esempio Copyblogger Authority.

Definizione dei diversi guadagni attivi:

  • Conferenze: vieni pagato per tenere un discorso a conferenze riguardanti il mercato di riferimento del tuo blog
  • Eventi: vieni pagato per presenziare ad eventi o conferenze di ogni genere e per promuoverle sul tuo blog e sui tuoi canali sociali
  • Consulenze: vieni pagato ad ora o a giornata per fare consulenze di persona o via skype
  • Corsi: vieni pagato per tenere corsi online (webinar) o offline riguardo alle tue materie di competenza
  • Servizi: vieni pagato per svolgere un lavoro al cliente che si rivolge a te

I guadagni passivi sono i miei preferiti per una ragione ben chiara: sfruttano l’intera potenzialità del web.

Si definiscono guadagni passivi poiché, una volta “inizializzati”, non presuppongono altro impegno (se non minimo). Sono imputabili direttamente al blog perché è proprio il blog che vende e lavora per te anche mentre dormi. Sono accomulabili e spesso pure scalabili, poi vedremo perché.

I guadagni attivi invece sono dovuti alla fama del tuo blog ma imputabili all’eco-sistema: non è il blog che guadagna, sei tu che guadagni vendendo i tuoi servizi, le tue consulenze o  veri e propri corsi. In questo modo non guadagni dal blog, ma grazie al blog.

Chiariamo il tutto con un esempio pratico (oppure crea subito il tuo blog).

Riflessioni ed esempi di guadagno passivo

Andrea Giuliodori, blogger di efficacemente.com, vende infoprodotti (libri e manuali) di crescita personale scritti da se stesso in prima persona, in più arrotonda con banner e affiliazioni.

Ipotizziamo che Andrea realizzi due infoprodotti in formato ebook PDF e li metta in vendita sul suo blog. Cosa accade?

  • Non gli è richiesto altro impegno ed è il blog che vende per lui: una volta che il primo infoprofotto è in vendita Andrea non deve più far nulla (a parte un normale lavoro di manutenzione e controllo dei sistemi di pagamento e della soddisfazione dei clienti). Anche mentre Andrea dorme i suoi lettori continuano a comprare e lui guadagna senza sforzi aggiuntivi. Se Andrea guadagnasse invece con le consulenze dovrebbe fare una consulenza dopo l’altra per continuare a vendere e guadagnare.
  • Il processo è accumulabile: Con le vendite della prima guida Andrea guadagna 1.000 euro (ovviamente è una cifra indicativa, in realtà guadagna molto di più) e, grazie ai nuovi lettori che acquisisce ogni mese con il blog, continua a guadagnare 1.000 euro al mese vendita dopo vendita. Quando Andrea lancia il secondo infoprodotto i 1.000 euro di guadagno mensili diventano 2.000. Dato che, come abbiamo visto, il blog e le vendite non richiedono altri sforzi, Andrea ha il tempo per produrre una nuova guida e venderla, raggiungendo così i 3.000 euro mensili. Inutile dire che Andrea potrà sfornare una quarta, una quinta e una sesta guida.
  • Il processo è scalabile: Andrea aumenta il tasso di crescita dei nuovi lettori del suo blog grazie a strategie di Growth Hacking. Se le guide gli fruttavano 1.000 euro al mese ognuna, ora gli fruttano 2.000 euro ognuna. Il suo guadagno è passato da 2.000 a 4.000 euro.
  • Il processo può essere scalato a livello esponenziale: ipotizziamo che Andrea avvii una campagna di advertising su Facebook per i suoi infoprodotti. Dopo un periodo di test della campagna, Andrea scopre di riuscire a vendere una guida ogni 7 euro spesi in pubblicità. Se la guida cosa 20 euro, Andrea ottiene 13 euro di profitto. A quel punto Andrea può scalare la campagna Facebook: aumenta la spesa in pubblicità ed aumenta le vendite, aumentando così anche i profitti. In questo modo è possibile aumentare la spesa sempre di più, arrivando a guadagnare cifre vertiginose (e te lo dico per esperienza). La campagna è scalabile fino a quando il potenziale di vendita si satura e non si trova più gente disposta ad acquistare. 

Direi che ora hai un’idea chiara di cosa significhi guadagnare passivamente. Facciamo quindi adesso l’esempio di un guadagno attivo.

Riflessioni ed esempi di guadagno attivo

Prendiamo ora in esame Riccardo Scandellari.

Skande.com è senza dubbio uno dei più famosi blogger di marketing della sfera italiana, un vero e proprio influencer (ho anche avuto il piacere di essere ospitato sul suo blog).

Anche Riccardo (Skande per gli amici del web) ha scritto un libro e guadagna anche in maniera passiva.

Prendiamo però in esame l’asset di guadagno principale del suo blog: quello che io definisco guadagno attivo.

Skande è talmente famoso da essere costantemente invitato a conferenze ed eventi di ogni tipo e questa sua notorietà gli ha permesso di consolidare la propria strategia di Inbound Marketing.

Riprendendo le parole di Wikipedia, l’Inbound Marketing indica una modalità di marketing centrata sull’essere trovati da potenziali clienti (outside-in).

Skande, assieme al noto Rudy Bandiera (altro super big del web italiano), ha avviato l’azienda NetPropaganda, che si occupa di SEO e inbound marketing.

La loro strategia è tanto semplice quanto efficace: Skande e Rudy hanno lavorato sul proprio personal branding fino a che questo non è divenuto l’asset principale della loro strategia di inbound marketing.

La loro fama genera nuovi potenziali clienti per NetPropaganda e questo porta ovviamente a nuovi progetti e a nuove fonti di reddito.

Allo stesso modo, sia Skande che Rudy, potrebbero guadagnare extra-profitti grazie a consulenze, corsi ed eventi.

Il modello di guadagno attivo ha un grande pregio: questo risiede nella riprova sociale e nella meritocrazia che regolano, più o meno, il successo del blogger o dell’azienda. Nessuno paga i servizi di un freelance o di un’azienda – tanto meno la loro partecipazione ad una conferenza – se il loro lavoro non è ineccepibile dal punto di vista qualitativo.

Un posto nel mondo dei cosidetti “esperti” bisogna pur sempre guadagnarselo!

I limiti del guadagno attivo sono ovviamente contrapposti ai pregi del guadagno attivo:

  • È richiesto impegno: mentre Andrea Giuliodori può dormire o prendersi una vacanza senza che il proprio flusso di entrate ne venga danneggiato, Skande deve mantenere le proprie relazioni sociali, rispondere ai clienti e continuare a lavorare sui loro progetti.
  • Il processo non è accumulabile: mentre Andrea può continuare a sfornare libri e guadagnare un tot in più al mese, Skande al massimo potrà guadagnare un tot prestabilito per ogni progetto.
  • Il processo è parzialmente scalabile: mentre Andrea può aumentare le vendite dei propri infoprodotti senza dover scrivere un ebook per ogni vendita, Skande deve acquisire nuovi clienti e impegnarsi di conseguenza in nuovi progetti.
  • Il processo è parzialmente scalabile, ma fino a un certo punto: mentre lo sforzo di Andrea per vendere 100 o 1000 libri rimane lo stesso, per Skande le cose cambiano. Riccardo potrà anche aumentare i propri clienti, ma a un certo punto sarà costretto a fermarsi. Un conto è fare 10 o 50 consulenze al mese, ma farne mille non è cosa semplice! 

Ovviamente Andrea e Skande guadagnano da entrambi i modelli (passivi e attivi), proprio come ogni blogger che si rispetti dovrebbe fare. 

Altri metodi per guadagnare con un blog

Ci sono tanti altri modi per guadagnare grazie ad un blog.

Prendiamo il caso di Chiara Ferragni che, a quanto pare, nel 2016 ha fatturato la straordinaria cifra di 10 milioni di euro.

Molti credono che li abbia guadagnati con il blog, ma si sbagliano. Chiara li ha guadagnati GRAZIE al blog. La differenza è tanto sottile quanto fondamentale.

Chiara ha avuto successo grazie al blog e il blog le ha permesso di guadagnare tale cifra, ma la maggior parte di questi guadagni sono imputabili all’ecosistema di Chiara e non al suo blog

Non dimentichiamoci che Chiara ha anche una sua linea di scarpe e collaborazioni di ogni genere.

Secondo alcune speculazioni, solo il 30% dei guadagni della blogger sarebbero imputabili direttamente al blog, tutto il resto è frutto dei suoi progetti imprenditoriali scalabili, come la vendita della sua linea di scarpe.

La capacità di trovare un punto di tangenza tra il proprio successo in rete e validi progetti imprenditoriali offline può dare vita ad altre mille-mila modalità di guadagno.

Conclusioni affrettate :-)

Una volta che il tuo blog (crealo ora) avrà avuto successo ti accorgerai che le modalità per generare profitti sono pressoché infinite

Potresti, già ora, promuovere prodotti affiliati, scrivere e vendere ebook, vendere i tuoi servizi, offrire consulenze, guadagnare con i banner, costruire un ecommerce per i tuoi prodotti, guadagnare con i post sponsorizzati o effettuare corsi online.

Il mio consiglio? Inizia a realizzare un infoprodotto sin da SUBITO. Non importa quanti pochi lettori hai o quanto sia giovane il tuo blog, il momento per iniziare è ADESSO!

Ti ho già spiegato che avere un infoprodotto in vendita sul tuo blog aumenta l’autorevolezza percepita dai tuoi lettori e posso garantirti che io, appena creato dariovignali.net, guadagnavo già qualcosina dalla vendita di una guida pdf dedicata al mondo delle fashion blogger.

Cosa aspetti a creare il tuo infoprodotto? Credi di non esserne all’altezza?

Non pensarci nemmeno per sogno! Se hai aperto un blog significa che hai SICURAMENTE qualcosa da dire.

Io non posso che ringraziarti per la lettura di questo post lunghissimo, se sei arrivato fino alla fine significa che sei una persona PERSISTENTE. 

E ricordiamocelo… essere persistenti è la qualità che accomuna tutti i blogger di successo!

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Le risorse allegate di questo post

INBOUND MARKETING

  • Semrush è uno dei miei tools preferiti per il SEO e per l’inbound marketing.
  • Il blog di moz.com è uno dei migliori blog in assoluto per imparare le diverse strategie di inbound.

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COSA FARE ORA???

Prima di chiudere la pagina

Prima di chiudere la pagina sarebbe un piacere se tu scrivessi un breve commento. Mi piacerebbe sapere:

  • Se ti è piaciuto il post
  • Se hai un blog che guadagna e quali modalità di guadagno preferisci
  • Se hai provato a rendere profittevole il blog ma hai fallito
  • Se ancora non hai provato a trarre profitto dal blog e cosa stai aspettando
  • Qualsiasi altra considerazione o domanda che ti viene in mente

Un abbraccio,

Dario.

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